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La fabbrica Toyota di Altona, in Australia, cambierà volto: dal 2020 produrrà idrogeno dalle fonti rinnovabili. Un progetto da 7,4 milioni di dollari.
Nella città di Altona, non molto distante dalla metropoli australiana Melbourne, c’è uno stabilimento di Toyota che presto sarà riqualificato. Grazie alla collaborazione tra la casa automobilistica e l’Agenzia australiana per le energie rinnovabili (Arena), questo sito avrà una nuova vita, nelle vesti di impianto per la produzione e il rifornimento di idrogeno a livello commerciale.
Come spiega il quotidiano britannico Guardian, il nuovo centro produrrà idrogeno per mezzo dell’elettrolisi dell’acqua. L’energia necessaria sarà fornita esclusivamente da fonti rinnovabili, grazie all’installazione di pannelli solari e un sistema di accumulo a batterie. Il piano prevede che il centro sia operativo entro la fine del 2020 e che comprenda anche un impianto di stoccaggio e una stazione di rifornimento per i veicoli commerciali. Si tratta di un progetto di riqualificazione molto impegnativo, che richiede un investimento pari a 7,4 milioni di dollari, forniti in parte da Altona (3,1 milioni) e in parte da Toyota Australia (4,3 milioni).
Toyota Australia Unveils Plans to Build $7.4 million Hydrogen Centre–Toyota’s Altona Site to be Home to Victoria’s First #Hydrogen Refuelling Station. @ARENA_aus will contribute $3.1 million with @ToyotaMotorCorp investing the remaining $4.3 million–https://t.co/0X5GsMWj4V pic.twitter.com/YrhoCZblb7
— FuelCellsWorks (@fuelcellsworks) 19 marzo 2019
“L’idrogeno ha il potenziale di giocare un ruolo cruciale nel futuro, perché può essere usato per immagazzinare e trasportare l’energia del sole, del vento e di altre fonti rinnovabili e usarla per alimentare diversi dispositivi, inclusi i veicoli come la berlina fuel cell Toyota Mirai”, dichiara tramite una nota il presidente e amministratore delegato di Toyota Australia, Matt Callachor. Il nuovo centro di Altona, spiega, aiuterà l’azienda a raggiungere i suoi coraggiosi obiettivi ambientali per il 2050. Parallelamente contribuirà a colmare, almeno in parte, quel vuoto di infrastrutture che oggi è il più grande ostacolo alla diffusione dell’idrogeno su vasta scala.
In Australia, l’idrogeno riscuote un favore bipartisan. Da un lato c’è il governo guidato da Scott Morrison che promette di sviluppare una strategia nazionale e a tale scopo ha già coinvolto scienziati, amministrazioni e anche l’opinione pubblica, attraverso una consultazione popolare. Dall’altro lato c’è il partito laburista di centrosinistra, che siede all’opposizione e propone un piano di sviluppo dell’idrogeno che vale 1,1 miliardi di euro. Un’idea che è stata subito accolta con entusiasmo dagli ambientalisti.
Secondo il numero uno dell’agenzia governativa Arena, Darren Miller, il nuovo impianto di Toyota ad Altona “avrà un ruolo chiave nella diffusione di veicoli a idrogeno”, soprattutto mezzi pesanti, autobus e flotte degli enti pubblici. L’Australia, ha continuato, possiede un’expertise e una rete infrastrutturale che le garantiscono un vantaggio competitivo, da sfruttare in futuro anche in termini di esportazioni. Gli fa eco il ministro dell’Energia Angus Taylor: a detta sua, l’Australia è destinata a diventare “leader globale nell’idrogeno”.
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