La Capri è la nuova elettrica Ford, con l’addio a modelli come Fiesta e Focus un tassello importante nella transizione ecologica del marchio. Vi raccontiamo come va nella nostra prova.
Auto elettriche crescono: Mini rilancia la Countryman, mai così grande
La Mini più grande della storia per la prima volta anche elettrica. La Countryman punta così a conquistarsi un ruolo di auto per la famiglia. Vediamo con che esito.
“Più alta, più lunga, più Mini”. Sarà. La descrive così una nota del marchio la nuova Countryman, da sempre la più grande delle Mini, adesso anche elettrica (entro il 2030 tutti i modelli del marchio saranno solo elettrici). Questa è la Mini più grande della storia, quella che, per capirci, almeno nelle intenzioni del costruttore (Bmw) aspira al ruolo di unica auto di famiglia, quella per il casa-lavoro e per le gite del weekend. Lontana anni luce da quella prima Mini disegnata su un tovagliolo da Alec Issigonis e diventata un’icona della swinging London degli anni Sessanta (ma allora questa versione non esisteva nemmeno, la prima risale al 2010), oggi le dimensioni nell’evoluzione dell’auto (anche di quella elettrica…) contano sempre di più.
Nel caso specifico si tratta di un balzo notevole, oltre 6 centimetri in più in altezza, fino a 13 in lunghezza. Cresce anche il passo, ossia lo spazio fra ruote davanti e ruote dietro, questo sì un vantaggio oggettivo per l’abitabilità, anche se la piattaforma non è ancora “nativa elettrica” e fa da base anche alle versioni endotermiche che restano in listino. Per capirci la nuova Mini Countryman adesso è lunga 4 metri e 43, entrando così in pieno titolo nel cosiddetto segmento C di suv e crossover, anche a giugno (dati Unrae) tra i preferiti dagli italiani con il 18,5 per cento di quota di mercato, con le elettriche che salgono all’8,3 di share grazie all’effetto degli incentivi. Se si tratti di evoluzione (più spazio per i passeggeri) o di involuzione (meno spazio per i cittadini…) lo capiremo più avanti, insieme.
Per la prima volta la Mini Countryman è (anche) elettrica
Adesso limitiamoci ai fatti. Partendo dal più importante, e cioè che la Countryman per la prima volta è disponibile in una versione elettrica (nelle due generazioni passate ci sono state varianti ibride). Quattro allestimenti e due versioni “All electric”: la Countryman E a trazione anteriore con una potenza di 150 kW (204 dei “vecchi” cavalli) e un’autonomia (dichiarata) di 462 chilometri e Countryman SE ALL4 che di kW ne ha 230 (313 i cavalli) con un’autonomia leggermente inferiore, ossia 433 chilometri. Unica la batteria da 66,45 kWh con architettura 400 V. I prezzi? A partire da 40.700 euro.
Quanto all’evoluzione del design, come sempre lasciamo a voi ogni considerazione. Di sicuro la Mini Countryman è cambiata parecchio, in genere oggi è più imponente, sempre più vicino ai canoni tipici dei crossover, quasi a sottolineare la propensione all’avventura e al tempo libero, aspetti entrambi resi più autentici dalla versione elettrica 4×4, che unisce silenzio e assenza di emissioni locali con una maggiore sicurezza su terreni a scarsa aderenza; a proposito di avventura, fra gli accessori a richiesta della Countryman elettrica c’è anche il gancio di traino a scomparsa (è retrattile ad azionamento elettrico), che permette di trainare fino a 1.600 chili. Imponenza, come si diceva sopra, che non ha impedito a queta maxi-Mini di diventare più efficiente, grazie alla migliore aerodinamica, aspetto che su un’elettrica ha ancora più importanza in termini di efficienza ed autonomia.
Dal Green mode al go-kart feeling, gli opposti della Countryman
Saliamo a bordo adesso. Per chi non ha dimestichezza con il modello, sorprende non avere nessun strumento (o display come accade sempre più spesso) davanti al volante. Come succede sulla Mini “normale”, anche qui informazioni come la velocità vengono proiettate sull’head-up display (fra gli optional), uno schermo retrattile posizionato sulla plancia, fra strada e guidatore per capirci. L’occhio però corre subito al grande display circolare al centro della plancia, un po’ decentrato dalla vista di chi guida ma accessibile e visibile da tutti i passeggeri.
Si tratta di un display Oled da 24 centimetri di diametro che racchiude di fatto tutte le funzioni di bordo. Non sempre intuitivo (almeno non nei tempi brevi della nostra prova), le cose migliorano se si impara ad usare i comandi vocali; l’assistente vocale qui si chiama Hey Mini! E risolve un bel po’ di problemi. Un po’ affollato di informazioni, da qui si controlla velocità, autonomia elettrica, stato della batteria, navigatore, telefono, clima, connettività. Insomma, tutto. La cosa divertente è che le medesime informazioni possono essere visualizzate in molti stili diversi associabili anche ai diversi stili di guida, come eco (Green mode) o sport; divertente anche quello “vintage” (si chiama Timeless) che replica le grafiche e i colori delle Mini anni Settanta. Molte anche la possibilità di variare luci e suoni a bordo.
La Countryman elettrica vista da dentro
Lo spazio se è cresciuto fuori è cresciuto anche dentro, elementare Watson! direte (ma non sempre scontato). Così l’abitabilità della Mini Countryman è realmente quella di un’auto da famiglia, magari una famiglia “contemporanea”, tipo 2+1 per capirci, dove lo spazio resta buono anche per gli eventuali bagagli, comodi da caricare grazie al portellone elettrico. I tessuti sono piacevoli (su alcune versioni realizzati in poliestere riciclato, come l’interno delle portiere, il pavimento e i tappetini), la pelle è animal free, le finiture curate, con qualche dettaglio in plastica migliorabile. Il tetto panoramico in vetro illumina e, una volta aperto, permette di godersi il silenzio, magari nella natura, meglio se a bassa velocità. Ancora meglio se, nel frattempo, si attiva la funzione massaggio dei sedili.
Dall’autonomia (reale) agli effetti (elettrizzanti) della guida
E adesso veniamo a qualche considerazione sull’utilizzo della Mini Countryman elettrica, nel nostro caso della versione “base” Countryman E, quella a trazione anteriore, quella da 204 cavalli di potenza e anche quella con l’autonomia maggiore, 462 chilometri (almeno sulla carta). Sempre un po’ rigida sulle sconnessioni (d’altro canto il cosiddetto go-kart feeling oltre al divertimento – tanto, specie fra le curve – ha anche qualche effetto negativo sul comfort), la Countryman E diverte e rassicura. Spieghiamo meglio. Potenza e comfort hanno raggiunto un punto di equilibrio ottimale e se le dimensioni accresciute in città qualche problema lo danno, nei viaggi restituiscono il vantaggio di un’abitabilità inaspettata.
Partiamo dalla modalità di guida più efficiente, la Green mode. In questo caso la potenza è limitata, la risposta sull’acceleratore più soft, progressiva. Il tutto a vantaggio della maggior efficienza e della massima autonomia possibile. Purtroppo, il nostro test drive si è svolto in gran parte su tratti autostradali, come è noto, il terreno più insidioso per l’auto elettrica per la scarsa possibilità di rigenerare energia. Il risultato è un’autonomia che realisticamente nell’uso combinato si aggira attorno ai 380 chilometri, destinata a migliorare sicuramente se si aumenta il mix urbano.
Dimensioni, parcheggi e tempi di ricarica
Durante la guida della Countryman elettrica si apprezzano i numerosi sistemi di assistenza alla guida, dal cruise control adattivo che regola velocità e frenata in funzione del traffico, al controllo di carreggiata (che agisce sul volante) a sistemi più evoluti (molti a pagamento però) come quello che verifica, prima di un cambio di corsia, che ci siano le condizioni (vedi lo spazio adeguato), per spostarsi. Per tornare al dilemma iniziale, le dimensioni cresciute non aiutano in città, né negli striminziti garage anni Settanta, ma per i pigri c’è il parcheggio automatico: si levano le mani da volante, i piedi dai pedali et voilà, l’auto fa tutto da sola. Ancora meglio, si scende dall’auto e comandata dallo smartphone l’auto entra nei parcheggi da sola. Mentre per chi soffre di ansia da ricarica, il navigatore una volta scelto la destinazione calcola anche le eventuali soste necessarie a ricaricarsi.
Quanto alla ricarica, la batteria della Countryman elettrica accetta la corrente alternata fino a 22 kW e, per la ricarica rapida in corrente continua, fino a 130 kW, che tradotto in tempi significa che nella migliore delle situazioni in mezz’ora circa si riparte dopo aver raggiunto l’80 per cento dell’autonomia. Diversa la situazione ricaricando dalla normale rete domestica dove possono servire anche più di 30 ore, che scendono alle più accettabili 7 con gli 11 kW.
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