Daniela Nava

Vidas

Quindici anni nella comunicazione, giornalista prima – in tutte le forme possibili: web editor, redattrice, freelance, blogger – e addetta stampa poi, con qualche sconfinamento, organico, nell’organizzazione degli eventi. A Vidas sono arrivata nell’ottobre del 2014, alla vigilia del lancio di un progetto straordinario, la costruzione di una struttura unica in Italia che potesse dare risposta al bisogno, fortissimo e ancora pressoché inascoltato, di cure palliative specifiche per tutti i portatori di malattie inguaribili diagnosticate alla nascita e persino in fase prenatale. Una parte di loro, 11mila bambini e ragazzi che, con le loro famiglie, in Italia, hanno bisogno di assistenza dedicata, potrà essere presa in carico da medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, logopedisti di Casa Sollievo Bimbi.

Poche certezze – donna, senz’altro, almeno a giudicare dal tasso di isteria delle giornate; mamma, e qui non c’è nemmeno da scervellarsi, la pargola è lì, costante pro-memoria; lavoratrice, e non più professionista, meglio il fare all’essere che a Vidas è comunicare, organizzare, pensare (solo a tratti, e più raramente). Lettrice sempre più incostante, spettatrice ormai sporadica, pennaiola intermittente, di recente sono passata a matita, pennello, mano su creta. Essere umano, direi. Senza pretendere troppo.

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