Approvata all’unanimità la legge destinata a colmare un vulnus della sanità italiana: chi non ha una residenza non ha accesso al medico di base.
Adesso è ufficiale. A partire dal 2025, quindi tra meno di due mesi, in 14 città metropolitane in cui è più alta la presenza di persone senza fissa dimora partirà una sperimentazione biennale volta a garantire progressivamente il diritto all’assistenza sanitaria anche a chi non ha una residenza anagrafica. Per dirla brutalmente: a chi dorme in strada e che attualmente, a causa della legge vigente, non avendo un indirizzo da dichiarazione è di fatto escluso dalla possibilità di avere un medico di base.
A distanza di circa quattro mesi dal primo ok della Camera, anche il Senato ha votato il provvedimento – all’unanimità, come solo raramente avviene – che adesso è quindi legge in via definitiva. Il provvedimento prevede l’istituzione di un fondo di un milione di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026, destinato a finanziare un programma sperimentale: il governo monitorerà l’attuazione della legge, presentando annualmente una relazione al Parlamento. La sperimentazione permetterà di valutare quanti senza fissa dimora vogliano accedere al medico di base e quantificare i costi necessari per ampliare eventualmente la copertura, promuovendo una prevenzione più efficace e sostenibile.
Le città in cui partirà la sperimentazione per i senza fissa dimora sono Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia. L’approvazione definitiva della proposta, che nasce alla Camera dal Partito democratico e ha avuto invece come relatrice al Senato una parlamentare leghista, è festeggiata da Avvocato di Strada, la onlus che si occupa dei diritti dei senza fissa dimora, come il culmine di “una battaglia lunga più di quindici anni. Una lotta portata avanti con tutte le nostre forze nelle aule del Parlamento, in mille iniziative e in altrettanti convegni organizzati in tutta Italia. Oggi coroniamo quello che per lungo tempo è sembrato solo un sogno impossibile” nonostante sembrasse a tutti un diritto basilare: finalmente anche chi vive in strada potrà curarsi e avere un medico di base.
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