I cambiamenti climatici possono mettere a dura prova la tenuta delle economie, delle città, delle aziende. E, di conseguenza, anche quella delle banche. Analisti, accademici e investitori lo ripetono ormai da qualche anno, ma gli istituti di credito europei sembrano ancora un po’ reticenti di fronte alla prospettiva di mettere nero su bianco questi rischi e le strategie con cui intendono affrontarli. Interviene quindi la Banca centrale europea (Bce) che, d’ora in poi, le sottoporrà anche agli stress test climatici.
Climate change and environmental degradation will increasingly affect banks’ balance sheets. The ECB is therefore stepping up its efforts and scrutiny to strengthen banks’ resilience against related risks. Read more in the Supervision Newsletter https://t.co/2nup7b1Juwpic.twitter.com/dScTMGPK6F
Banche ancora poco trasparenti sui rischi ambientali
Il clima è una variabile da tenere in considerazione per due motivi. Il primo è il rischio fisico, classificato come “acuto” quando è provocato da eventi estremi come siccità, alluvioni e tempeste e come “cronico” quando alla base ci sono mutamenti più graduali come la perdita di biodiversità, la scarsità di risorse o l’innalzamento del livello dei mari. Il secondo è il rischio di transizione. L’entrata in vigore di nuove normative, il progresso tecnologico e il variare delle preferenze di mercato scompagineranno gli equilibri consolidati e richiederanno capacità di adattamento.
Con un report pubblicato a fine novembre, la Banca centrale europea va a verificare se, e come, 125 istituti finanziari (107 di grandi dimensioni e 18 più piccoli) abbiano reso noti questi rischi di carattere climatico e ambientale. L’esito è una sonora bocciatura. “Servono sforzi significativi per promuovere la trasparenza nei mercati finanziari”, si legge nel documento. E ancora, “c’è una generale mancanza di articolazione dei temi legati al clima e troppo di rado le affermazioni sono supportate da dati quantitativi”. Quantomeno, continua, negli ultimi due anni si notano alcuni sporadici passi avanti.
Dal 2022 debuttano gli stress test climatici
Per spronare il cambiamento, la Banca centrale europea ha portato avanti un’ampia consultazione pubblica sfociata in una vera e propria Guida sui rischi climatici e ambientali. Oltre a fornire indicazioni pratiche sulla gestione e sulla comunicazione di questi rischi, il documento annuncia due novità.
Innanzitutto, nei primi mesi del 2021 le banche dovranno condurre un’autovalutazione sulla loro capacità di rispettare le aspettative della guida e, su questa base, redigere un piano d’azione. Entrambi verranno passati al setaccio dalla Bce che, in un secondo momento, potrà intervenire ove necessario.
Il secondo appuntamento è per il 2022, quando sono in programma gli stress test. Ogni due anni infatti la Bce passa ai raggi X i bilanci delle grandi banche per capire se siano capaci di reggere a un improvviso shock esterno. Insieme a crisi del debito, recessioni e altre casistiche puramente economiche, d’ora in poi questi scenari di crisi includeranno anche i cambiamenti climatici. La Bce segue quindi l’esempio della Banca centrale inglese, che partirà nel 2021. A dimostrazione di quanto il comparto finanziario non possa chiudere gli occhi di fronte all’emergenza ambientale in corso. E debba fare la sua parte per costruire resilienza.
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