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Banane in via d’estinzione? Facciamole OGM

I banani potrebbero estinguersi entro 10 anni. Lo si

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La banana più diffusa nei supermarket di mezzo mondo, la
“Cavendish”, è attaccata in alcuni paesi asiatici dal
Fusarium, malattia anche conosciuta come “Panama disease”. A
lanciare l’allarme è l’Istituto per il miglioramento delle
piantagioni di banana, con sede in Francia: le banane sono in
imminente pericolo di estinzione.

La Fao ha ribattuto: le banane non sono a rischio d’estinzione.
Piuttosto, il richiamo della Food and Agriculture Organization
dell’Onu è: aumentare le varietà di banana coltivate
nel mondo!

Il problema è che ci sono colture estensive di una sola
varietà di ‘cavendish’, che in queste stagioni è in
pericolo a causa di una malattia chiamata ‘Panama disease’.

“Ciò che sta accadendo è l’inevitabile conseguenza
del crescere un solo genotipo su larga scala” ha dichiarato Eric
Kueneman, capos del Fao’s Crop and Grassland Service. La banana
Cavendish, un tipo di banana da “dessert”, è la più
coltivata dalle grandi compagnie esportatrici. “La sua
vulnerabilità è inevitabile e non certo inaspettata.
La banana che ha preceduto la Cavendish, la Gros Michel, è
andata incontro allo stesso fato a causa di attacchi fungini,
quindi questo è un allarme. Dobbiamo trovare rimedi, per il
futuro” conclude Kueneman.

Finora il problema si è verificato solo nel Sud-Est
asiatico. Ma Mahmoud Solh, direttore della Plant Production and
Protection Division della Fao, avverte: “Gli sviluppi del problema
potrebbero essere drammatici se colpiranno l’America Latina e i
Caraibi, dove la banana è la pianta più coltivata,
fonte di lavoro per larghe fasce di popolazione”.

Fortunatamente, i piccoli contadini di tutto il mondo hanno
mantenuto un ampio pool genetico, insomma hanno continuato a
coltivare miriadi di varietà diverse di banane, che potranno
essere usate per arricchire i futuri raccolti. La ‘banana’ è
essenzialmente una coltura sterile, che progredisce con
difficoltà attraverso gli incroci convenzionali. Per questo,
nuovi metodi di incrocio potrebbero essere utili, “ma ciò
non significa necessariamente l’uso del transgenico”, dichiara la
Fao.

L’organizzazione invece lancia un appello per sviluppare una
maggiore diversità nelle banane, specialmente per quelle da
esportazione; promuovere la consapevolezza sulle inevitabili
conseguenze di una ristretta base genetica nelle piantagioni; e
rafforzare i programmi di coltivazione delle piantagioni di nuove
varietà nei paesi in via di sviluppo.

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