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Babaco Market, la startup che lotta contro gli sprechi alimentari
Babaco Market è il delivery made in Italy di prodotti buoni ma che per motivi estetici non rientrano nei canoni di altri canali di distribuzione.
140 tonnellate di frutta e verdura salvate e 350 tonnellate di CO2 risparmiate al Pianeta. È questo il bilancio del primo anno di attività di Babaco Market, il servizio di box in abbonamento che lotta contro sprechi alimentari e inquinamento, consegnando a casa frutta e verdura diverse da quelle che siamo abituati a vedere: prodotti con piccoli difetti di buccia, dalle forme anomale e misure più piccole del solito, che non vengono accettati dai canali tradizionali, come i supermercati, e molto spesso rischiano di essere buttati.
Babaco Market, che è entrata a far parte dell’ecosistema di LifeGate Way, la controllata del gruppo con l’obiettivo di creare un network di startup sostenibili con focus sull’open innovation, si inserisce in maniera virtuosa nella filiera distributiva di frutta e verdura e punta su stagionalità, zero sprechi e ecommerce.
La lotta agli sprechi di Babaco Market
Era maggio 2020 quando Francesco Giberti e Luca Masseretti hanno deciso di rispondere a due tendenze in forte crescita, anche in conseguenza della pandemia da Covid-19: la domanda dei servizi di spesa online e l’aumentata consapevolezza dell’importanza di un consumo più sostenibile. Così sono nate le box (plastic-free) di Babaco Market che non guardano alla bellezza bensì alla bontà di frutta e verdura. “Tu chiamale, se vuoi, imperfezioni”: è questo il motto attorno a cui i due fondatori hanno costruito una startup, che, grazie a una crescita costante e una mission sostenibile, ha ottenuto il riconoscimento di B Holding e B Heroes che l’hanno selezionata tra 150 startup per il progetto “StartupPerMilano”, promosso per valorizzare i progetti che migliorano la vita delle persone.
Ad affiancare Babaco Market nella lotta agli sprechi alimentari c’è anche Recup, associazione che agisce nei mercati della città di Milano per combattere lo spreco alimentare e l’esclusione sociale. Ma come funziona? Il cliente sceglie la box – Bonsai, che contiene circa sei chili di frutta e verdura al prezzo di 19 euro, o Jungle, da circa 10 chili al costo di 27 euro – e la frequenza con cui desidera riceverla, il team di Babaco seleziona i migliori prodotti fuori dall’ordinario sul mercato e li consegna a domicilio.
In questo modo si contribuisce a ridurre l’impatto ambientale – ogni tonnellata di cibo sprecato è responsabile di 4,5 tonnellate di CO2 rilasciate nell’ambiente –, si risparmia fino al 30 per cento rispetto al negozio e si valorizza la produzione del territorio: tra gli agricoltori cui si appoggia Babaco Market, infatti, ci sono anche presìdi Slow Food e piccoli coltivatori locali.
Le parole di Francesco Giberti, fondatore di Babaco Market
“Siamo molto soddisfatti da questo primo anno durante il quale abbiamo contribuito a salvare circa 140 tonnellate di frutta e verdura e a evitare che venissero immesse nella nostra atmosfera 350 tonnellate di CO2. Attualmente collaboriamo con 100 produttori sparsi per tutto il territorio nazionale e i prodotti che inseriamo nelle nostre box sono 100 per cento made in Italy”, spiega Francesco Giberti, tra i fondatori di Babaco Market. Un’idea che è piaciuta ai consumatori, al punto da far registrare alla startup una crescita a doppia cifra in termini di base utenti, ordini e fatturato.
“A oggi, gli utenti attivi al servizio sono più di duemila e abbiamo gestito un volume totale di oltre 20mila consegne. Copriamo oltre 40 comuni tra Milano e hinterland, Monza, Brianza e da questo mese arriviamo anche nella provincia di Varese con Busto Arsizio e limitrofi. Cresciamo mensilmente a una media del 30 per cento in termini di base utenti e del 54 in termini di ordini e fatturato”.
Insomma, quello che Babaco Market offre è un nuovo modo di affrontare la realtà e di fare la spesa che piace ai consumatori, sempre più attenti alle tematiche ambientali.
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