Politiche frammentarie, discontinue e incerte. Così sull’elettrico l’Italia fa peggio persino della Grecia. Ne approfitta la Cina, che allarga l’offerta; ultimo caso la BYD Sealion 7.
Auto elettriche e disabili, le colonnine di ricarica sono ancora poco accessibili
Emerge un nuovo limite al pieno sviluppo delle auto elettriche: una ricerca inglese ha rilevato le criticità denunciate dagli automobilisti con disabilità.
Per la piena affermazione delle auto elettriche sono centrali i nodi dei costi per l’acquisto, dell’autonomia delle batterie e del numero delle infrastrutture di ricarica. Ma proprio rispetto all’ultimo elemento, una ricerca inglese evidenzia un altro aspetto problematico: quello dell’accessibilità delle persone disabili alle colonnine pubbliche. Lo studio, pubblicato dal Research institute for disabled consumers e commissionato da Urban Foresight – fornitore di colonnine urbane che fuoriescono dalla sede stradale al momento dell’uso – ha rivelato le preoccupazioni dei conducenti con mobilità ridotta rispetto alla ricarica dei mezzi al 100 per cento elettrici.
Propensi all’acquisto di auto elettriche ma preoccupati
Secondo l’indagine, la maggior parte dei conducenti disabili è propensa all’acquisto di auto elettriche, ma lo farà solo se le colonnine e i sistemi di collegamento fra i mezzi e la rete saranno resi più accessibili; nella forma attuale, infatti, oltre due intervistati su tre considerano la ricarica “difficile o molto difficile da effettuare”, un particolare che finisce per scoraggiarli. Vari aspetti del consueto processo di ricarica sono stati identificati come potenzialmente problematici, in particolare la rimozione del cavo dall’auto, l’inserimento dello spinotto e gli spostamenti tra il mezzo e la colonnina.
Quelli che per molti sono considerati gesti di routine, diventano scogli insormontabili per persone anziane e disabili, compresi coloro che soffrono di artrite, malattie muscolari o controllo motorio compromesso, oppure che si stanno riprendendo da un ictus. Il 54 per cento ha affermato che sollevare il cavo di ricarica dal bagagliaio e poi collegarlo può essere un’operazione molto complessa; il 41 per cento teme di dover faticare troppo per portare il cavo al caricabatterie, a cui si aggiunge un 66 per cento che esprime preoccupazioni sui pericoli di inciampo sulle barriere attorno la colonnina.
Il rischio di escludere fasce consistenti di consumatori
Altre questioni emerse includono la preoccupazione per il collegamento di cavi pesanti e punti di connessione di ricarica fuori portata, quindi inutilizzabili per gli utenti in sedia a rotelle. Il risultato, a fronte di oltre due terzi degli intervistati che esprime il desiderio di possedere un veicolo elettrico, è una certa ritrosia a sposare in pieno la mobilità sostenibile.
Oppure, come nel caso di Mike Jones – un utilizzatore di sedia a rotelle di 52 anni e proprietario di un’auto elettrica – un’insoddisfazione successiva all’acquisto: “Volevo un modello a batteria poiché sono ansioso di fare la mia parte per proteggere l’ambiente, dato che faccio principalmente piccoli viaggi. Sono rimasto deluso, tuttavia, dalla mancanza di punti di ricarica pubblici vicino a dove vivo e dal fatto che le strutture di ricarica non sono progettate per gli utenti su sedia a rotelle, perché di solito non c’è molto spazio per manovrare”. Anche rispetto al grande tema della mobilità del futuro, in sostanza, c’è il rischio concreto di immettere sul mercato prodotti o servizi non pensati per tutti. Con il risultato di tagliare fuori fasce consistenti di consumatori che sarebbero pronte a fornire il proprio contributo, a vantaggio di tutti.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Nei primi due talk organizzati da Autopromotec si è parlato di come, dietro l’auto, si celi un mondo (perlopiù invisibile) di piccole e grandi realtà che investono in innovazione e sostenibilità.
Mini fa un altro passo verso la transizione ecologica del marchio; come va e cosa offre la Aceman, elettrica compatta a metà fra Cooper e Countryman.
Mentre anche a ottobre le immatricolazioni auto calano, con l’elettrico fermo al 4%, l’offerta cresce, con modelli come Opel Grandland che offrono fino a 700 km di autonomia.
La Capri è la nuova elettrica Ford, con l’addio a modelli come Fiesta e Focus un tassello importante nella transizione ecologica del marchio. Vi raccontiamo come va nella nostra prova.
Costruire auto elettriche a prezzi accessibili in Europa è possibile. Magari reinventando modelli iconici del passato e conservandone il fascino, come dimostra la Renault 5 elettrica.
Lynk & Co presenta la nuova elettrica 02: pensata per l’Europa, prodotta in Cina, si può (anche) noleggiare e offre fino a 445 chilometri di autonomia.
Dopo un buon 2023 si inverte la tendenza delle auto elettriche sul mercato. L’Italia resta, insieme alla Spagna, uno dei fanalini di coda del continente.
Con 600 chilometri di autonomia e dimensioni europee, l’Explorer inaugura una nuova generazione di modelli elettrici Ford. Vi raccontiamo come va nella nostra prova.