La città a 15 minuti è un modello urbanistico che vuole garantire a ogni abitante l’accesso a negozi, scuole, servizi essenziali. Ma, c’è un ma…
Bam-Biblioteca degli Alberi di Milano, il cuore verde culturale della città ora è anche digitale
Un giardino botanico curato, sicuro e con un programma culturale di iniziative gratuite ispirate agli obiettivi Onu. È BAM, il parco di Porta Nuova, nel cuore di Milano, che per l’emergenza diventa anche digitale.
Un luogo in cui la cultura si fonde con la natura; un grande parco cittadino aperto a tutti e senza recinzioni. Un’area verde dove poter “respirare” tra i tanti impegni quotidiani, in cui fare attività fisica, giocare liberamente, ma anche partecipare a eventi e assistere a concerti e spettacoli. Tutto questo (e molto di più) è BAM, la Biblioteca degli Alberi di Milano, dove il rispetto per l’ambiente diventa pratica inclusiva e quotidiana.
Anche in questo periodo di confinamento, dovuto all’emergenza in corso, BAM non lascia soli i milanesi e, con il programma online BAM@home: La Primavera, trova un nuovo modo di incontrarli tutti lì dove sono: a casa. Una nuova veste digitale, dunque, per poter offrire – almeno virtualmente – iniziative legate al mondo della natura e della cultura a grandi e piccoli. Un modo per lasciare “entrare un soffio di primavera” in attesa di poter tornare davvero a percorrere i suoi vialetti e a respirare il profumo dei suoi fiori.
Il ruolo strategico di BAM
Con i suoi 90mila metri quadrati di estensione BAM è il terzo parco pubblico del centro di Milano e rappresenta uno dei più grandi progetti di riqualificazione urbana in Europa. Definito il cuore verde dello skyline di Porta Nuova, BAM mette in collegamento piazza Gae Aulenti, il quartiere Isola, via Melchiorre Gioia e la promenade delle Varesine. Una “Terra di Mezzo” ben curata e che offre a tutti un motivo per trattenersi un po’. Un set da fiaba metropolitana, che visto dall’alto, sembra quasi un’opera d’arte moderna.
“BAM svolge un ruolo strategico nello sviluppo urbano della città”, spiega l’ingegner Francesca Colombo, direttore generale culturale di BAM, che ha messo a disposizione del progetto la sua preparazione di manager culturale, con grande esperienza nella gestione di istituzioni culturali internazionali (come La Scala di Milano) e nella creazione di innovative start-up culturali (come il Festival MITO). “Il parco connette diverse aree della città e si affaccia sul quartiere Isola, che si chiama così proprio perché la zona era, di fatto, staccata dal resto di Milano, per la barriera dei binari e dei confini naturali delimitati dai fiumi come il Seveso e la Martesana.
Oggi, anche grazie al parco, tutta la parte nord di Milano ha un passaggio straordinario per raggiungere la zona di Brera e il centro città. La progettista Petra Blaisse ha colto proprio questa esigenza, trasformandolo in uno ‘Shanghai’ di viali e connessioni”. Dunque un parco che connette parti di città diverse e che va a rispondere a una concreta esigenze del territorio. “I milanesi lo hanno accolto con grande entusiasmo”, riconosce il direttore. “Lo dimostra il fatto che sia frequentatissimo anche nelle ore serali o persino quando piove”. Merito anche della sicurezza garantita, con una sorveglianza costante anche di notte.
Una biblioteca botanica urbana
Il nome scelto per questo grande giardino pubblico pone subito l’attenzione sulla ricchezza botanica che lo popola. Una biblioteca, appunto, che offre un ricchissimo patrimonio vegetale con oltre 100 specie botaniche, 500 alberi a formare 22 foreste circolari e 135.000 piante. Una collezione straordinaria, arricchita anche dalle “frasi botaniche e poetiche” disposte sui sentieri che attraversano il parco, creando un’originalissima scacchiera di piccole aree verdi. Ciascuna ha una sua funzione specifica: per i più piccoli ci sono l’area giochi super contemporanea, lo spazio kids accessibile anche ai bambini con disabilità e una scenografica fontana dinamica attiva da maggio a settembre. Per chi vuole allenarsi c’è lo spazio fitness attrezzato, mentre per riposarsi o leggere c’è l’area relax con chaise-longue in legno e luci soffuse. E ancora: orti didattici e campi aromatici, aree cani attrezzate, un’area picnic con tavoli e panche e persino un biolago, che ospita piante acquatiche e dove sono già state avvistate le prime libellule.
Un progetto italiano di eccellenza mondiale
La volontà di creare “uno spazio pubblico curato, sicuro e vivo all’interno di un contesto metropolitano, innovativo e internazionale e in grado di evolvere insieme alla città”. A portare avanti questa missione è Fondazione Riccardo Catella, ente no profit attivo da oltre dieci anni con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio. Nel 2019 il Comune di Milano ha sottoscritto con la fondazione una partnership pubblico-privata, affidandole la gestione tecnica e culturale della Biblioteca degli Alberi. Ciò include la manutenzione, la sicurezza e la creazione di un programma culturale per il parco. Per offrire a Milano un progetto di eccellenza culturale è stato creato un team di professionisti, guidato da Francesca Colombo che ne cura tutti gli aspetti culturali e tecnici che ha subito guardato ad altri esempi internazionali di efficace e innovativa gestione degli spazi pubblici. Per citarne uno: l’High line di New York (il parco lineare sopraelevato, realizzato su una stazione ferroviaria in disuso), Bryant park a Manhattan e il Klyde Warren park di Dallas, sorto sopra la Woodall Rodgers Freeway. L’obiettivo era quello di diventare “un motore culturale di rigenerazione urbana”, con una visione precisa: dare vita a “un parco aperto a tutti per liberare mente e corpo facendoli ‘respirare’. Un luogo inclusivo che coinvolge la comunità nella cura del verde e nel vivere esperienze culturali”.
Premesse e ambizioni che hanno subito preso il largo con un evento inaugurale straordinario, tenutosi l’8 settembre 2019: il primo concerto open air gratuito prodotto da BAM che ha invitato la Filarmonica della Scala ad esibirsi per la prima volta in un parco pubblico davanti a 3000 persone sedute sull’erba. Un regalo prezioso fatto alla città di Milano, che dimostra la grande fiducia riposta in questo progetto. “BAM è un player culturale”, spiega Francesca Colombo, che, in poco tempo e grazie a una riconosciuta credibilità professionale è riuscita col suo team a intessere importanti relazioni con le istituzioni e molte associazioni culturali, come la Fondazione delle scuole civiche di Milano, il Conservatorio, il Bosco in città, il Parco Nord e l’orto botanico di Brera. Tutto questo in un’ottica precisa: “BAM vuole essere parte di un network, un hub culturale capace di promuovendo iniziative per fare rete e costruire un grande sistema nell’ampio contesto cittadino”.
Abitanti, lavoratori e turisti: un parco per tutti e di tutti
Ad apprezzare e usare il parco non sono solo gli abitanti delle zone limitrofe, ma anche dipendenti in pausa pranzo – armati della classica “schiscetta” – o manager in cerca di una pausa in cui allentare ritmi e cravatte. “BAM è molto frequentato dai lavoratori”, spiega Francesca Colombo. “Questo dipende dal fatto che l’area di Porta Nuova negli ultimi anni è stata scelta da diverse grandi aziende, come Microsoft, Google, Amazon, Tesla ecc”. Tante anche le famiglie e i bambini che approfittano dell’area verde per una passeggiata, un picnic o una merenda. Così come i turisti, incuriositi da un’area che è già entrata di diritto tra le più iconiche del capoluogo lombardo.
Per farsi un’idea del livello di frequentazione della zona basti sapere che il footfall registrato (quindi il numero dei passaggi) è di dieci milioni all’anno. “La cosa che apprezzano i cittadini è di avere uno spazio che è sempre ben tenuto e curato”, spiega Colombo. “La cura tecnica e botanica è coordinata da noi e gestita da un’azienda specializzata, tante le azioni partecipate nel nostro palinsesto culturale per diffondere una cultura di rispetto del verde. Per fare solo un esempio: quest’anno faremo un workshop per bambini per costruire uno spaventapasseri, che ci servirà nel momento della semina”.
Natura, cultura, benessere ed educazione: i quattro pilastri del palinsesto BAM
Come detto, BAM è un parco culturale che offre a tutti un ricco programma di esperienze ispirate ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu e declinate secondo quattro pilastri: #openairculture (momenti musicali, performance site-specific, letture poetiche e teatro nel paesaggio), #nature (passeggiate alla scoperta del patrimonio botanico e faunistico del parco e del rispetto del verde, talks, workshop e letture botaniche), #wellness (esperienze all’aria aperta all’insegna del benessere e dell’attività fisica) ed #education (talks sui temi dell’innovazione e della sostenibilità, orti urbani e laboratori didattici e creativi per bambini, famiglie e adulti).
BAMoments, esperienze open air gratuite per tutte le età
Nel 2019 ben 18mila persone hanno partecipato a 260 eventi gratuiti, ribattezzati BAMoments. Di questi, 175 hanno toccato direttamente alcuni temi degli obiettivi di sostenibilità Onu. Per esempio quello con gli street artist, che hanno spiegato ai ragazzi temi difficili come quello della fame nel mondo, armati solo di bombolette colorate. Tutti possono partecipare ai BAMoments, semplicemente iscrivendosi tramite il sito internet, oppure, se si è di passaggio, anche al momento stesso dell’iniziativa (a patto che ci siano posti disponibili). Sono tantissime le iniziative del palinsesto: dalle sessioni di allenamento quotidiane, a programmi wellness mirati per anziani, mamme con bambini o in compagnia di un istruttore cinofilo per chi non abbandona mai i propri amici a quattro zampe.
E ancora: visite guidate, talk e momenti di grande festa organizzati in occasione dei cambi di stagione, per celebrare la natura nel modo più tradizionale. Tanti momenti diversi, accomunati da un concetto di base: vivere esperienze di qualità in maniera informale.
BAM@home, il parco diventa digitale per l’emergenza
Il difficile periodo che il mondo sta attraversando in queste settimane a causa della pandemia di Covid-19 ha bruscamente interrotto le tante iniziative in programma nel parco. Ma per fortuna la natura non si ferma e così anche BAM, che per restare connesso alla sua green community ha deciso di offrire a tutti qualche piccola consolazione digitale, con iniziative molto carine per grandi e piccoli, messe a disposizione sul suo sito.
“Per il 2020, dovremo tener conto del periodo che stiamo vivendo e rispetteremo le nuove regole in materia di spettacolo dal vivo”, spiega Francesca Colombo. “Da subito abbiamo reagito creando una nuova dimensione digitale di BAM, con l’iniziativa ‘BAM@home: La Primavera’, alla quale molti nostri partner e artisti vicini si sono uniti con entusiasmo. Da qui nasce la collaborazione con Martinelli del Teatro delle Albe, gli approfondimenti botanici con AG&P, la meditazione con Kasa Yoga e tante altre attività, come anche la possibilità di mettersi in dialogo direttamente con il mondo di BAM attraverso i social media”.
Nel frattempo si pensa già al futuro: “Stiamo riflettendo sul domani con i nostri partner e con la nostra community, su come vorremo vivere il dopo. Nulla sarà come prima e anche noi siamo chiamati a pensare nuovi format e nuove soluzioni”. Quello che è già chiaro è l’impegno che tutti metteranno in campo: “Faremo la nostra parte per le prossime stagioni, con la voglia di contribuire alla ripresa che Milano avrà e con la consapevolezza della forza che il linguaggio della natura e della cultura hanno nel donare emozioni, nel parlare di temi universali, nello stimolare a scoprire nuove strade e nel confortare con la bellezza e l’armonia”.
Diventare Bamfriend, una comunità che cresce
Nonostante le attività siano sospese, la natura continua imperterrita il suo corso e “noi abbiamo la grande responsabilità di continuare comunque a curare la manutenzione, la sicurezza e la pulizia”, specifica Francesca Colombo. Per poter andare avanti nel migliore dei modi e continuare a offrire gratuitamente i propri servizi, BAM necessita anche di un supporto economico. Qui entra in gioco l’iniziativa BAMFRIEND rivolta ai singoli cittadini, così come alle aziende.
Per le persone la scelta è duplice: si può donare un po’ del proprio tempo, diventano volontario di BAM, oppure offrire un contributo economico annuale (25 euro per gli adulti, 15 euro per bambini e anziani). Un gesto simbolico dal significato molto importante. “Per noi è un segno di concreta partecipazione, attraverso cui i cittadini dimostrano di condividere i nostri valori”, spiega il direttore di BAM. “La nostra community conta già 470 persone e noi ci auguriamo che cresca ancora tantissimo. Innanzitutto perché è una forma preziosa di give back dei cittadini alla propria città”. Tanto più che essere BAMFRIEND offre anche dei vantaggi, come quello della priorità nell’iscrizione agli eventi (la metà dei posti è riservata), sconti in negozi convenzionati o addirittura la possibilità di partecipare a occasioni esclusive, concordate dal parco con i propri partner, com’è accaduto con il Cirque du Soleil, che ha messo a disposizione dei posti per la sua preview.
Un discorso a parte viene fatto per le aziende che, attraverso contributi più significativi possono costruire progetti in sinergia con il parco. In un circolo virtuoso e profittevole davvero per tutti, che – ne siamo certi – contribuirà ad aiutare Milano a rifiorire e a diventare più bella di prima, anche dopo questo lungo “inverno”.
Articolo sponsorizzato
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