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Una balena spiaggiata sulle rive della Senna, l’opera di Captain Boomer
Che si tratti di riscaldamento globale, scioglimento dei ghiacci artici o attentato alla biodiversità di qualche specie vivente, nella più ampia maggioranza dell’opinione pubblica i famigerati cataclismi ambientali che affliggono oggi il nostro pianeta suscitano quasi sempre la percezione di eventi astratti o teorici, lontani anni luce dall’imperturbabile quotidianità di ciascuno di noi. Squarciare il
Che si tratti di riscaldamento globale, scioglimento dei ghiacci artici o attentato alla biodiversità di qualche specie vivente, nella più ampia maggioranza dell’opinione pubblica i famigerati cataclismi ambientali che affliggono oggi il nostro pianeta suscitano quasi sempre la percezione di eventi astratti o teorici, lontani anni luce dall’imperturbabile quotidianità di ciascuno di noi.
Squarciare il velo di questa indifferenza tanto diffusa quanto deleteria è precisamente l’obiettivo perseguito dalla singolare performance artistica del collettivo belga Captain Boomer che qualche giorno fa sul quai de la Tournelle, ovvero sulla centralissima riva parigina della Senna dalla quale ogni turista può ammirare la sagoma della cattedrale di Notre-Dame, ha collocato la riproduzione, monumentale ed estremamente verosimile, della carcassa di una balena spiaggiata sulla riva del fiume.
Una scultura così persuasiva e iperrealistica da aver sortito brillantemente l’effetto sperato: risvegliare la coscienza ecologica degli spettatori inducendoli a credere – almeno di primo acchito – che l’oggetto comparso dinanzi a loro fosse effettivamente il cadavere di un cetaceo trasportato dalla corrente.
Una messinscena iperrealistica
Ad aver tratto clamorosamente in inganno passanti e curiosi – molti dei quali subito colti dall’impulso irrefrenabile di immortalare con foto e video l’insolito fenomeno – non sono stati soltanto i minuziosi dettagli dell’installazione, quali ad esempio le gocce di sangue attorno alla mascella del finto animale, i venti metri di lunghezza, le circa trenta tonnellate di peso o l’intenso odore di acqua salata, ma anche l’accuratissima messinscena che costituiva parte integrante dell’intera performance artistica.
I componenti di Captain Boomer sono infatti comparsi sul luogo della rappresentazione travestiti da membri dell’équipe scientifica, aggirandosi, con tanto di uniformi bianche, intorno al cadavere della balena, opportunamente isolato da una recinzione di sicurezza.
E a chi poneva domande in proposito, i sedicenti esperti hanno elargito una spiegazione tanto assurda quanto paradossalmente plausibile: la carcassa – hanno dichiarato – apparteneva a un esemplare maschio di circa vent’anni, morto esausto a causa dello sforzo compiuto durante la notte nel tentativo di risalire il corso del fiume per mettersi in salvo dalle acque marine ormai insalubri.
Una condizione che, secondo il loro fittizio resoconto, dovrebbe addirittura accomunare tanti altri capodogli presenti nella Senna.
Il collettivo belga Captain Boomer
I venti artisti belgi associati al consorzio collettivo di Captain Boomer, costituitosi nel 2008 e avente sede ad Anversa, appaiono perfettamente a proprio agio nell’inscenare una così laboriosa rappresentazione, poiché la cifra peculiare della loro arte consiste esattamente nella volontà di esplorare il crinale tra finzione e realtà.
Come ha rivelato il fondatore del gruppo, Bart Van Peel, il ricorso alla menzogna in un’installazione come The whale, oltre a rievocare l’aura magico-irrazionalistica che presso le comunità più antiche accompagnava la comparsa improvvisa di una balena spiaggiata, serve anche a provocare una sorta di shock pedagogico, ovvero a stimolare, attraverso la scintilla dello straniamento, la percezione emotiva di un problema ecologico grave.
E sebbene la medesima identica performance fosse già stata precedentemente allestita in vari altri luoghi, quali ad esempio Londra, Valencia, la Bretagna o i Paesi Bassi, nei giorni scorsi Captain Boomer ha avuto modo di constatare direttamente sino a che punto l’eco del suo gesto artistico possa amplificarsi e ingigantirsi quando il teatro dell’operazione diventa Parigi, la cui statura simbolica (unita alla reputazione di capitale particolarmente attenta al tema della sostenibilità ambientale) ha finito col conferire a The whale una risonanza planetaria.
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