Il concerto milanese per Gaza, un successo di pubblico e raccolta fondi, è stata la presa di posizione più forte contro il genocidio della scena musicale italiana.
La musica dopo Parigi
Il mondo della musica è ancora sconvolto dagli attentati di Parigi, che venerdì notte hanno causato la morte di 129 persone. Gran parte di queste si trovava al Bataclan, lo storico locale dove stavano suonando gli Eagles of Death Metal. Quella che doveva essere una serata di festa, puro intrattenimento e musica rock, veicolata tra
Il mondo della musica è ancora sconvolto dagli attentati di Parigi, che venerdì notte hanno causato la morte di 129 persone. Gran parte di queste si trovava al Bataclan, lo storico locale dove stavano suonando gli Eagles of Death Metal. Quella che doveva essere una serata di festa, puro intrattenimento e musica rock, veicolata tra l’altro con la consueta dose di ironia dalla band californiana, si è purtroppo trasformata in un teatro dell’orrore. Tra le vittime, giovani e meno giovani di ogni nazionalità e religione, anche diversi addetti ai lavori tra cui il reporter del settimanale Les InRocks Guillaume B Decherf, il manager discografico Thomas Ayad e il merchandiser Nick Alexander.
Tantissime le reazioni emotive dei musicisti, che hanno condiviso sui social media il proprio dolore, sconcerto e compassione. Gli U2, annullato il concerto che avrebbero tenuto nella capitale francese il giorno successivo, si sono recati davanti alla venue per pregare e deporre fiori. “Se ci pensate, la maggior parte delle vittime della scorsa notte sono appassionati di musica”, ha detto Bono Vox. “È la prima volta che si colpisce direttamente la musica da quando è partita la cosiddetta Guerra al Terrore. Ed è sconvolgente. È la nostra gente. Potevamo esserci io e voi allo spettacolo, in quel locale… L’esecuzione a sangue freddo di questo massacro è profondamente preoccupante, non riesco a togliermelo dalla testa”.
Un mondo a lutto, colpito al cuore in un luogo simbolo, un teatro ottocentesco che in passato aveva già subito minacce da parte di attivisti anti-israeliani ed estremisti islamici a causa della proprietà ebraica della struttura e della programmazione musicale. Velvet Underground, Jeff Buckley, Blur, David Byrne, moltissimi artisti avevano suonato al Bataclan. Anche i Foo Fighters che, appresa la notizia, hanno sospeso il tour: “Alla luce di questa violenza senza senso, la chiusura delle frontiere e il lutto internazionale, non possiamo continuare in questo momento. Non c’è altro modo per dirlo. È una cosa pazzesca e orribile. I nostri pensieri e le nostre preghiere vanno a tutti coloro che sono stati feriti o hanno perso una persona cara”.
Madonna non ha rinunciato al suo spettacolo, ma dal palco di Stoccolma ha detto commossa: “Mi sento combattuta. Perché sono qui a ballare e a divertirmi quando c’è chi sta gridando per la perdita dei propri cari?”. E ha twittato: “Siamo tutti immigrati!”. Dall’altra parte dell’oceano, Cat Power ha esteso la solidarietà al Medio Oriente: “Piangiamo per i caduti di Beirut e di Parigi e per i milioni di rifugiati siriani sfollati in questi giorni. Preghiamo i leader di attivarsi per questi e per tutti gli altri crimini contro l’umanità”.
Intanto sabato, il giorno dopo gli attentati, un uomo (Davide Martello) ha trascinato in bicicletta il suo pianoforte portatile fino a Rue Richard Lenoir. Giunto davanti al Bataclan, ha iniziato a suonare “Imagine”. Poi si è alzato e se ne è andato, tra gli applausi e le lacrime.
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