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Autoguarigione: respiro nei chakra
Il respiro sembra imporsi come l’essenza stessa della vita. Per questo l’autoguarigione attraverso il controllo del respiro può aiutarci.
A cura di Pierluigi Lattuada, direttore clinico della LifeGate Clinica Olistica
L’autoguarigione attraverso il controllo del respiro, perché? Incessantemente porta dentro ciò che è fuori, porta fuori ciò che è dentro. Porta dentro l’ossigeno per metabolizzare i cibi, per nutrire le cellule del nostro corpo, porta fuori l’anidride carbonica e le tossine prodotte dai processi catabolici, porta dentro l’energia buona per l’organismo, libera le emozioni negative. Modificandone la frequenza, l’ampiezza e l’intensità possiamo mutare la struttura del nostro corpo e cambiare il nostro stato di coscienza.
Tutte le antiche tradizioni dedicano un’attenzione particolare speciale al respiro. Le discipline Yoga, per esempio, hanno sviluppato un sistema di pratiche per il controllo del respiro chiamate Pranayama. In Biotransenergetica, invece, utilizziamo varie modalità di respiro in parte mutuate dalle diverse tradizioni, in parte dalla nostra esperienza e dalle nostre osservazioni.
Tecniche di respiro per attivare i chakra
Tutte le tecniche respiratorie rappresentano uno strumento estremamente efficace per l’attivazione dei chakras. Ne indichiamo qui di seguito alcune che si prestano particolarmente per seguire gli esercizi indicati.
Osservazione del respiro
Disteso supino o seduto in posizione comoda resti semplicemente ad osservare il tuo respiro. Assisti all’aria entrare e uscire; assisti al ventre, al petto, alle spalle, alla gola espandersi in inspirazione e svuotarsi in espirazione.
Prolungamento dell’espirazione
Quando osservi il tuo respiro, facilmente ti rendi conto che questo si fa gradualmente più lento e profondo. Resti e assisti. A questo punto lasci diventare l’espirazione via via sempre più lunga ascoltando l’aria che lentamente esce svuotando completamente i tuoi polmoni. Quando arresti il tuo respiro per qualche istante e resti in ascolto fino a che non senti l’impulso ad inspirare.
Respiro di sollievo
Quando il tuo respiro è ampio e profondo un senso di tranquillità e benessere ti pervade. Lasci che la tua espirazione si trasformi gradualmente in un suono che esprime tale stato. Il suono si fa sempre più intenso e prolungato fino a trasformarsi in una A che viene dal profondo del tuo essere.
Respiro circolare
Lasci che la tua inspirazione passi direttamente nella espirazione senza pausa. Allo stesso modo la tua espirazione passa direttamente nella inspirazione. La respirazione circolare consiste in un movimento fluido, circolare, incessante. Resti ad osservare. Lasci scorrere ogni sensazione, emozione, stato d’animo, bisogno, desiderio, pensiero, immagine, fantasia o ricordo, dici sì a ogni contenuto che compare alla tua osservazione senza interferire con l’andare e venire del respiro.
Iperventilazione
Respiri in modo rapido e superficiale con la pancia. L’aria entra dal naso ed esce dalla bocca. Durante l’espirazione contrai il diaframma, l’inspirazione avviene semplicemente come il risultato del rilassamento muscolare. Ora respiri in modo rapido e superficiale nel petto. Durante l’espirazione contrai i muscoli della cassa toracica, l’inspirazione avviene come conseguenza del loro rilassamento.
Respiro a narici alterne
Chiudi la narice destra con le dita della mano destra e inspiri profondamente per la narice sinistra. Ora chiudi la narice sinistra con le dita della mano sinistra ed espiri profondamente attraverso la destra. Ora inspiri attraverso la destra, cambi ed espiri attraverso la sinistra.
Bandhas
I bandhas del pranayama sono pratiche per trattenere il respiro in determinate parti del corpo. I tre bloccaggi principali sono nel mento, nell’addome e nell’ano. Il bloccaggio del mento si effettua in inspirazione, quello dell’addome in espirazione, quello dell’ano trattenendo lo sfintere anale durante l’inspirazione.
Come praticare l’autoguarigione
Disteso supino porti l’attenzione al primo chakra posizionato alla base della spina dorsale. Lasci che il respiro si diriga in quella zona e resti ad osservare. Questa è la fase del contatto. Mantieni l’osservazione al respiro nel chakra fino a che lo senti attivarsi. Segni di attivazione possono essere una sensazione di calore, di movimento energetico, di pulsazione. Questa è la fase di mobilitazione. Ora segui il flusso dell’energia e lasci che si diriga là dove è necessario.
Assisti alla trasformazione in corso negli organi o nei distretti corporei interessati dal flusso. Ripeti poi l’esercizio con ogni chakra (secondo chakra: basso ventre, al di sopra del pube; terzo chakra: a livello dello stomaco, nel plesso solare; quarto chakra: centro del petto, associato al cuore; quinto chakra: gola; sesto chakra: nel mezzo della fronte; settimo chakra: fontanella anteriore, nella sommità della testa).
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