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La troupe francese, durante le riprese, avrebbe contribuito a bloccare la linea ferroviaria che collega la miniera di carbone Adani al porto di Abbot Point.
Lunedì 22 luglio il giornalista francese Hugo Clément e la sua squadra sono stati arrestati in Australia mentre stavano filmando alcuni manifestanti del gruppo Frontline action on coal, organizzazione che si batte per la giustizia climatica in Australia. I manifestanti stavano bloccando un tratto ferroviario nei pressi del terminal del carbone di Abbot Point, nel Queensland settentrionale, parte del progetto che prevede la realizzazione dell’enorme miniera di carbone Carmichael, da parte del colosso minerario indiano Adani Mining Pty Ltd. I giornalisti, che lavorano per la rete televisiva pubblica France 2 e che stavano raccogliendo materiale per la realizzazione di un documentario sulla salute degli oceani, sono stati arrestati, secondo le autorità australiane, per violazione di domicilio.
Nel corso dell’operazione di polizia sono stati tratti in arresto i quattro giornalisti francesi, di 29, 30, 32 e 39 anni, tra cui Hugo Clément, un giornalista noto in Francia per i suoi documentari sui cambiamenti climatici e l’ambiente, e tre attivisti. Secondo quanto riferito dal gruppo Frontline action on coal, alle 7 circa venti attivisti si sono radunati fuori dall’entrata del porto, e due di loro si sono sigillati in un blocco di cemento per ostruire la ferrovia. Quando le forze dell’ordine sono giunte sul posto hanno immediatamente arrestato i giornalisti, colpevoli di “sconfinamento su una ferrovia”.
“Senza preavviso, tutti e quattro i francesi sono stati immediatamente ammanettati e fatti salire sui veicoli della polizia”, si legge nella dichiarazione del gruppo per la giustizia climatica.
I sette arrestati sono stati condotti in una stazione di polizia nella vicina città di Bowen, e nel pomeriggio sono stati rilasciati su cauzione, in attesa dell’udienza in tribunale prevista per il 3 settembre. “Stavamo solo facendo il nostro lavoro – ha dichiarato a Reuters Hugo Clément –. Stavamo riprendendo sul suolo pubblico e non abbiamo bloccato la ferrovia, non sappiamo perché la polizia abbia deciso di arrestarci, non siamo attivisti, solo giornalisti”.
Ai quattro giornalisti di France 2 è stato imposto il divieto di trovarsi a meno di 20 chilometri dalla miniera Carmichael di Adani o a meno di 100 metri da qualsiasi altro sito di proprietà della società indiana. “È molto strano, è come se avessero qualcosa da nascondere – ha commentato Clément –. Come possiamo fare il nostro lavoro se ci è vietato avvicinarci al loro sito? Cosa sta succedendo in questi luoghi? Continueremo a lavorare su questo argomento perché penso che sia importante parlarne, non bisogna infrangere la legge, basta parlarne, l’estrazione mineraria e il riscaldamento globale non possono essere nascosti”. Il giornalista ha infine sottolineato la grande influenza del colosso minerario, in grado di spingere la polizia ad arrestare giornalisti al lavoro. “Credo sia un buon esempio del potere delle grandi società private”.
Lo scorso giugno, dopo quasi un decennio di proteste e procedimenti legali, il governo del Queensland ha approvato i piani della compagnia per la gestione delle acque sotterranee e ha dato il via libera definitivo ai lavori per la realizzazione della miniera Carmichael, la più grande del continente. La miniera, nel suo ciclo di vita, dovrebbe portare all’estrazione di circa 2,3 miliardi di tonnellate di carbone, mentre le emissioni di CO2 correlate sarebbero di 4,7 miliardi di tonnellate.
Alla compagnia indiana è stato inoltre concesso di prelevare tutta l’acqua di cui avrà bisogno, rischiando di compromettere corsi d’acqua e falde acquifere. Oltre ad immettere grandi quantità di gas climalteranti in atmosfera, compromettendo ulteriormente la già tragica situazione climatica globale, la miniera minaccia la Grande barriera corallina, che si estende al largo del Queensland. La scorsa settimana, però, il governo del Queensland ha avviato un procedimento legale contro la Adani Mining, la quale avrebbe riferito informazioni false o fuorvianti circa l’effettivo impatto della miniera. Il prossimo 16 agosto la questione verrà dibattuta dinnanzi la corte distrettuale di Brisbane.
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