Il presidente statunitense Joe Biden ha detto di star considerando di cancellare le accuse contro Assange, che rischia 175 anni di carcere per spionaggio negli Stati Uniti.
- Julian Assange è incarcerato nel Regno Unito e su di lui pendono 18 capi d’accusa negli Stati Uniti.
- A marzo l’Alta Corte di Londra ha aperto a un suo ricorso contro l’estradizione negli Stati Uniti.
- Ora per la prima volta un presidente Usa, Joe Biden, ha aperto a far cadere le accuse nei suoi confronti.
A sorpresa, il presidente statunitense Joe Biden ha aperto a far cadere le accuse contro Julian Assange. “Lo stiamo considerando”, ha risposto a specifica domanda durante un incontro con il premier giapponese Fumio Kishida, facendo riferimento alla richiesta dell’Australia di abbandonare l’incriminazione contro il fondatore di Wikileaks che va ormai avanti da anni.
Julian Assange ha a suo carico 18 capi di accusa negli Usa per violazione dell’Espionage Act.
Le accuse contro Assange
Julian Assange si trova incarcerato in una prigione di massima sicurezza del Regno Unito. Su di lui pendono 18 capi d’accusa relativi allo spionaggio e rischia 175 anni di carcere negli Stati Uniti.
Nel 2022 l’Alta Corte di Londra ha decretato il suo trasferimento oltreoceano, motivandolo con le rassicurazioni date dagli Stati Uniti sull’intenzione di non incarcerarlo nella loro prigione più estrema e di non sottoporlo alle misure detentive più stringenti. L’allora ministra britannica degli Interni, Priti Patel, ha formalmente approvato la sua estradizione e ad Assange è stata negata la possibilità di fare appello contro la decisione. Successivamente però il fondatore di Wikileaks ha ottenuto di poter fare ricorso contro questo rifiuto e a marzo l’Alta Corte di Londra ha accolto la possibilità di ricorso di Assange contro l’estradizione negli Stati Uniti, a meno che Washington non dia una serie di rassicurazioni in queste settimane.
L’apertura di Biden
Ora però il presidente statunitense Joe Biden ha aperto a far cadere le accuse nei confronti di Assange. Per la prima volta infatti è arrivata un’apertura in questo senso da parte di un presidente degli Stati Uniti: “Stiamo considerando questa possibilità”, ha risposto a un giornalista a margine dell’incontro con il premier giapponese Kishida.
L’Australia, il paese di cui Assange è cittadino, da anni chiede agli Stati Uniti di far cadere le accuse nei suoi confronti. Nel 2017 l’ex presidente Barack Obama aveva concesso la grazia a Chelsea Manning, l’ex analista dell’intelligence condannata a 35 anni di carcere per aver passato file segreti a Wikileaks, l’organizzazione di Julian Assange.
L’Australia in questi anni ha lamentato una discrepanza da parte di Washington nel trattamento di Manning e Assange. Nel caso Biden dovesse dare seguito alla sua apertura delle ultime ore, per il fondatore di Wikileaks non si tratterebbe comunque di una grazia, dal momento che finora non ha ricevuto condanne negli Stati Uniti. Deve infatti ancora essere processato, nel caso arrivasse l’okay alla sua estradizione dal Regno Unito.
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