Connessione, autenticità e ascolto attivo sono gli ingredienti per lavorare bene in squadra. Si parte dall’individuo con la forza della vulnerabilità e si crea il team inclusivo, performante e sostenibile.
Chiunque si occupi di risorse umane sa quanto è importante stimolare e promuovere il lavoro di squadra. Oggi sappiamo che non esiste una ricetta predefinita per far funzionare i gruppi in modo ottimale. Ogni team è formato da individui, ed è proprio l’individuo, con la sua unicità e ricchezza, il cuore del suo successo. Ciò che più conta è che i gruppi siano liberi di esprimersi all’interno delle organizzazioni e che le aziende li supportino e li valorizzino come persone. In altre parole, è essenziale la sostenibilità delle persone all’interno del sistema.
Il lavoro in team assume sempre più peso nelle organizzazioni
L’attenzione verso il teamwork è cresciuta in modo iperbolico proprio all’inizio della pandemia, quando le dinamiche di realizzazione degli obiettivi e i ruoli dei singoli collaboratori sono cambiati rapidamente, alterando apparentemente le condizioni di collaborazione. In realtà il periodo sfidante che stiamo attraversando ha evidenziato il valore del lavoro in team, ma la centralità dei gruppi come trasformativi nelle organizzazioni è cresciuta, anno dopo anno, in risposta ad altri stimoli. Già nel 1987 gli studiosi americani Warren Bennis e Burt Nanus hanno coniato l’acronimo Vuca per descrivere il contesto sfidante in cui si muovono le organizzazioni oggi, caratterizzato da volatilità, incertezza, continuitàe ambiguità (volatility, uncertainty, complexity & ambiguity). Da allora è entrata in gioco anche la digitalizzazione e si è diventati più consapevoli di quanto l’innovazione sia un’attitudine irrinunciabile per il business. In sintesi, il sempre maggiore focus sul lavoro di squadra non è un cambiamento repentino bensì l’esito di un processo evolutivo che si dipana nel tempo.
Cosa serve agli individui per vivere felicemente il team?
I ricercatori dell’American pycologist association, in The science of teamwork, sostengono che un buon lavoro di squadra sia correlato alla soddisfazione di tre bisogni essenziali: autonomia, collaborazione, relazione. Decenni di ricerca lo dimostrano: quando le persone si sentono psicologicamente soddisfatte, tendono a essere più sane, più felici e più produttive. Di questi tre bisogni essenziali, la relazione o il desiderio di sentirsi connesso ad altri è sempre stato il più complicato da garantire per le organizzazioni. Ron Friedman, fondatore della società di formazione Ignite80, ha promosso una ricerca proprio sul tema delle prestazioni del team, scoprendo che la connessione tra colleghi è il motore che porta a un miglioramento tangibile.
“Trust has been identified as a key driver of team performance, leading to 50% higher productivity and 76% more engagement.”
John J. Murphy, speaker ed esperto di business transformation, autore di Pulling Together: 10 rules for high-performance teamwork, sottolinea che ogni persona ha una propria unicità, fatta di talenti e caratteristiche distintive. Se messa in condivisione con altri individui per un obiettivo comune, è questa unicità a garantire vantaggi competitivi. Il che è fattibile, ma non banale. Serve una grande autoconsapevolezza per mostrare con autenticità le proprie caratteristiche personali, i punti di forza e le aree di miglioramento. Come diceva il maestro spirituale Osho, “essere autentici significa essere onesti con se stessi. È un fenomeno molto, molto pericoloso, raramente le persone riescono a farlo. Ma, quando lo fanno, si realizzano”. Nel concreto significa saper ascoltare i propri bisogni, conoscere i propri valori, comunicare con empatia, promuovere i talenti, ascoltare attivamente, includere la diversità e contemplare gli altri con curiosità, senza giudizio.
People are always more important than numbers. Happy people make happy numbers (which make even more people happy.)
In altre parole, bisogna partire da sé per connettersi in modo profondo con altri, creando legami autentici e profondi. Il viaggio verso la collaborazione e il successo del team condivide la responsabilità e il coraggio di lasciare maschere e pressioni sociali per mostrare la natura unica dell’individuo, compresa la sua vulnerabilità, e lavorare con maggior benessere. Come dice Simon Sinek, speaker, motivatore, esperto di leadership e docente alla Columbia University, “per essere vulnerabili ci vuole forza”. E per essere leader di un team di successo bisogna avere la forza di vivere la propria autoconsapevolezza ogni giorno.
Questa è una delle tematiche che Elga Corricelli affronta durante gli appuntamenti di People, l’innovativo percorso di supporto e potenziamento dei talenti e dei team offerto da LifeGate Way alle startup “naturalmente sostenibili” che fanno parte del suo roster.