Politiche frammentarie, discontinue e incerte. Così sull’elettrico l’Italia fa peggio persino della Grecia. Ne approfitta la Cina, che allarga l’offerta; ultimo caso la BYD Sealion 7.
Auto elettriche, il costo incide ancora molto nelle scelte di acquisto
Cresce la propensione degli italiani per le auto elettriche ma il prezzo resta una variabile importante, che la guerra potrebbe ulteriormente appesantire.
Tra il desiderio di possedere un’auto elettrica e il suo effettivo acquisto, c’è di mezzo il costo. Già, il prezzo resta uno dei principali limiti alla piena affermazione dei veicoli alimentati a batteria. Una variabile sulla quale potrebbe incidere (negativamente) anche la guerra in Ucraina, per effetto della scarsità di materie prime e in particolare di nichel.
Un italiano su due è pronto ad acquistare una vettura ibrida (e il 38 per cento una elettrica)
A fotografare la propensione degli italiani rispetto all’acquisto di un’auto elettrica è un sondaggio condotto da Areté, una società di consulenza specializzata principalmente nel settore automotive. Promossa a tre mesi di distanza da uno studio simile sul tema, l’indagine evidenzia un’attenzione crescente per le vetture elettrificate, frenato però dal fattore economico. Alla domanda “Se dovessi acquistare un’auto nuova, quale alimentazione sceglieresti?”, ormai un italiano su due indica una vettura ibrida e ben il 38 per cento – contro il 23 per cento del precedente sondaggio – si dichiara pronto a passare all’elettrico; tra i principali motivi ci sono la volontà di inquinare di meno e la possibilità di risparmiare sui consumi e sui costi di manutenzione.
Il gap tra il prezzo di mercato delle auto elettriche e la disponibilità di spesa è del 30 per cento
Il problema resta quello del prezzo. Per acquistare un’auto elettrica gli italiani sono disposti a spendere intorno al 30 per cento in meno del costo medio dei veicoli presenti oggi sul mercato: una forbice ampia che gli incentivi messi in campo recentemente dal governo possono colmare solo in parte. Il 56 per cento degli intervistati sarebbe disposto a pagare meno di 20.000 euro per una citycar e tra i 30.000 e i 40.000 euro per una berlina piccola premium.
“Lo studio – sottolinea Massimo Ghenzer, presidente di Areté – evidenzia come in Italia quasi tutti valutino ormai con attenzione le motorizzazioni ibride ed elettriche per il futuro acquisto dell’auto. Resta però un ostacolo decisivo per una più ampia diffusione di questi veicoli: il costo. Va colmato almeno un 30 per cento di gap tra l’attuale prezzo di mercato e le disponibilità di spesa degli italiani; senza una riduzione di questa forbice appare oggi poco realistica un’immediata e significativa crescita della quota dell’elettrico sul mercato”. Oltretutto l’analisi evidenzia come, al di là della propensione all’acquisto, quattro italiani su dieci abbiano già guidato, anche occasionalmente, una vettura elettrica; e chi lo ha fatto ne ha apprezzato la silenziosità (indicata dal 43 per cento del campione), seguita dal relax di guida e dai consumi ridotti nel 19 per cento dei casi.
Il conflitto in Ucraina e il problema dell’approvvigionamento di materie prime
Oltretutto nelle ultime settimane si è aperto un altro fronte potenzialmente critico, quello della guerra in Ucraina. Che rischia di avere ripercussioni sui costi di produzione delle batterie. La Russia, infatti, è uno dei principali produttori di nichel ed il terzo fornitore al mondo: il conflitto ha iniziato a limitare gli approvvigionamenti e, nel medio periodo, ciò potrebbe avere ricadute sui prezzi delle batterie e quindi su quelli delle auto elettriche.
S&P Global Mobility ha evidenziato il rischio che questa dinamica dei prezzi delle materie prime possa “spazzare via ogni diminuzione di prezzo delle batterie dovuto alle economie di scala e ai progressi tecnologici”. Se un recente studio di BloombergNef aveva stimato che tra il 2025 e il 2027 le auto elettriche sarebbero diventate più convenienti di quelle a benzina e diesel, la società americana specializzata in ricerche finanziarie e analisi su titoli azionari ha delineato uno scenario decisamente diverso: “Se queste quotazioni così elevate dovessero confermarsi nel 2023 e oltre, il raggiungimento del punto di pareggio nei prezzi fra le auto convenzionali e quelle elettriche sarebbe notevolmente proiettato in avanti nel tempo”.
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