Babywearing, portare i bambini fa bene alla (loro) salute
Tuttora diffusa in molte parti del mondo, la pratica del babywearing, portare i piccoli in fasce e marsupi ergonomici, è salutare e amica dell’ambiente.
In inglese si dice babywearing (letteralmente “indossare il bambino”), in italiano viene tradotto semplicemente con “portare”. Nella pratica, significa trasportare i bambini sul proprio corpo, sostenendoli con fasce di tessuto, marsupi ergonomici o altri supporti appositamente studiati. Si tratta del sistema più antico e universale per trasportare i bimbi piccoli, che ricorda da vicino le abitudini di molte altre specie di primati, con le femmine che si muovono con i piccoli aggrappati alla propria pelliccia. Anche per noi umani, in realtà, il babywearing è stata di fatto l’unica opzione possibile fino alla metà del 1700, quando in Francia è stata inventata la prima carrozzina per neonati, e resta tuttora un’abitudine largamente diffusa in molte parti del mondo.
Babywearing, per il bene dell’ambiente e del bambino
Pratica ed economica (esistono fasce e marsupi per tutte le tasche), quella di portare i piccoli è anche una scelta amica dell’ambiente: consente infatti di spostarsi agevolmente a piedi anche su tracciati difficoltosi per passeggini e carrozzine, evitando di ricorrere all’auto anche per tragitti urbani. In commercio esistono inoltre moltissime fasce e altri portabebè realizzati, spesso artigianalmente, con fibre tessili organiche, oltre a un fiorente mercato dell’usato che consente di allungare il ciclo di vita dei supporti.
Favorendo il contatto pelle a pelle, inoltre, il babywearing rassicura i bambini, favorisce l’allattamento al seno, previene le coliche gassose e concilia il sonno. Secondo molti pediatri e psichiatri, più in generale, potrebbe aiutare i piccoli a crescere più indipendenti e fiduciosi, rassicurati dalla presenza ravvicinata della madre o di un altro adulto di riferimento.
Come scegliere il portabebè adatto
Nella scelta del supporto migliore per portare il proprio bambino, però, occorre prestare un po’ di attenzione. Molti marsupi tradizionali, specie nella cosiddetta posizione “fronte mondo”, col bimbo rivolto verso l’esterno, obbligano il piccolo ad assumere una posizione innaturale, con le gambe penzoloni, la colonna vertebrale piegata ad esse e il peso scaricato sui genitali. Meglio invece quei supporti, come fasce portabebè e mei tai, che assecondano appieno la fisiologia di portatore e portato, grazie ai quali il bambino, portato pancia a pancia o successivamente sul fianco o sulla schiena, assume una postura più corretta, la cosiddetta posizione ad M, con la schiena leggermente curva, le ginocchia divaricate e poste più in alto rispetto al sederino. Chi pensa di non sentirsi a proprio agio con una fascia da annodare, può optare per un marsupio ergonomico, che coniuga la praticità dei marsupi con la sicurezza e il contenimento dei portabebè non strutturati.
Per scegliere il supporto adatto e imparare a portare in sicurezza è possibile affidarsi alle cosiddette fascioteche e alle consulenti di babywearing presenti su tutto il territorio nazionale.
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