Domenica 1° dicembre alle ore 11 sarà inaugurato il Tunnel Boulevard, risultato della riqualifica di quattro vecchi tunnel ferroviari all’insegna dell’arte e dello sport.
Il Kirghizistan vuole fondare Asman, la città libera dalle auto a benzina
Il presidente kirghiso ha firmato un decreto per la creazione di Asman, una città pensata per essere sostenibile. Ma gli attivisti criticano il progetto.
Una città ecologica con edifici smart, stazioni di ricarica per le auto elettriche, abitazioni realizzate con tecnologie moderne e sostenibili, e il divieto di circolazione per tutti i veicoli alimentati a idrocarburi. Non è l’ambizioso progetto studiato da un paese del Nordeuropa, ma la futuristica iniziativa alla quale si sta lavorando in Kirghizistan, il piccolo paese dell’Asia centrale stretto tra Cina, Kazakistan, Uzbekistan e Tagikistan. Il 14 ottobre 2024 il presidente della Repubblica Kirghisa Sadyr Japarov ha firmato il decreto “Sulle principali linee guida relative alla costruzione del progetto pilota della città ecologicamente pulita di Asman”. Una città che dovrebbe sorgere nei prossimi dieci anni nel nordest del paese, sulle rive del pittoresco lago Issyk Kul, e contribuire a rilanciare l’economia locale e ad attirare turisti stranieri. Ma il progetto, nonostante le ambizioni eco-friendly, sta già sollevando diverse perplessità.
Il progetto di Asman
Asman: questo il nome della nuova città, che in lingua kirghisa significa “cielo”. Disegnata a forma di “komuz”, uno strumento musicale tradizionale, dovrebbe sorgere su una superficie di 4.000 ettari, ospitare mezzo milione di persone e diventare la “città del futuro dove le idee innovative e le tecnologie moderne incontreranno la sostenibilità ambientale e un’alta qualità della vita”, come ha detto Ruslan Akmataliev, l’architetto di Bishkek, la capitale del Kirghizistan, che ha lavorato al progetto.
Il progetto, annunciato nel 2021, richiederà un investimento di almeno venti miliardi di dollari e secondo Akmataliev sarà realizzato “con tecnologie all’avanguardia per ridurre gli impatti negativi sull’ambiente: dall’uso di energia rinnovabile alla creazione di zone verdi, fino a un sistema equilibrato per la gestione dei rifiuti, Asman punta a essere un esempio per le altre città in termini di responsabilità ambientale”. Il progetto, però, suscita perplessità soprattutto tra gli ambientalisti.
L’impatto sul lago Issyk Kul
Asman sorgerà vicino al lago Issyk Kul, il secondo lago di montagna più grande al mondo dopo il lago Titicaca in Sudamerica, situato a un’altitudine di 1.600 metri. Un bacino d’acqua salato che come molti altri laghi sta già soffrendo per via dell’inquinamento, dei cambiamenti climatici, dell’edilizia incontrollata e dell’abbassamento del livello dell’acqua dovuto alle attività dell’uomo. E ora la costruzione di una città di mezzo milione di persone rappresenta una nuova minaccia per gli equilibri del lago e il suo delicato ecosistema.
Nel 2022 era nato anche un movimento contrario alla nascita di Asman sulle rive dell’Issyk Kul: una quarantina di persone si erano rivolte alle autorità del Paese e al procuratore generale del Kirghizistan chiedendo di abbandonare il progetto.
“Non esiste al mondo una città completamente ecologica. L’ecologia e l’urbanistica sono concetti opposti, come lo zucchero salato o la neve nera – ha commentato l’eco-attivista Vlad Ushakov, secondo il quale la situazione ecologica attorno all’Issyk Kul è già piuttosto compromessa -. A Karakol e Cholpon-Ata, due cittadine vicine al lago, i sistemi di depurazione sono in pessime condizioni, e alcuni villaggi non hanno fognature. Bisogna risolvere i problemi esistenti prima di avviare nuovi progetti”.
Perché Asman non convince
A essere in pericolo non sono solamente l’ecosistema del lago e le 335 specie animali che lo abitano, 39 delle quali sono nel Libro Rosso delle specie a rischio estinzione, ma anche le comunità locali che vivono di agricoltura e allevamento del bestiame. “Alcune delle terre sono usate per il pascolo e l’agricoltura. Ci sono anche delle case. Cosa ne sarà di loro?”, ha detto una commerciante del villaggio di Toru Aygyr, nella regione di Issyk-Kul, che ha preferito restare anonima.
Inoltre, in un Paese dove spesso vigono scarsa trasparenza e una gestione dei fondi pubblici opaca, c’è chi teme che la corruzione possa macchiare la costruzione di Asman.
Secondo Transparency International, il Kirghizistan si colloca al 141° posto su 180 nell’Indice di percezione della corruzione 2023 (Corruption Perceptions Index). E per Transparency International, il Kirghizistan negli ultimi quattro anni “si è trasformato da bastione di democrazia con una vivace società civile in un consolidato regime autoritario”.
Ai timori di corruzione e cattiva gestione dell’opera si aggiungono gli scandali. In due anni, la direzione dell’Agenzia State per la Città di Asman sarebbe cambiata tre volte e l’anno scorso il primo direttore dell’agenzia, Timur Fayziev, è stato accusato di riciclaggio di denaro.
Nel marzo 2023, scrive VOA, l’amministrazione presidenziale ha annunciato che l’Agenzia Statale sarebbe passata sotto il controllo dell’Ufficio del Presidente, dunque con il coinvolgimento diretto di Sadyr Zhaparov nella gestione del progetto.
Nonostante il via ufficiale dei lavori, non si trovano molte informazioni sui dettagli del progetto. I canali social e il sito del progetto sono vuoti.
Hanno sollevato perplessità anche le ambiguità nel piano di finanziamento: inizialmente le autorità avevano parlato del coinvolgimento di quattro aziende francesi; poi si è appreso che gli investitori provenivano invece da India, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Turchia; infine, nel 2023, il governo ha fatto sapere che erano coinvolti investitori sudcoreani. I quale, però, all’ultimo non si sarebbero presentati alla cerimonia di inaugurazione del cantiere.
Il commento degli attivisti
“L’idea è buona e il progetto ambizioso, ma ho dei dubbi sulla sua realizzazione: dovrebbe perlomeno nascere da un centro urbano già esistente, non così dal nulla… A chi serve una città lì? E poi, chi potrà permettersi di comprare una casa a quelle cifre? Per conoscere il reale impatto sul lago dovrebbero coinvolgere un team di ecologisti e specialisti”, ha commentato a LifeGate l’attivista kirghiso Aleksandr Sadykov, responsabile della Fondazione pubblica Danko per il sostegno ai giovani e alle donne.
Al di là delle controversie e delle preoccupazioni della società civile, dopo un periodo di apparente pausa (l’estate scorsa alcuni giornalisti avevano documentato un cantiere sostanzialmente mai avviato), ora i lavori sembrano ripresi: la firma del decreto da parte del presidente segna una nuova tappa nella storia di questo maxi progetto. Un progetto che, per quanto eco-compatibile, desta diverse preoccupazioni: gli ambientalisti sono infatti convinti che il trasferimento di mezzo milione di persone sulle coste del lago Issyk Kul non farà che compromettere irrimediabilmente il fragile ecosistema della zona. Riaccendendo il dibattito su quanto sia difficile raggiungere un equilibrio duraturo tra sviluppo urbano e salvaguardia dell’ambiente.
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