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L’autunno 2023 è il più caldo degli ultimi 250 anni e il foliage tarda ad arrivare
Sui social vediamo da un mese immagini magnifiche del foliage anche se l’autunno in realtà non è arrivato che da pochi giorni. È una stagione da record.
L’autunno che non arriva è una questione che riguarda anche il turismo. I cambiamenti climatici hanno conseguenze su questo comparto che, da qualche anno, lavora per de-stagionalizzare i flussi e propone esperienze e viaggi in momenti dell’anno prima poco sfruttati. La stagione autunnale è una di questi e, ormai da una decina d’anni, per chi lavora in questo campo o ne racconta (come chi sta scrivendo) significa soprattutto foliage. Oggi chiunque sa di cosa si tratta, ne legge sulla stampa di settore, sui numerosi blog e i social sono inondati di immagini meravigliose — come quelle nella gallery che abbiamo preparato qui sotto — che rendono chiara l’atmosfera regalata dalle diverse sfumature delle foglie che cadono e quindi degli alberi e dei boschi. Tanta bellezza può essere vissuta con affascinanti tragitti in treno o grazie a esperienze come la vendemmia in giro per il paese. Le proposte sono tantissime, in tutte le regioni. Ma sino a ora, e siamo a metà ottobre, qualcuno ha visto davvero l’autunno?
L’autunno (e il foliage) non è mai arrivato così tardi, lo dicono i dati
L’impressione è che l’autunno ogni anno tardi sempre più ad arrivare ma, per avere dati certi, abbiamo chiesto un parere a chi del clima ha fatto il proprio mestiere, Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana, climatologo, giornalista e divulgatore: “L’autunno arriverà, anzi sta arrivando adesso. Quest’anno abbiamo avuto la prima metà di ottobre più calda degli ultimi 250 anni, non è mai capitata prima un’anomalia di questo genere. Il fresco nel nostro paese è arrivato solo il 17 ottobre: ora le piante dovranno avere il tempo di recepire la nuova temperatura e quindi tra una settimana, 10 giorni, il foliage arriverà. La stagione non salta, è ovvio, ma l’autunno è ritardato di almeno 15 giorni.
Da un punto di vista della temperatura, che sicuramente è uno degli elementi principali che concorrono per la manifestazione del foliage — che è nient’altro che l’ingiallimento delle foglie — possiamo dire che siamo al cospetto di un’anomalia unica nella storia del clima degli ultimi secoli che è quella che conosciamo e studiamo”.
E se questo è il panorama italiano, la tendenza in Europa non è molto diversa, ce lo conferma sempre Luca Mercalli: “Questi dati sono riferiti all’Italia ma anche una porzione notevole d’Europa, in particolare Spagna, Francia e Svizzera registrano la nostra stessa situazione”.
In Spagna per esempio il mese di ottobre ha visto una quantità incredibile di nuovi record di temperatura, molti dei quali sono stati letteralmente distrutti, superati di diversi gradi. Nella penisola iberica, l’estate del 2023 ha già inglobato il mese di aprile e ottobre sembra comportarsi allo stesso modo: per la prima volta, sono stati emessi avvisi di calore in ottobre. È accaduto a Gran Canaria e questo fa capire la portata del fenomeno anomalo.
Curioso che l’autunno sia comparso prima sui mezzi d’informazione che nella vita reale, ma poco importa. L’offerta turistica non è mutata e ha continuato a proporci gite, itinerari per godere di ciò che non si è ancora manifestato in natura.
Lo stesso accadrà presto per la neve. Saremo inondati di proposte e pacchetti per praticare sci e tutti gli altri sport invernali ma sappiamo bene che le precipitazioni nevose sono sempre meno. Lo conferma anche Luca Mercalli: “È indubbio che ci sia meno neve di un tempo, soprattutto arriva più tardi e scompare molto prima in primavera. La soluzione per adesso è crearla ad hoc, grazie ad acqua ed energia: una prasi che funzionerà almeno per i prossimi decenni, ma dopo il 2040 probabilmente non si riuscirà nemmeno a sopperire con la neve artificiale. Abbiamo ancora una ventina d’anni buona sulle Alpi”. Ma poi cosa accadrà? Il comparto turistico che si regge sulla neve come si trasformerà? Per questo, alcuni comprensori illuminati in Trentino Alto Adige da tempo stanno finanziando studi in merito per pensare a un domani con sempre meno neve.
Ammirare il foliage in treno
Tra le esperienze da vivere ora che è davvero iniziato l’autunno, ormai da anni (è “nato” nel 2016) c’è il treno del foliage come è stato ribattezzato il tragitto della Ferrovia Vigezzina-Centovalli che viaggia tra Piemonte e Canton Ticino. Noi l’abbiamo percorso ed è un bel modo per farsi trasportare lentamente e assaporare i cambiamenti che l’autunno ci regala. 52 chilometri in treno inseriti dalla Lonely Planet tra i dieci più spettacolari d’Europa. Si parte da Domodossola per salire lungo la valle dei pittori, la valle Vigezzo, fino al punto più alto, Santa Maria Maggiore, un borgo dalle atmosfere d’una volta. A questa altitudine i treni proseguono fino al confine: sul versante svizzero i binari iniziano a scendere lentamente e dalle Centovalli raggiungono Locarno e la sponda elvetica del Lago Maggiore.
Come sempre sarà possibile acquistare online il biglietto speciale – valido uno o due giorni, dal 15 ottobre al 6 novembre – per salire a bordo del Treno del foliage: un viaggio di andata e ritorno sull’intera linea, poco meno di due ore di viaggio per tratta, con la possibilità di effettuare una sola sosta intermedia (all’andata o al ritorno) per scoprire una delle località toccate dal tragitto ferroviario. Per orari, prezzi e fermate, tutte le informazioni qui.
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