Si tratta di un’area di 202 chilometri quadrati nata grazie agli sforzi durati 16 anni delle comunità locali e nazionali a Porto Rico.
Alla scoperta di tutte le specie di balene e delfini del Mediterraneo con Tethys
“Soffio a ore due!”, così un membro del team di ricerca a bordo del motoveliero Pelagos avverte la sua squadra che per cinque minuti infiniti ha scrutato il mare in un silenzio attento in cerca di uno sbuffo bianco, il soffio di un esemplare maschio di capodoglio che riemerge in superficie per respirare e riposarsi.
“Soffio a ore due!”, così un membro del team di ricerca a bordo del motoveliero Pelagos avverte la sua squadra che per cinque minuti infiniti ha scrutato il mare in un silenzio attento in cerca di uno sbuffo bianco, il soffio di un esemplare maschio di capodoglio che riemerge in superficie per respirare e riposarsi. I ricercatori hanno seguito l’animale per più di 40 minuti mentre cacciava in profondità, grazie alle sue vocalizzazioni a impulso (o click) che usa come sonar per cercare i calamari nell’oscurità.
L’avvistamento infrange il silenzio della barca innescando un fervore di attività. Ognuno ha il suo ruolo: c’è chi fotografa la pinna caudale dell’animale (la coda) per stabilirne l’identità, chi monitora l’andamento della sua repirazione, chi prende nota del suo comportamento e chi registra le sue vocalizzazioni. Mentre questi dati vengono raccolti in modo non invasivo il capodoglio è quasi immobile nell’acqua. Ad ogni soffio tutti i presenti rimangono incantati. Dopo circa quindici minuti, l’esemplare dà un paio di colpi con la coda, inarca il dorso, alza la pinna facendola uscire dall’acqua (l’occasione per scoprire la sua identità) e se ne va, riprendendo la sua caccia nei fondali.
Il ruolo dell’Istituto Tethys
Si tratta di una giornata tipica durante le spedizioni di ricerca organizzate in estate nel mar Ligure dall’Istituto Tethys. Ai non addetti viene offerta l’opportunità unica di prendere parte, come volontari, alla vita di tutti i giorni dei biologi marini, fornendo un contributo prezioso alle attività della onlus che da trent’anni è uno dei punti di riferimento nel campo della ricerca e della conservazione dei cetacei in Italia e nel mar Mediterraneo.
Quali specie si possono incontrare nel Mediterraneo
I capodogli sono soltanto una delle otto specie che si possono incontrare regolarmente in questo bacino. Alcune di queste sono più conosciute di altre ma, quando sono disponibili dati genetici, le popolazioni che abitano il Mediterraneo risultano separate da quelle che abitano il vicino oceano Atlantico settentrionale. Il mar Mediterraneo è caratterizzato da alti livelli di diversità biologica ed endemismo (ovvero specie che sono presenti solo qui). Tuttavia, è anche una delle regioni marine con i livelli più alti al mondo di traffico navale, inquinamento, densità abitativa, turismo e pesca. La sopravvivenza delle popolazioni isolate di cetacei che ospita è, quindi, minacciata su più fronti e azioni di conservazione a livello dell’intero bacino sono sempre più urgenti. Ecco le otto specie di cetacei che si possono ammirare nel Mediterraneo.
Balenottera comune
Con una lunghezza che supera 20 metri, la balenottera comune è il secondo animale più grande mai esistito sul nostro pianeta (il più grande è la balenottera azzurra). Le balenottere comuni migrano nel mar Ligure durante l’estate per nutrirsi delle grandi quantità di krill disponibili in quest’area, che costituisce il Santuario Pelagos. Quest’area marina protetta si estende per 87.500 chilometri quadrati ed è oggetto di un accordo per la protezione dei mammiferi marini tra l’Italia, Monaco e la Francia.
Capodoglio
Grazie alle sue grandi abilità di immersione, il capodoglio può cacciare i calamari a più di duemila metri di profondità, trattenendo il respiro e osservando l’ambiente circostante con il suo potente sistema sonar. Nell’Atlantico, i gruppi sociali composti da femmine e piccoli rimangono a latitudini più basse rispetto ai maschi che migrano ai poli per nutrirsi. Nel Mediterraneo, invece, gli spostamenti e le dinamiche sociali non sono ancora chiare.
Stenella striata
Questo piccolo delfino è la specie che si incontra più frequentemente in Mediterraneo. È generalmente presente in grandi gruppi e, in estate, si possono spesso osservare i suoi piccoli.
Tursiope
I tursiopi sono una delle specie di delfino più iconiche al mondo. Abitano nelle acque costiere della maggior parte dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, ma sono presenti anche al largo.
Grampo
Questi grandi delfini sono caratterizzati da numerose cicatrici bianche su tutto il corpo, risultato delle loro interazioni sociali. Una struttura sociale complessa e la loro tendenza a evitare le interazioni con le barche contribuiscono alla scarsa conoscenza che si ha di questi animali.
Globicefalo
Lunghi, dai movimenti lenti e dal colore nero lucente, questi animali altamente sociali sono solo apparentemente tranquilli. In realtà, i globicefali sono grandi cacciatori di profondità, un’abilità che ha fatto loro guadagnare il nome di “ghepardi degli abissi”.
Delfino comune
Malgrado il suo nome, questa specie di delfino ha subito un drammatico declino nel Mediterraneo. La pesca eccessiva e il degrado dell’habitat hanno contribuito a rendere questo animale raro da avvistare. Oggi viene spesso incontrato insieme a gruppi più grandi di stenelle striate.
Zifio
Probabilmente la più enigmatica delle otto specie, lo zifio è grande, ha una pigmentazione colorata e un paio di denti sporgenti (negli esemplari maschi) e vanta abilità subacquee da record. Questa specie è tristemente famosa per la sua sensibilità al rumore generato dall’uomo (in particolare i sonar militari), che pare sia la causa di numerosi spiaggiamenti di massa verificatisi negli ultimi decenni.
Si consente l’utilizzo delle fotografie a titolo gratuito unicamente a corredo del presente articolo
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