Adriano Tosi

Passione e lavoro: averli coniugati è una tra le più grandi fortune della mia vita. Passione per auto e moto (faccio subito outing: all’inizio non esattamente sostenibili), ma anche per la scrittura. La prima scintilla è quella per i motori e il “colpevole” è mio papà, che invece di portarmi a casa fumetti mi mette fra le mani Autosprint e Motosprint. Da lì al desiderio di diventare prima pilota, poi giornalista dell’auto, il passo è brevissimo.

Inizio nel 2004 e, dopo aver terminato gli studi in Economia, mi dedico anima e corpo al giornalismo dell’auto. Prima Auto Oggi, Panoramauto ed Evo, poi OmniAuto.it, ora motor1.com.

Nel 2013, un’altra delle grandi fortune della mia vita: il primo figlio e, con lui, alcune sensibilità che non sapevo di avere. Quella per l’ambiente, per esempio. Che non è “solo” mettere in discussione le auto e le moto nella forma in cui, comunque, ancora amo, cioè con motore a combustione, ma il concetto stesso di mobilità. Perché le nostre città devono essere sommerse di automobili, quando abbiamo infiniti altri modi di spostarci? Ecco, dalla voglia di provare a raccontare – e stimolare – una mobilità “nuova”, che non additi l’auto come fonte di tutti i mali ma che possa farne a meno, se non altro a corto raggio, parte un nuovo modo di intendere il mio lavoro. Un modo che LifeGate incarna già da anni a 360°.

Citazione preferita: “Meglio tacere e dare l’impressione di essere stupidi, piuttosto che parlare e togliere ogni dubbio!” (Abraham Lincoln)

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Come Amburgo sta immaginando una nuova mobilità (a guida autonoma)

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Farsi portare in giro da un veicolo guidato da un computer è una prospettiva esaltante, per qualcuno. Altri sono tendenzialmente più scettici. In generale, l’argomento suscita molta curiosità, e una cosa è chiara: la mobilità urbana cambierà radicalmente. L’industria automotive sta presidiando da tempo questa trasformazione. Non a caso, MOIA (il servizio di ride pooling

Auto elettriche, l’Europa punta all’autosufficienza nella produzione di batterie

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Una transizione tecnologica come quella dal motore endotermico all’elettrico è un processo complesso. Se nel pieno del cambiamento arriva una pandemia e, legata ad essa, una crisi degli approvvigionamenti delle materie prime, la situazione è ancora più impegnativa. In estrema sintesi quella appena descritta è la fotografia del momento che sta attraversando l’industria automobilistica mondiale.

Le batterie delle auto elettriche si possono riparare

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Uno dei tanti miti da sfatare in merito all’auto elettrica è il seguente: se la batteria si danneggia, bisogna sostituirla. O meglio, l’affermazione è vera, ma solo in parte. Ossia, solo nel caso in cui il danno interessi larga parte dell’accumulatore o se la sua capacità residua sia drasticamente ridotta. In tutti gli altri scenari,