Australia, un tribunale impone al governo di proteggere i giovani dalla crisi climatica

Secondo la corte australiana il governo “ha l’obbligo” di agire concretamente in modo da evitare danni futuri per le giovani generazioni.

Aggiornamento 16 marzo 2022 – La sentenza che nel 2021 aveva stabilito che la ministra dell’Ambiente australiana, Sussan Ley, avesse il dovere di proteggere i giovani dalla crisi climatica è stata ribaltata in Corte d’appello.

I tre giudici che hanno accolto il ricorso di Ley hanno dichiarato che i processi giudiziari non sono idonei a determinare questioni di ordine pubblico e che la protezione dei cittadini dai danni personali causati dagli effetti dei cambiamenti climatici non è una responsabilità della ministra, ai sensi delle leggi ambientali australiane.

Gli otto attivisti che lo scorso anno avevano aperto il caso, tra cui la 17enne Anjali Sharma, si sono detti estremamente delusi e arrabbiati per la decisione della Corte. I giovani studenti, sostenuti nella loro azione legale da una suora di nome Brigid Arthur, hanno fatto sapere che la loro lotta per la giustizia climatica non si fermerà. “Il mondo ci guarda”.


È una sentenza storica quella che è stata emessa da una corte federale australiana, che ha riconosciuto che la Ministra dell’ambiente, Sussan Ley, ha il dovere di pensare al futuro delle giovani generazioni e proteggerle dalla crisi climatica. La delibera è arrivata in seguito alla richiesta d’ingiunzione di otto giovani studenti e una suora ottantenne per impedire a Ley di approvare la proposta di Whitehaven Coal di espandere la miniera di carbone di Vickery, nella zona settentrionale del Nuovo Galles del Sud.

Sussan Ley
La Ministra dell’ambiente australiana, Sussan Ley © Tracey Nearmy/Getty Images

La sentenza della corte australiana

Se approvata, l’espansione della miniera di carbone di Vickery contribuirebbe ad aggravare i cambiamenti climatici, mettendo in pericolo il futuro delle nuove generazioni. Secondo le previsioni, potrebbe portare a un aumento di circa 100 milioni di tonnellate di CO2 rilasciate nell’atmosfera, con gravi conseguenze sul riscaldamento globale, che a sua volta avrebbe un impatto devastante sui giovani.

Durante l’udienza, infatti, la corte ha fatto riferimento al fatto che, stando alle stime, un milione di giovani australiani potrebbe essere ricoverato in ospedale a causa di stress da caldo, che la Grande barriera corallina e gran parte delle foreste di eucalipto dell’Australia potrebbero non esserci più quando loro saranno diventati adulti, per non parlare delle conseguenze economiche. Uno scenario drammatico definito “ragionevolmente prevedibile”. Nonostante la richiesta di bloccare l’espansione della miniera di carbone sia stata respinta, il giudice Mordecai Bromberg ha stabilito che la ministra ha un “duty of care”, cioè un obbligo di diligenza di non agire in modo da causare danni futuri alle giovani generazioni. Secondo David Barnden, l’avvocato degli studenti, le conclusioni del giudice sono “una vittoria unica al mondo”.

Miniera di carbone
Una miniera di carbone © Ian Waldie/Getty Images

La dichiarazione del giudice Mordecai Bromberg

Nella dichiarazione del giudice Mordecai Bromberg lo scenario che si prospetta se non vengono fermati i cambiamenti climatici sembra essere drammatico. “L’ambiente fisico diventerà sempre più ostile, molto più estremo. Per quello che riguarda l’esperienza umana, cioè la qualità della vita, l’opportunità di godere dei tesori della natura, la capacità di crescere e prosperare, tutto sarà notevolmente ridotto. Le vite saranno più brevi, i disturbi saranno molto più comuni e sarà più difficile essere e restare in buona salute. Niente di tutto questo sarà colpa della Natura stessa. Sarà in gran parte inflitto dall’inazione di questa generazione di adulti, in quella che potrebbe essere giustamente descritta come la più grande ingiustizia intergenerazionale mai inflitta da una generazione di esseri umani all’altra”. Non usa mezzi termini Bromberg, nonostante la corte abbia di fatto respinto l’ingiunzione per impedire l’allargamento della miniera. Intanto un portavoce della ministra Ley ha fatto sapere che il governo sta valutando la sentenza e che si riserba di fare ulteriori commenti “a tempo debito”.

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