
La mancanza di dati ufficiali è un problema per il controllo del mercato legale di animali, soprattutto per le catture di quelli selvatici.
Dopo 40 anni, le balenottere azzurre sono tornate al largo della Spagna, ma alcuni esperti temono che sia dovuto ai cambiamenti climatici.
Alcune balenottere azzurre (Balaenoptera musculus) sono state avvistate al largo delle coste della Galizia, nella parte nordoccidentale della Spagna dopo oltre 40 anni di assenza. Con una lunghezza di più di venti metri, per 120 tonnellate di peso, detengono il record di mammiferi più grandi della Terra ed erano scomparse da questi territori dopo essere state decimate dalla caccia. Gli esperti però rimangono cauti, sottolineando che ci sono molti fattori che potrebbero aver determinato questo ritorno.
Fino alla seconda metà degli anni 80, in Spagna era ancora legale cacciare le balene e la Galizia era una delle aree più attive per questa industria. Il Paese ha introdotto il divieto solo nel 1986, ma a quel punto la balenottera azzurra si era già estinta da almeno dieci anni in tutta la zona.
Poi nel 2017, è ricomparsa. Il primo esemplare è stato identificato quell’anno da Bruno Diaz, biologo marino dell’Istituto di ricerca sui delfini tursiopi di O Grove, in Galizia. Gli avvistamenti sono poi continuati lungo i tre anni successivi, fino ad arrivare all’ultimo, avvenuto qualche giorno fa, quando i ricercatori hanno identificato un esemplare vicino alle Isole Cíes, al largo della coste di Pontevedra, sempre in Galizia.
Negli anni Settanta, poco prima dell’introduzione del divieto, è scomparsa un’intera generazione di balene blu.
Non è però ancora chiaro il motivo di questo ritorno. Alcuni sostengono che la scelta di tornare in queste acque possa essere dovuta a una sorta di memoria storica, tramandata di generazione in generazione, che è comune a molte specie. “Negli ultimi anni, si è scoperto che le migrazioni delle balenottere azzurre sono dettate proprio dalla memoria e non da fattori ambientali”, ha spiegato Diaz al quotidiano inglese The Guardian. “Quest’anno non c’è stato un aumento particolare di plankton, eppure eccole qui. È la memoria collettiva che custodisce le loro esperienze e le ha fatte tornare”.
Altri invece sono convinti che sia una conseguenza dei cambiamenti climatici, che stanno stravolgendo il loro habitat. “Non si avventurano mai a sud dell’Equatore, e se il riscaldamento globale spinge questa linea verso nord, il loro habitat sarà ridotto”, ha spiegato Alfredo López, biologo marino, al quotidiano La Voz. Le balenottere, infatti, trascorrono l’estate a latitudini alte e fredde, dove si nutrono in abbondanza nelle acque ricche di krill; in inverno, invece, si dirigono a latitudini più basse, dove si accoppiano e danno alla luce i piccoli. López sottolinea anche come, questo cambio di rotte, potrebbe significare che il cibo di cui si nutrono tia scomparendo. “In quel caso, quello che stiamo vedendo è drammatico e non qualcosa da festeggiare”, conclude.
La Lista rossa Iucn, l’Unione internazionale per la conservazione della natura, considera la balenottera azzurra come una specie in pericolo. È minacciata dal massiccio numero di reti da pesca che hanno contaminato i mari, nelle quali rimangono intrappolate; dalle navi che attraversano gli oceani, con le quali ci sono già stati degli incontri fatali. L’inquinamento acustico delle acque, inoltre, disturba i vocalizzi e rende più difficile la loro comunicazione. Il riscaldamento globale infine non ha effetti solo sull’approvvigionamento di cibo, ma influenza anche la temperatura degli oceani, sulla quale le balenottere basano le loro rotte migratorie.
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