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L’obiettivo è far valere le istanze delle regioni nel percorso verso la decarbonizzazione del mondo delle auto, garantendo la coesione economica e sociale.
Nel percorso verso la transizione ecologica del mondo delle auto le regioni dovranno giocare un ruolo da protagoniste. Questo spirito ha stimolato la nascita dell’Automotive regions alliance (Ara), un nuovo soggetto che dovrà dare voce alle regioni nei tavoli che definiranno nei prossimi anni le politiche per la decarbonizzazione del settore automobilistico: l’obiettivo primario è quello di assicurare che il processo avvenga garantendo posti di lavoro e la competitività di un comparto strategico per tutta l’industria europea.
Nonostante le difficoltà causate dalla pandemia e dalla crisi dei componenti, l’industria automobilistica ha raggiunto un fatturato superiore al 7 per cento del Prodotto interno lordo dell’Ue e attualmente impiega, in maniera diretta e indiretta, circa 14 milioni di europei: il 6,1 per cento degli occupati totali nel continente. Le regioni fondatrici dell’alleanza provengono da Germania, Spagna, Francia, Austria, Slovacchia, Paesi Bassi e Italia; a proporre l’istituzione dell’Alleanza per il nostro paese sono state la Lombardia, il Piemonte, il Veneto e l’Abruzzo, ma hanno già confermato la propria adesione anche l’Umbria, la Toscana e il Molise.
Il principio cardine su cui si fonda l’Ara è l’importanza di una “transizione della mobilità equa e di successo per le regioni lungo l’intera value-chain, garantendo che nessuna regione venga lasciata indietro”. A guidarla sarà Sigrid de Vries, già segretaria generale dell’Associazione europea dei fornitori dell’industria automobilistica, per la quale “le regioni automobilistiche hanno un ruolo cruciale nel rendere la trasformazione un successo: apportano la conoscenza e la rete per garantire che la transizione sia verde, giusta e resiliente. La trasformazione verde e digitale e la velocità di tale transizione rappresentano sfide significative per tutti noi lungo la filiera. È importante dare vita alla promessa che nessuno venga lasciato indietro. I nostri lavoratori sono una risorsa essenziale non solo per l’industria, ma per l’Europa”.
Nelle scorse settimane il dibattito sul tema si è animato dopo lo stop imposto dai ministri del Consiglio europeo alle auto a benzina e diesel dal 2035. Da un lato, c’è la convinzione che imporre degli standard di emissioni più stringenti possa accelerare la piena adozione della mobilità elettrica; dall’altro lato, si paventa il rischio che una transizione ecologica troppo veloce possa tradursi nella perdita di migliaia di posti di lavoro. L’Alleanza delle Regioni Automobilistiche si muoverà proprio lungo queste due direttrici: contribuire agli obiettivi del Green Deal europeo, cercando di garantire al contempo la coesione economica e sociale all’interno di regioni con forti industrie automobilistiche e di fornitura.
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