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È il secondo ateneo in Italia dopo Padova. Chi ne avrà bisogno, potrà richiedere un kit sanitario gratuito per le mestruazioni, in tutte le sedi.
Anni di battaglie hanno portato all’approvazione all’unanimità da parte del consiglio d’amministrazione dell’Università degli Studi di Milano della distribuzione gratuita dei prodotti mestruali all’interno dell’ateneo.
Chiunque ne avrà bisogno, infatti, potrà richiedere in forma anonimo un kit sanitario, presso tutte le sedi dell’ateneo: Festa del Perdono, Santa Sofia, Sant’Alessandro, Noto, Conservatorio, il settore didattico di via Celoria e di Golgi, l’ospedale Sacco, mediazione a Sesto San Giovanni e veterinaria a Lodi. Il kit conterrà assorbenti, salviettine igieniche, cerotti e garze.
La misura andrà a beneficio di almeno 15mila persone, tra studentesse, personale universitario e persone che hanno le mestruazioni, ed è stata accolta dalla comunità studentesca con grande soddisfazione: “Ce l’abbiamo fatta!”.
La battaglia per permettere a chiunque di poter accedere ai prodotti di igiene mestruale all’Università Statale di Milano è iniziata nel 2018, quando in una Conferenza degli studenti la lista di rappresentanza universitaria UniSì ha proposto che l’ateneo installasse distributori di prodotti per l’igiene personale a prezzi calmierati. Nel 2019 la proposta è stata approvata dal Consiglio di amministrazione universitario, per poi diventare realtà nel 2020. Si potevano trovare, ad esempio, assorbenti al prezzo di 20 centesimi di euro l’uno.
Poi, nel 2023, dopo diverse proteste per richiedere la distribuzione gratuita, è arrivata la decisione finale il 28 aprile. “Siamo molto soddisfatti: si tratta di una vittoria delle studentesse in primis, ma in generale dell’intera popolazione studentesca perché questa è una battaglia che riguarda i diritti fondamentali e quindi interessa tutti”, ha commentato il Senato accademico della Statale di Milano.
L’accesso ai prodotti di igiene mestruale, oltre ad essere un diritto, è anche un tema di equità sociale e parità di genere. Non tutte le persone con mestruazioni riescono ad accedere ogni mese a prodotti e strutture adeguati, per motivi economici o sociali. È la period poverty, la “povertà mestruale”. Nel mondo è una condizione che colpisce 500 milioni di donne.
Ad esempio, in particolare nei paesi in via di sviluppo, mancano proprio le condizioni sanitarie per “affrontare” le mestruazioni. Molte ragazze rischiano infatti di non andare a scuola a causa di questo e dello stigma ancora diffuso. È un destino che colpisce una ragazza su 10 nell’Africa subsahariana e 3 su 10 in Afghanistan e in Nepal, secondo i dati dell’Unicef.
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