Nel pomeriggio del 17 settembre migliaia di cercapersone sono esplosi in Libano, causando 12 morti e quasi 3mila feriti. Dietro l’attacco c’è Israele.
- L’esplosione è stata causata dalla carica esplosiva inserita in una partita di cercapersone in dotazione di Hezbollah.
- Circa 500 membri di Hezbollah, oltre all’ambasciatore iraniano in Libano, hanno perso la vista.
- 12 i morti e quasi 3mila i feriti. Per il premier libanese è una violazione della sovranità nazionale.
A ormai 24 ore dall’attentato terroristico con cui Israele ha fatto esplodere migliaia di cercapersone di Hezbollah in Libano, il bilancio è di 12 morti e quasi 3mila feriti. Le esplosioni si sono verificate nel pomeriggio del 17 settembre e sarebbero state causate da piccole cariche esplosive posizionate di fianco alle batterie.
Israele non ha rivendicato l’attacco ma fonti citate dal New York Times e dagli altri principali media internazionale hanno confermato la matrice israeliana. Da Hezbollah hanno parlato di violazione della sovranità del paese e non è da escludere che ci saranno rappresaglie.
L’esplosione dei cercapersone
Le esplosioni sono avvenute dalle 15.30 in poi del 17 settembre. Piccole deflagrazioni quasi in simultanea in diversi punti del Libano, generate dai cercapersone in dotazione ai membri dell’organizzazione politico-militare Hezbollah.
Secondo le prime ricostruzione, nei cercapersone sarebbero stati piazzati circa 20-30 grammi di carica esplosiva, attivata tramite la ricezione di un messaggio. I video che circolano sui social media hanno mostrato scene raccapriccianti: esplosioni in negozi, supermercati e in strada, con persone ricoperte di sangue e il traffico congestionato di ambulanze.
Il bilancio provvisorio è di 12 morti, tra cui anche una bambina. I feriti sono quasi 3mila e almeno 500 membri di Hezbollah avrebbero perso la vista, così come l’ambasciatore iraniano in Libano, Mojtaba Amani. Esplosioni ci sono state anche in Siria, dove miliziani di Hezbollah combattono al fianco del regime di Bashar al-Assad.
Violazione della sovranità libanese
A febbraio i membri di Hezbollah avevano abbandonato l’uso dei telefoni cellulari per timore di essere sorvegliati dall’intelligence israeliana, passando ai cercapersone. Sono stati ordinati migliaia di dispositivi dall’azienda Gold Apollo di Taiwan, che sono stati manomessi durante la produzione o nel corso del trasporto in Libano. Il presidente dell’azienda, Hsu Ching-Kuang, ha detto che quei cercapersone non erano stati prodotti nel loro stabilimento, ma da un’altra società che usa il suo marchio ma di cui al momento non è stato possibile avere ulteriori informazioni.
Non ci sono state rivendicazioni per l’attacco, ma fonti autorevoli sentite dal New York Times e dai principali media internazionali hanno confermato la matrice israeliana. Najib Mikati, premier israelino, ha definito l’attacco “una violazione della sovranità libanese”.
Israele e Hezbollah si scontrano dal 7 ottobre, quando Israele ha iniziato la sua offensiva militare nella Striscia di Gaza che ha finora causato oltre 40mila morti. In questi mesi Israele ha compiuto diversi attacchi contro il Libano, arrivando a uccidere anche dirigenti di Hezbollah, alleato di Hamas, nella capitale Beirut. Il fuoco israeliano dal 7 ottobre a oggi ha ucciso almeno 500 libanesi, mentre Hezbollah ha lanciato in numerose occasioni missili in suolo israeliano. A fine agosto tra le due parti c’è stato lo scambio a fuoco più pesante dal 2006, con Israele che ha lanciato circa 100 missili e Hezbollah che ha lanciato oltre 300 tra razzi e droni. L’attacco terroristico del 17 settembre in suolo libanese costituisce una nuova frontiera dello scontro tra i due attori.
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