Nasce l’asilo del mare. La scuola viene travolta dall’onda del cambiamento
Dopo l’Asilo del Bosco e la scuola primaria all’aperto di Ostia, il metodo di educazione outdoor arriva anche al mare. Una nuova tappa nella missione rivoluzionaria di chi crede che una scuola diversa sia possibile. Ne abbiamo parlato con l’ideatore Danilo Casertano
Non esiste un unico metodo di apprendimento. E non esiste un unico metodo educativo. Scontato? Evidentemente no se consideriamo che le scuole all’aria aperta, che a poco a poco stanno trovando spazio in Italia, suscitano ancora grande stupore e faticano a ricevere un riconoscimento ufficiale. Però, dove il sistema rischia di stroncare le novità sul nascere, c’è qualcuno che trova il modo di abbattere gli ostacoli e trasformare i sogni in realtà.
L’asilo del mare di Ostia
Ne è un esempio l’asilo del mare di Ostia, recentemente aperto, nato sulla scia dei preesistenti asilo nel bosco e scuola primaria all’aria aperta, che offre ai bambini un’occasione eccezionale: trascorrere le giornate giocando sulla spiaggia, osservando gli animali selvatici ed esplorando il litorale ostiense.
Un esperimento unico nel suo genere (almeno in Italia), portato avanti dall’associazione Manes, da sempre impegnata in ambito educativo e di promozione sociale, in collaborazione con l’Istituto comprensivo Amendola-Guttuso di Ostia e con la partecipazione attiva del Centro habitat mediterraneo della Lega italiana protezione uccelli (Lipu).
La Pedagogia dei talenti
A parlarci di questo progetto e del metodo pedagogico alla base di tutte le iniziative di Manes è Danilo Casertano, maestro di strada (attività incentrata sul contrasto dell’abbandono scolastico), educatore e fondatore della Pedagogia dei talenti, che “mira a far conoscere e a nutrire tutti i talenti dei bambini e ragazzi” e che ha tra i suoi capisaldi la teoria delle intelligenze multiple di Gardner. Un discorso appassionante che sta alla base di quella che si può definire una vera e propria missione educativa.
La proposta di una scuola che abbandona le “quattro mura” per ampliare i suoi confini sia nell’ambiente che nel metodo non è, infatti, il solo aspetto affascinante di nuove realtà come l’asilo del mare e quelli nel bosco. Si sta anche tracciando la strada per una rivoluzione culturale ancor più grande: quella che mira a “ridisegnare il concetto stesso di scuola pubblica”. Temi decisamente poco frequentati, ma che meriterebbero più ampia attenzione.
Ci spiega meglio questo concetto di ridefinizione della scuola pubblica? Da anni mi batto per sostenere il principio di sovranità educativa, e quindi di libertà educativa, nel nostro Paese, scardinando il concetto secondo cui solo lo Stato può fare scuola pubblica. “Pubblico” etimologicamente vuol dire aperto a tutti e appartenente al popolo. La nostra scuola di Stato, invece, oggi non appartiene nemmeno agli insegnanti che ci lavorano. Per non parlare degli studenti, che sono proprio le ultime ruote e si trovano a subire la scuola.
Come siete riusciti a creare prima un asilo nel bosco pubblico, poi a estendere il metodo alla scuola primaria e, adesso, ad aprire anche l’asilo del mare? Abbiamo realizzato una scuola pubblica in collaborazione con lo Stato, in cui, grazie a un protocollo d’intesa stipulato con l’Istituto comprensivo Amendola-Guttuso (con cui c’è uno scambio eccezionale) i bambini risultano formalmente iscritti alla scuola statale ma possono fare lezione con i nostri educatori nelle modalità e nei luoghi da noi proposti. Questo è stato possibile grazie a una grande collaborazione dell’istituto e al fatto che abbiano riconosciuto la validità del nostro metodo.
Concretamente quindi come funziona? Come vi finanziate? Asili e scuola non hanno nessun onere per lo Stato e non prevedono rette da pagare per le famiglie. Per finanziarci facciamo raccolte fondi, partecipiamo a bandi, riceviamo il cinque per mille, contiamo molto sul volontariato e sulla passione, e vige un sistema di auto responsabilità delle famiglie che partecipano come possono.
Il grosso problema, quindi, resta la messa a sistema di tutto ciò? Esatto. In Italia la formula di scuola all’aperto non è codificata ed esiste un vuoto legislativo sotto ogni punto di vista. La scuola stessa è concepita come un edificio e tutte le sue norme riguardano come dev’essere questo edificio e cosa gli studenti devono fare al suo interno. La nostra associazione lavora proprio per ampliare tutto ciò e rinnovare la scuola in generale.
Qual è la risposta di genitori e studenti alle vostre iniziative? È straordinaria. Basti pensare che tutti i nostri progetti sono pieni e, anzi, non riusciamo a soddisfare tutte le richieste. Il merito non è solo del metodo, ma anche degli insegnanti, che qui vengono scelti in base a capacità e inclinazioni.
L’asilo del mare è appena partito. Come sta andando? Abbiamo iniziato a gennaio, in corso d’anno, e la classe è già quasi piena. Per settembre, poi, i 16 posti sono già tutti prenotati. Una coppia si è addirittura trasferita vicino a Ostia apposta per iscrivere il figlio da noi. La stessa cosa era successa per diverse famiglie con l’asilo nel bosco.
Qual è la giornata tipo dei bambini che frequentano l’asilo del mare? Adesso siamo ancora nel pieno della fase esplorativa. Il fatto di stare all’aperto crea tantissimi stimoli e curiosità nei bambini. L’appuntamento al mattino è o all’oasi Lipu, che ci ha dato uno spazio in concessione, o all’Istituto Amendola, dove abbiamo a disposizione un’aula. All’oasi i bambini possono osservare gli animali selvatici, dar loro da mangiare e assistere alle operazioni di recupero che si fanno nel centro. Poi si fa una passeggiata intorno allo stagno, in compagnia dei volontari e si osservano gli uccelli dai capanni di bird watching o si gioca nel Parco letterario Pasolini. Quando non si va alla Lipu si fanno passeggiate sul lungomare e nel porto turistico. Alle 12,30 infine c’è il pranzo a scuola e, per ora, la giornata finisce qui. Più avanti, quando i bambini prenderanno confidenza con gli spazi inseriremo nuove attività con materiali naturali, giochi e altro.
Quali sono le nuove sfide che vi attendono? A settembre ho in progetto La città e la scuola, un’iniziativa per i ragazzi della prima media in cui l’ambiente outdoor diventa la città. Il mio obiettivo generale comunque resta realizzare un prototipo verticale di educazione all’aperto su tutte le classi così da poter dimostrare la validità di questo metodo nel tempo.
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