La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
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Nel giardino di una scuola materna torinese sono stati avvistati alcuni serpenti. I genitori dei bambini ne hanno chiesto la rimozione ma la responsabile dell’asilo si è opposta. Ecco perché ha fatto bene.
Il legame che la nostra specie ha con la natura e con le creature che la abitano si affievolisce ogni giorno di più. La società in cui viviamo, caratterizzata dalla crescente urbanizzazione e dall’abbandono del mondo rurale e naturale, ha incrinato questo rapporto allontanando l’uomo dagli animali. Questo allontanamento ha lasciato un vuoto dentro di noi, abbiamo perso la capacità di conoscere la caleidoscopica diversità delle specie animali con cui l’uomo convive da sempre. Di conseguenza è aumentata l’ignoranza sugli animali che a sua volta ha generato paura, e talvolta persino odio, per tutto ciò che è altro da noi. Tuttavia, che ci piacciano o meno, questi animali vivono intorno a noi e conoscerli non può che aiutarci a rapportarci con loro.
Nel cortile della scuola materna torinese “Mirafiori Sud” sono stati avvistati nelle ultime settimane diversi serpenti. I rettili in questione sono innocui biacchi (Hierophis viridiflavus), ofidi non velenosi e molto comuni nel nostro Paese.
Nonostante si tratti di animali non solo innocui, ma perfino utili (tra le loro prede figurano infatti diversi roditori), la presenza dei serpenti ha allarmato i genitori dei bambini che frequentano l’asilo i quali ne hanno chiesto l’immediata rimozione. Ricordiamo innanzitutto che i biacchi, così come tutti i serpenti italiani, sono animali protetti dalla legge che ne vieta la cattura e l’uccisione, purtroppo ancora troppe persone hanno una paura irrazionale e ingiustificata di queste creature, forse a causa di un retaggio della dottrina cattolica, che rappresenta il male proprio con le sembianze di un serpente. “Qualcuno ha perso il lume della ragione, bambini di 4-5 anni non possono stare a contatto con dei serpenti – accusano alcuni genitori – c’è di mezzo la loro sicurezza e la loro salute. Non sappiamo più a chi rivolgerci per interrompere questa follia”. Dalla parte dei genitori si è schierato Fabrizio Ricca, capogruppo della Lega Nord, che ha promesso di portare la questione in consiglio comunale.
Viste le forti pressioni e l’abitudine ad approcciare la fauna selvatica come un problema da risolvere, verrebbe naturale pensare che i vertici della scuola materna abbiano accolto le richieste e “disinfestato” l’asilo. E invece no, Silvana Audano, responsabile pedagogica della scuola materna, non ha alcuna intenzione di rimuovere i serpenti, anzi ha espresso l’intenzione di sfruttare la loro presenza come risorsa pedagogica. “Questi animali non sono velenosi – puntualizza la dirigente – ci siamo rivolti a un esperto per averne conferma. La loro presenza ci permetterà di far conoscere meglio la natura ai bambini, vogliamo che la osservino e imparino a rispettarla. Prima, però, devono conoscerla: quale miglior modo di questo?”.
Una decisione di questo tipo, seppur logica, assume toni rivoluzionari in un Paese ormai incapace di rapportarsi con la sua biodiversità e che ritiene più sano far crescere i propri figli in asettiche teche di vetro. Il tempo dei cacciatori di draghi è finito, è giunto il momento di lasciarci alle spalle certe ingiustificate paure ed aprirci alla conoscenza del selvatico, in tal senso può essere d’aiuto osservare i bambini, naturalmente curiosi e predisposti al rapporto con gli animali, ricordando che ciò che fa davvero paura è l’ignoranza.
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