Oltre 2.500 miliardi di euro: sono i soldi che le grandi banche hanno iniettato nel settore delle fonti fossili dalla firma dell’Accordo di Parigi al 2019.
Le assicurazioni al G20: basta incentivi alle fonti fossili
È ora di smetterla di sostenere i combustibili fossili, che rappresentano una delle più gravi minacce alla salute del Pianeta e della sua popolazione. Lo chiedono a gran voce Aviva, Aegon e Amlin, tre delle più importanti compagnie assicurative al mondo, tramite un comunicato congiunto inviato ai grandi della Terra riuniti per il G20. La
È ora di smetterla di sostenere i combustibili fossili, che rappresentano una delle più gravi minacce alla salute del Pianeta e della sua popolazione. Lo chiedono a gran voce Aviva, Aegon e Amlin, tre delle più importanti compagnie assicurative al mondo, tramite un comunicato congiunto inviato ai grandi della Terra riuniti per il G20. La notizia è riportata dal quotidiano britannico The Guardian.
I temi caldi del G20
Quello che si apre ufficialmente domani è il primo G20 in assoluto che si tiene in Cina. Un appuntamento storico, che si porta dietro un grande carico di aspettative. Sotto l’ombrello della crescita, infatti, i grandi della Terra si troveranno sul tavolo diversi temi scottanti e non facili. A partire dal Ttip, l’accordo di libero scambio tra Stati Uniti e Unione europea, per cui la strada sembra ancora tutta in salita. Passando poi per la Brexit, che ha messo a dura prova l’equilibrio dell’Unione europea; e per la necessità di armonizzare la tassazione a livello internazionale, tornata di attualità dopo la maxi-multa dell’Europa a Apple. Non mancherà, ovviamente, il clima. In occasione del vertice infatti il presidente cinese Xi Jinping e il presidente degli Stati Uniti Barack Obama hanno annunciato la ratifica dell’Accordo di Parigi.
Il clima dev’essere la priorità
Proprio sul cambiamento climatico hanno puntato i riflettori Aviva, Aegon e Amlin, tre giganti assicurativi che insieme gestiscono asset del valore di oltre mille miliardi di dollari. Il G20 – affermano – dev’essere l’occasione per siglare una tabella di marcia per porre fine a qualsiasi incentivo a carbone, petrolio e gas naturale. Nel G7 dello scorso maggio i grandi della Terra avevano concordato di raggiungere questo obiettivo entro il 2025. I Paesi del G20, per ora, si sono solo genericamente impegnati a farlo “nel medio periodo”. Le tre società assicurative invece chiedono di accelerare nettamente i tempi: a detta loro, le sovvenzioni vanno eliminate nell’arco di quattro anni.
Quanto costano i sussidi ai combustibili fossili
“Il cambiamento climatico rappresenta la madre di tutti i rischi per l’economia e la società nel suo complesso – ha dichiarato l’amministratore delegato di Aviva Mark Wilson –. E questo rischio è amplificato dal modo in cui le sovvenzioni ai combustibili fossili distorcono il mercato dell’energia. Questi incentivi sono semplicemente insostenibili”.
Su cosa sia corretto intendere per “incentivi“, ad ogni modo, il dibattito è aperto. L’OCSE stima che i suoi Stati membri diano ogni anno un contributo di circa 160-200 miliardi di dollari alla produzione di carbone, petrolio e gas naturale. Il Fondo monetario internazionale invece è molto più severo e prende in considerazione anche i danni all’ambiente e alla salute. Così, il conto sale fino a 5.300 miliardi di dollari all’anno.
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