Politiche frammentarie, discontinue e incerte. Così sull’elettrico l’Italia fa peggio persino della Grecia. Ne approfitta la Cina, che allarga l’offerta; ultimo caso la BYD Sealion 7.
Auto elettrica, in Europa la diffusione è ancora legata al reddito
Un report dell’Acea sull’auto elettrica mostra il ritardo dei paesi con un Prodotto interno lordo basso. Le nazioni del nord Europa dominano la scena.
L’auto elettrica è (anche) una questione di Pil. Con una quota mercato ormai superiore al 10 per cento, i mezzi a basso impatto ambientale sono una realtà consolidata, ma per larghe fasce della popolazione europea rappresentano ancora un sogno. L’accessibilità economica resta una variabile importante, insieme alla capillarità della rete di ricarica: a rilevarlo è una ricerca dell’Acea, l’Associazione europea dei produttori di automobili.
Il caso della Norvegia, tra incentivi e basso costo dell’elettricità
Lo scorso anno le auto elettriche a batteria e le ibride plug-in hanno rappresentato il 10,5 per cento di tutti i nuovi veicoli venduti nell’Unione europea. La crescita negli ultimi anni è stata costante, eppure i tre quarti di tutte le vendite di auto elettriche nel vecchio continente sono concentrate in soli cinque paesi dell’Europa occidentale – Norvegia, Svezia, Paesi Bassi, Finlandia e Danimarca – che vantano un Prodotto interno lordo decisamente più elevato della media; il restante quarto delle vendite è invece distribuito fra gli altri 22 Stati membri.
Questo scenario, oltre ai forti incentivi statali e uno dei prezzi dell’elettricità più bassi al mondo, fanno della Norvegia la nazione che, anche nel 2020, ha visto in termini percentuali il maggior numero di auto a batteria vendute: le e-car hanno rappresentato il 54,3 per cento degli acquisti di veicoli nuovi, con un aumento del 27,3 per cento rispetto al 2019, mentre gli ibridi plug-in hanno toccato il 20,4 per cento del mercato e le ibride l’8,6 per cento. “Come nel caso della distribuzione delle infrastrutture di ricarica – spiega Eric-Mark Huitema, direttore generale dell’Acea – c’è una chiara divisione nell’accessibilità economica delle auto elettriche tra l’Europa centro-orientale e l’Europa occidentale, così come un pronunciato divario tra nord e sud”.
L’auto elettrica deve essere accessibile e conveniente per tutti
In ben 10 nazioni, infatti, la quota di mercato dei mezzi a batteria crolla dal 10,5 a meno del 3 per cento: qui viaggiare “green” resta un lusso per pochi. In sostanza, le forti variazioni nazionali nelle vendite di auto elettriche nell’Unione europea sono chiaramente correlate al tenore di vita di un paese. Le nazioni fanalino di coda per penetrazione di questi mezzi nel parco auto circolante, hanno tutte un Pil medio inferiore ai 17.000 euro: è il caso, ad esempio, dei paesi dell’Europa centrale e orientale e della Grecia.
Inoltre, i cinque paesi con la più bassa diffusione sul mercato di auto elettriche hanno anche pochissimi punti di ricarica, inferiori all’uno per cento del totale dell’Ue. Di contro, una quota di mercato superiore al 15 per cento si trova solo nei paesi più ricchi del nord Europa, che vantano un Pil medio di oltre 46.000 euro. “Per continuare verso l’obiettivo zero emission – conclude Huitema – la Commissione europea deve garantire urgentemente che ci siano tutte le giuste condizioni e che nessun paese o cittadino venga lasciato indietro. I veicoli a zero emissioni devono essere accessibili e convenienti per tutti”.
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