Nel report del VII Index Future Respect tutte le ombre e le luci dei report di sostenibilità. Ma tra i migliori spicca quello realizzato per Pizzoli.
Avery, la sostenibilità in un’etichetta
Lo storico brand di etichette Avery promuove lo sviluppo sostenibile su tutta la sua filiera e pianta una foresta di 600 alberi.
Applicate su una busta, su un pacco o attaccate ad un barattolo o a un biglietto da visita, le etichette sono l’esempio perfetto di come la sostenibilità delle “piccole cose” possa essere davvero importante. A dimostrarlo è Avery, marchio pioniere e tra i più conosciuti al mondo nel mercato delle etichette adesive, che ha scelto di orientare la propria strategia produttiva verso uno sviluppo sostenibile. Ne dà prova l’adesione all’agenda Onu 2030, che il brand ha fatto propria, sposando gli obiettivi in linea con le proprie competenze, come l’impegno verso un consumo e una produzione responsabili (goal 12), la promozione di un lavoro dignitoso (goal 8) e la spinta verso l’uso di energia pulita e accessibile (goal 7).
Avery, quasi un secolo di storia
Fondato nel 1935 dall’inventore americano R. Stanton Avery, il brand oggi fa parte del gruppo canadese Ccl Industries e conta 22mila impiegati in 168 sedi di 40 Paesi. Numeri che fanno capire come anche una minuscola etichetta, moltiplicata per le cifre che una produzione industriale prevede, possa davvero fare la differenza in termini di impatto ambientale.
Tanto più che, oltre a essere il punto di riferimento nel mercato delle etichette per ufficio, Avery oggi abbraccia anche il mondo della scuola e della casa, con prodotti creativi, carte fotografiche e soluzioni software messe a disposizione di tutti i consumatori. Una platea che è sempre più esigente e attenta all’approccio sostenibile delle imprese, premiando i brand capaci di coniugare qualità e impegno per l’ambiente.
Avery in Italia, un esempio virtuoso
Anche la sede italiana di Avery è impegnata a ridurre la propria impronta ecologica attraverso un costante sforzo di miglioramento di tutta la sua filiera, a partire dalla scelta delle materie prime. Più del cinquanta per cento delle etichette, infatti, è prodotto con carta certificata Fsc e la tendenza è in crescita, con un costante incremento di prodotti realizzati con materiali provenienti proprio dal sistema di certificazione forestale internazionale che garantisce una gestione sostenibile delle foreste e la tracciabilità dei prodotti derivati. Importante anche la scelta di utilizzare solo cartone riciclato e riciclabile per coprire il cento per cento di imballi e confezioni, che una volta scartati vengono riutilizzati per riempire a loro volta altri imballaggi. Un’attenzione che si riflette nell’adozione di comportamenti attenti all’ambiente anche nei processi di produzione, con l’uso di materiali ecologici, riciclabili o biodegradabili, come gli inchiostri ad acqua per le stampe.
Nella stessa direzione vanno anche l’utilizzo di luci led a basso consumo energetico, le iniziative plastic-free nelle aree ristoro aziendali e la scelta di utilizzare solo energia verde proveniente al cento per cento da fonti rinnovabili. Determinante nella strada verso la sostenibilità anche il collocamento in Italia della maggior parte della produzione (il 90 per cento), così da alleggerire la propria impronta ecologica, riducendo le distanze di trasporto della merce.
La responsabilità ecologica di Avery si declina anche nella quotidianità lavorativa dell’azienda, che promuove abitudini virtuose attraverso veri e propri training per i dipendenti. Proprio i lavoratori sono al centro di un’attenzione che mira a garantire loro sicurezza, con programmi di salute e benessere (in linea col goal 3), promozione della parità di genere (goal 5), lavoro flessibile e stazioni di ricarica per auto elettriche. Mentre per il futuro sono in programma l’installazione di pannelli solari e l’introduzione di auto elettriche per le funzioni aziendali.
Piantiamola! Una foresta Avery di 600 alberi
In armonia con il suo impegno di responsabilità ambientale e con la filosofia dei piccoli gesti, che messi insieme possono essere sorgente di grandi cambiamenti, nel 2021 Avery ha deciso di dare vita a una propria foresta. Non una foresta qualsiasi, in un posto qualunque, ma una “comunità globale” di 600 alberi dislocati tra Nepal, Guatemala, Camerun, Colombia, Kenya, Madagascar e Tanzania, che il brand ha deciso di regalare simbolicamente ai suoi clienti, attraverso una promozione, legata all’acquisto di etichette ecologiche in carta certificata Fsc, riciclata al cento per cento e proveniente da foreste gestite in modo responsabile. Un’iniziativa che ai benefici ambientali aggiunge un importante valore sociale per le comunità locali: quello di offrire ai contadini un’opportunità di reddito in più e insieme la possibilità di arricchire la propria dieta con una maggior varietà di alberi, inclusi quelli di caffè e cacao.
Chi “riceve” in dono l’albero potrà seguire la storia del progetto grazie a un sistema di geolocalizzazione che permetterà di vederlo crescere nel tempo. Un modo simbolico ma importante per sentirsi protagonisti di quell’onda di cambiamento che può partire anche dai piccoli gesti quotidiani. Compreso quello di attaccare un’etichetta.
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