I bambini hanno diritto a far valere i propri diritti in campo ambientale. È quanto sostiene il Comitato sui diritti dell’infanzia delle Nazioni Unite.
Il Comitato sui diritti dell’infanzia delle Nazioni Unite ha pubblicato un documento relativo alle questioni climatiche e ambientali.
Sancisce che un ambiente pulito, salubre e sostenibile è necessario affinché i bambini godano dei propri diritti fondamentali.
Gli stati devono far sì che i bambini possano ottenere giustizia, anche rivolgendosi ai tribunali.
Si è sentito parlare molto dei sedici ragazzi e ragazze del Montana, di età compresa fra i 5 e i 22 anni, che hanno portato a processo il loro stesso stato, accusandolo di violare il loro diritto costituzionale a un ambiente pulito e salubre. E hanno vinto. Pochi giorni dopo questo risultato, simbolico ma comunque storico, il Comitato sui diritti dell’infanzia delle Nazioni Unite ha pubblicato un documento che affronta proprio questo tema: per i bambini, vivere in un ambiente sano è un diritto che può essere difeso anche attraverso le vie legali? La risposta è sì.
I bambini hanno diritto a far valere i propri diritti in campo ambientale
“Un ambiente pulito, salubre e sostenibile è sia un diritto umano in sé, sia necessario per godere appieno di una vasta gamma di diritti dei bambini. Per contro, il degrado ambientale (incluse le conseguenze della crisi climatica) compromette il godimento di questi diritti, in particolare per i bambini in situazioni svantaggiate o per quelli che vivono in regioni molto esposte ai cambiamenti climatici”, scrive il Comitato sui diritti dell’infanzia.
La guida spiega poi qual è il legame tra i diritti dei bambini e le questioni climatiche e ambientali, e cosa devono fare le istituzioni in tal senso. Un capitolo ad hoc è dedicato all’accesso alla giustizia. “Nonostante i bambini siano stati in prima linea in numerose cause relative all’ambiente e ai cambiamenti climatici e nonostante il loro riconoscimento ai sensi della Convenzione come titolari di diritti, a causa del loro status incontrano ostacoli nel raggiungere la legittimazione ad agire in molti Stati. Ciò limita i loro mezzi per far valere i propri diritti in campo ambientale”, si legge.
Una stortura che gli stati devono correggere, garantendo “l’accesso a percorsi giudiziari per i bambini, compresi meccanismi di denuncia che siano a misura di bambino, attenti al genere e inclusivi della disabilità, per garantire che possano essere coinvolti in procedimenti giudiziari, quasi giudiziari e stragiudiziali”.
Cos’è e come funziona il Comitato sui diritti dell’infanzia
The UN Committee on Child Rights has now published clear guidance specifying what countries must do to uphold children’s rights to a clean, healthy & sustainable environment. https://t.co/BqvPzYvxTq
Questo documento, che rappresenta lo strumento normativo internazionale più importante in assoluto su questo tema, stabilisce quattro principi fondamentali: non discriminazione; superiore interesse del bambino o adolescente; diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino e dell’adolescente; ascolto delle opinioni del minore in tutte le decisioni che lo riguardino.
Le posizioni del Comitato sui diritti dell’infanzia non sono giuridicamente vincolanti. Ciò non toglie che godano di un’ampia considerazione, tanto da essere state prese come riferimento più volte in passato dai tribunali per le loro decisioni.
In un nuovo decreto previsti limiti più stringenti per queste molecole chimiche eterne, ma ancora superiori a quelle indicate dalle agenzie ambientali.
Trovato un accordo sul testo del trattato di pace con Baku, che non è ancora stato firmato e presuppone grosse concessioni da parte di Erevan. Intanto il parlamento approva un disegno di legge per la richiesta di adesione all’Ue.
Siamo stati a Montespluga per lo Skialp Fest di Homeland per capire perché lo scialpinismo sia un modo bellissimo e meno impattante di vivere la montagna.