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Non solo spiagge caraibiche, l’isola delle Antille olandesi ha un patrimonio di biodiversità tutto da scoprire, dalle distese di cactus al pappagallo Lora.
Ci sono nomi con una forza evocativa da trasportarci, al solo sentirli pronunciare, in luoghi esotici, lontani, paradisiaci. Aruba è così: isola caraibica delle Antille olandesi, 31 km di lunghezza per 10 di larghezza, è un concentrato di felicità.
Fuori dalle rotte degli uragani, è la meta con più giorni di sole di tutti i Caraibi: così si può godere al meglio delle spiagge bianche e delle acque turchesi a sud ovest, delle coste ventose e frastagliate del nord, ma anche delle meraviglie naturali al centro dell’isola e dell’abbraccio dei suoi abitanti. Sì perché Aruba non è solo mare, ma è anche biodiversità, avventura, tradizioni. L’accoglienza è uno dei punti di forza dell’isola, per un viaggio alla sua scoperta, Turisanda organizza pacchetti volo + hotel per Aruba tutto l’anno.
Il successo di Aruba come meta turistica ha fatto emergere la necessità di tutelare sempre di più il suo patrimonio naturale. Grotte, zone umide, mangrovie, dune, coralli e cactus: gli ecosistemi marini e terrestri dell’isola ospitano 34 specie endemiche, tra cui lo shoco, la civetta delle tane simbolo nazionale dell’isola, il cascabel, il serpente a sonagli, il topo vesper di Hummelinck, la cododo, la lucertola a coda di frusta arubana.
Una ricchezza non solo da gestire, ma soprattutto da proteggere. A questo scopo, dall’Aruba National Park Foundation è nata l’Aruba conservation foundation, un’organizzazione indipendente e senza scopo di lucro che gestisce la conservazione di quasi il 25 per cento dell’isola, oltre a quattro aree marine protette, nella convinzione che la natura debba essere ascoltata e salvaguardata, dai turisti, ma anche dagli abitanti dell’isola.
Tra le aree di cui la fondazione si prende cura, la più ampia e variegata, nonché quella che ospita il maggior numero di esemplari della flora e fauna dell’isola, è il Parco Arikok, il cuore verde di Aruba, fatto di scorci a picco sul mare, distese di cactus, grotte, colline scoscese di formazione lavica, rocce di quarzo e diorite e quelle calcaree composte da coralli fossilizzati.
Cosa si può fare qui? Per esempio si può scoprire una delle bocas, le baie che interrompono il tratto del parco che affaccia sul mare, oppure raggiungere, a piedi o in jeep, la piscina naturale “conchi” o, ancora, esplorare le grotte Fontein cave e Quadirikiri cave: la prima è una grotta calcarea di valore archeologico per i pittogrammi rupestri che documentano la presenza delle tribù Arawak, civiltà pre-colombiane importante per l’eredità linguistica e culturale di Aruba, risalenti a circa mille anni fa, la seconda invece ammalia con i suoi giochi di luce originati da fori naturali nelle pareti. Nelle prime ore del mattino o al tramonto, accompagnati dai ranger del parco che raccontano curiosità sulla flora e la fauna, si possono fare incontri speciali con diversi animali endemici, dai rettili agli uccelli.
Il parco ospita il “Centro di coltivazione” che è il cuore del programma di valorizzazione della biodiversità floristica e di resilienza climatica della fondazione. Si tratta di uno spazio che comprende una banca dei semi dove si conservano i semi di oltre quaranta specie di arbusti e alberi autoctoni a rischio di estinzione ad Aruba, oltre a un laboratorio e un vivaio.
Le specie raccolte e coltivate nel centro sono state scelte anche per il loro valore ecologico per alcuni animali come il parrocchetto dalla gola marrone, il colibrì smeraldino dalla coda blu, pipistrelli, api e farfalle che si nutrono del nettare e dei frutti di queste piante.
I semi vengono inoltre distribuiti per la coltivazione e per i giardini privati, per favorire il ripristino della biodiversità di Aruba tra i locali. Il Centro di coltivazione è anche uno spazio per workshop, visite didattiche e opportunità di volontariato: chi lo desidera, ad esempio, può prendere parte a progetti di riforestazione piantando in prima persona un albero.
Oltre alla tutela del parco, un altro importante progetto della fondazione è stata la reintroduzione sull’isola dell’Amazzone dalle spalle gialle (Amazona barbadensis), il pappagallo dal colore verde intenso e dai caratteristici segni gialli sulle spalle, noto come Lora. Socievole e intelligente, il pappagallo è quasi estinto nel 1947 a causa di bracconaggio, deforestazione, predatori. La fondazione, un paio di anni fa, ha promosso il rilascio dei 25 Lora sopravvissuti per favorire la rinascita di una popolazione selvatica autosufficiente.
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Questo favorirà la biodiversità e migliorerà la salute degli ecosistemi; l’Amazzone ha infatti una funzione ecologica particolare per l’isola: contribuisce alla dispersione dei semi di specifiche piante e alberi nativi che a loro volta supportano la fauna selvatica. Per tutelare i pappagalli, la fondazione si occupa continuamente di ricerca, monitoraggio e di campagne di educazione e sensibilizzazione, anche nelle scuole. Ad abitanti e viaggiatori è chiesto di non interferire e interagire con i Lora incontrati, ma di segnalarne l’avvistamento e la posizione.
Dall’abbraccio verde del parco a quello blu del mare: se Eagle Beach e Palm Beach, sono le spiagge più celebri dell’isola dove si concentrano i resort, Aruba vanta anche spiagge più selvagge e autentiche, tesori nascosti dove trovare relax e praticare sport nella natura incontaminata.
A Dos Playa, la spiaggia più bella del Parco Arikok, con un po’ di fortuna si possono avvistare le tartarughe marine. Westpunt Beach, sulla punta nord-occidentale di Aruba, è conosciuta come la spiaggia rosa, un colore dato dalle fusione di minuscole particelle di corallo con la sabbia bianca. Boca Grandi, lungo la costa sud-orientale di Aruba, è invece un luogo carico di energia, tra venti Alisei costanti e onde impegnative perfette per gli appassionati di sport acquatici e kitesurf. Rodger’s Beach è una spiaggia dall’atmosfera autentica tra pescatori e famiglie locali, mentre Mangel Halto è una lingua di sabbia bianca immersa nelle mangrovie dove fare kayak, paddle boarding e snorkeling per ammirare specie come il pesce pappagallo o il dentice a coda gialla.
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Aruba è anche arte, multiculturalità, usi e costumi: tutto questo è concentrato a San Nicolas, cittadina situata nel punto più a sud dell’isola e conosciuta come la sunrise city, la città dove sorge il sole. Negli ultimi anni San Nicolas è diventata la capitale artistico-culturale dell’isola con musei, gallerie d’arte e il festival Aruba Art Fair che a fine estate accoglie street artist provenienti da tutto il mondo e talenti locali che trasferiscono l’anima arubana nei murales che colorano la città e che è possibile scoprire con tour guidati. In città, l’istallazione di un solar tree permette di caricare i propri dispositivi elettronici e usufruire di wi-fi gratuito grazie all’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici.
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