La raccolta delle migliori fotografie naturalistiche del National Geographic scattate nel 2024, il mondo animale attraverso l’obiettivo della fotocamera
Australia, sono nati sette cuccioli di diavolo della Tasmania. È la prima volta in tremila anni
Grazie all’impegno di alcune organizzazioni ambientaliste, il diavolo della Tasmania è stato reintrodotto in natura anche in Australia.
I più lo immaginano con le sembianze di Taz, l’irrefrenabile personaggio dei Looney Tunes. Meno noto è il fatto che il diavolo della Tasmania (Sarcophilus harrisii) sia ufficialmente catalogato tra le specie in pericolo. Da qui l’entusiasmo del mondo scientifico e ambientalista nello scoprire che sono nati sette cuccioli in Australia, dove mancavano da oltre tremila anni.
Perché il diavolo della Tasmania rischia l’estinzione
Un tempo il diavolo della Tasmania era presente nel territorio dell’Australia, ma è scomparso perché predato dal dingo, un cane selvatico. Da allora è rimasto soltanto nell’isola dell’Oceania da cui prende il nome. Fino alla metà degli anni Novanta la popolazione ammontava a 130-150mila esemplari, fa sapere l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn). Da allora però ha subìto un tracollo soprattutto a causa di una malattia, un tumore trasmissibile che colpisce unicamente quella specie. Si stima che oggi ne siano rimasti meno di 25mila.
Il successo del piano di ripopolamento in Australia
Da qui la scommessa delle organizzazioni ambientaliste Aussie Ark, Re:wild e Wild Ark: riportare il diavolo della Tasmania in Australia. Lo scorso anno 26 animali adulti sono stati liberati in un santuario da 400 ettari nel parco nazionale di Barrington Tops, nel Nuovo Galles del Sud. “Una volta reintrodotti in natura, dipendeva tutto da loro. Il che era snervante”, ha dichiarato il presidente di Aussie Ask, Tim Faulkner. “Li abbiamo osservati da lontano fino a quando non è arrivato il momento di intervenire per confermare la nascita dei nostri primi cuccioli. Che momento è stato!”. Gli animali appaiono in buona salute; la loro crescita verrà monitorata dai ranger nelle prossime settimane.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Sul Pianeta restano soltanto mille numbat. Forse, però, siamo ancora in tempo per garantire la sopravvivenza di questi graziosi marsupiali.
I mammiferi endemici del continente stanno scomparendo al ritmo di 1-2 al decennio, a causa dell’introduzione di specie alloctone e dell’impatto antropico.
Siamo stati tre giorni tra borghi, vallate e foreste dell’Appennino centrale, per vedere le misure adottate per favorire la coesistenza tra uomini e orsi marsicani.
Per la prima volta le giraffe stanno per essere inserite nella lista delle specie protette dall’Endangered species act, una mossa per la loro salvaguardia.
La Cop16 di Cali, in Colombia, è stata sospesa per il mancato raggiungimento del quorum necessario per lo svolgimento della plenaria finale. Tempi supplementari a Roma, nel 2025, sperando che le parti trovino le risorse per tutelare la biodiversità.
Si tratta di un’area di 202 chilometri quadrati nata grazie agli sforzi durati 16 anni delle comunità locali e nazionali a Porto Rico.
Ha 300 anni e può essere visto persino dallo spazio. È stato scoperto nel Triangolo dei Coralli grazie a una spedizione della National Geographic society.
La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.