L’auto elettrica che si ricarica senza fili: Toyota ci prova

La comodità di ricaricare l’auto elettrica senza estrarre fili o infilare prese contro la difficoltà di centrare la piastra a induzione in parcheggio. L’ecologia dell’auto a zero emissioni con la necessità di ridurre le interferenze elettromagnetiche. Queste sono le sfide che Toyota sta per studiare nel progetto di sperimentazione del suo sistema di ricarica wireless.

La comodità di ricaricare l’auto elettrica senza estrarre fili o infilare prese contro la difficoltà di centrare la piastra a induzione in parcheggio. L’ecologia dell’auto a zero emissioni con la necessità di ridurre le interferenze elettromagnetiche. Queste sono le sfide che Toyota sta per studiare nel progetto di sperimentazione del suo sistema di ricarica wireless.

Prende dunque avvio la fase di prova su strada del sistema di ricarica wireless, che semplificherebbe molto la vita dei guidatori di auto ibride plug-in o elettriche (novanta minuti per un pieno di elettricità, semplicemente parcheggiandoci sopra). La tecnologia dovrebbe essere in grado di ricaricare un veicolo parcheggiato su un induttore integrato nella superficie della piazzola di sosta.

Il sistema di ricarica usa la tecnologia a risonanza magnetica. Secondo Toyota vengono ridotte le perdite nell’efficienza della trasmissione di potenza e dovrebbero essere contenute al minimo anche le interferenze elettromagnetiche. La frequenza sarà di 85 kHz, il voltaggio AC di 200 V, la potenza di 2 kW. L’induttore installato a terra deve però essere centrato da chi sta al volante, per cui Toyota sta sviluppando anche un sistema di park assist che mostra la posizione dell’induttore.

I test partono a fine febbraio nella prefettura di Aichi, in Giappone, dove Toyota ha la sua sede. Per un anno saranno impiegate tre Prius ibride plug-in date in uso a tre nuclei familiari. I criteri dei test includono la soddisfazione degli utenti, facilità d’uso, percentuali di errori nell’allineamento, comportamenti di routine per capire quanto di frequente sarà usato il sistema. I risultati serviranno agli ingegneri nipponici per migliorare il sistema e valutarne l’introduzione sul mercato.

 

 

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