Contrari gli Stati Uniti, astenuta l’Italia: l’Assemblea chiede al Consiglio di sicurezza “di riconsiderare la questione” dopo la bocciatura di aprile.
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato con 143 voti a favore, 9 contrari e 25 astenuti la risoluzione che riconosce la Palestina come qualificata a diventare membro a pieno titolo dell’Onu. Affinché la risoluzione venga accolta, ad ogni modo, è necessario che si esprima in modo favorevole anche il Consiglio di Sicurezza, composto di 15 membri, e gli Stati Uniti, che dispongono del diritto di veto e che già lo scorso 18 aprile avevano respinto una bozza di risoluzione, anche oggi hanno votato contro. La risoluzione approvata oggi invita testualmente il Consiglio di Sicurezza “a rivedere quella decisione”. Oltre agli Stati Uniti, hanno votato contro anche Argentina, Repubblica Ceca, Ungheria, Micronesia, Nauru, Palau, Stati Uniti e Papua Nuova Guinea e ovviamente Israele. L’Italia è tra i 25 Paesi che si sono astenuti, in compagni tra gli altri di Austria, Canada, Germania, Regno Unito, Ucraina.
Durissimo l’intervento dell’ambasciatore israeliano all’Onu, Gilad Erdan, poco prima del voto “le Nazioni Unite sono state fondate con la missione di garantire che la tirannia nazista non alzi mai più la testa, oggi fate l’esatto contrario e promuovere la creazione di uno stato terroristico palestinese, che sarà guidato dall’Hitler dei nostri tempi”, ha detto Erdan, riferendosi a Hamas. “Oggi, con ironia malata e contorta, lo stesso organismo istituito per prevenire il male sta accogliendo uno stato terroristico tra le sue fila: in ogni sondaggio si prevede che Hamas vincerà le elezioni palestinesi, semmai si svolgeranno. Quindi oggi l’assemblea generale non si appresta solo a concedere i diritti ad uno stato dell’Autorità palestinese, oggi si accinge a concedere privilegi e diritti al futuro stato terroristico di Hamas”. “Il mondo sta dalla parte del popolo palestinese e contro l’occupazione israeliana” ha commentato invece il presidente dell’Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, come riportato da Al Jazeera.
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