Dall’analisi di oltre un anno di registrazioni subacquee, sono stati identificati canti delle balenottere azzurre alle Seychelles.
L’ipotesi avanzata dagli scienziati è che si tratti di un luogo di riproduzione.
La speranza è che le Seychelles siano un luogo sicuro per questi cetacei, il cui numero è stato decimato dalla caccia.
Nel corso degli anni Sessanta flotte di balenieri solcavano l’oceano Indiano catturando e uccidendo più di 300mila balenottere azzurre. A largo delle coste dell’arcipelago delle Seychelles erano ormai decenni che non si avvistavano più questi enormi cetacei. Tuttavia, nel corso del 2020 e 2021 sono state catturate immagini – utilizzate anche per la creazione del documentario “Blue whales” – delle balene mentre solcavano queste acque. Le registrazioni subacquee effettuate per un anno, insieme a queste immagini, hanno lasciato senza parole i ricercatori, poiché rivelano che questi animali trascorrono mesi interi nella regione.
Il grande ritorno delle balenottere azzurre alle Seychelles
La balenottera azzurra (Balaenoptera musculus), il più grande mammifero presente sulla Terra, rientra nella categoria di specie minacciate dalla Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura). I ricercatori dell’università delle Seychelles hanno definito questa scoperta come una vittoria per la conservazione. Kate Stafford, oceanografa dell’università di Washington, ha dichiarato: “Se smettiamo di uccidere animali in massa e diamo loro una possibilità, questi possono ritornare”. La caccia ha avuto un impatto massacrante per la popolazione di balenottera azzurra, riducendone il numero a una piccola percentuale di quello originario. “Sapere che sta tornando una popolazione intorno alle Seychelles è incredibilmente emozionante”, ha continuato Stafford.
Una trappola sonora per scovare i cetacei
La scoperta, pubblicata sul Journal of endangered species research, è stato il risultato di un anno intero di registrazioni. I ricercatori hanno posizionato sul fondale marino una “trappola sonora” composta da diversi microfoni subacquei, batterie e dispositivi di registrazione. Così facendo ogni 15 minuti, ogni giorno, venivano registrati i rumori dell’oceano. Nel corso dell’anno fu portata avanti una spedizione, durata circa un mese, nella quale Stafford e colleghi hanno immerso degli idrofoni (microfono subacqueo) nell’acqua per ascoltare i diversi suoni dell’oceano. Alcuni risultati molto interessanti come il verso a “click” dei capodogli a migliaia di metri di profondità e delfini che comunicavano tra loro, ma purtroppo nessuna balenottera azzurra. Solamente dopo aver recuperato la trappola sonora dal fondo dell’oceano, e aver analizzato accuratamente le registrazioni, è stato possibile gridare al mondo la scoperta: la balene c’erano, ma quando non c’erano i ricercatori.
Le Seychelles potrebbero essere una zona di riproduzione per le balenottere azzurre
L’armonioso canto delle balena è stato registrato principalmente durante marzo e aprile. Un segnale molto importante, poiché quel periodo è piena stagione riproduttiva. “Ciò che sappiamo da altre registrazioni è che a cantare erano i maschi, quindi le Seychelles potrebbero essere il loro luogo di riproduzione” ha spiegato Stafford. Le ipotesi portate avanti sono due: o che sia un luogo di accoppiamento oppure di una nursery per i piccoli. Grazie alla singolarità dei suoni è stato possibile indicare e riconoscere che la popolazione presente alle Seychelles è quella generalmente associata all’oceano Indiano settentrionale.
Quante risorse sono state stanziate per la protezione dell’oceano
Ora gli scienziati sono ansiosi di capire con esattezza quanto quest’area sia importante per le balenottere. Già da qualche anno, attraverso un meccanismo noto come debt for nature swap, il debito del paese (pari a circa 22 milioni di dollari) è stato cancellato per poter reinvestire tali risorse nella tutela dell’oceano. Ora, infatti, 400mila chilometri quadrati di mare sono protetti. Quest’area, stando alle dichiarazioni di Jeremy Kiszka, altro scienziato a capo dello studio, presenta una biodiversità e abbondanza di mammiferi marini eccezionale: “Abbiamo registrato ben 23 specie durante le indagini”, sottolinea.
Diventa fondamentale assicurare che le attività umane non disturbino la quiete delle balene e delle altre specie presenti. Grazie al poco traffico navale a largo delle Seychelles, l’inquinamento acustico – altra minaccia per le specie marine – non dovrebbe creare problemi e far si che quest’area sia veramente un paradiso e un luogo sicuro per le balenottere.
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