Crisi idrica, in Basilicata da oggi dai rubinetti sgorga l’acqua del fiume Basento

Dopo un mese di razionamenti, sono stati completati i lavori per la condotta provvisoria che porterà l’acqua dal fiume alla diga di Camastra, ma c’è preoccupazione per i livelli di inquinamento.

  • Dopo un mese di razionamento dell’acqua per 140mila cittadini di 29 comuni della Basilicata, conclusi i lavori per far confluire nella diga di Camastra l’acqua del Basento.
  • Dubbi dei cittadini sulla qualità delle acque del Basento, che rientra tra i Siti di interesse nazionale che necessitano di bonifica. Ma il presidente Bardi assicura che l’acqua sarà potabile.
  • In Basilicata il tasso di dispersione degli acquedotti è del 65,5 per cento del totale dell’acqua immessa in circolazione.

Da più di un mese, 140mila cittadini di 29 diversi comuni della Basilicata, compresa Potenza hanno l’acqua razionata nelle proprie case, a causa di una crisi idrica senza precedenti dovuta a una serie di fattori concomitanti che hanno svuotato quasi del tutto la diga del Camastra, fonte di approvvigionamento di tutta la zona: a pesare sono la scarsità di pioggia degli ultimi mesi, ma anche il cattivo stato delle infrastrutture idriche lucane e grossi problemi burocratici accumulatisi negli anni. Ufficialmente a partire da oggi, però, le acque del fiume Basento cominceranno a confluire nella diga del Camastra per rivitilizzarla e per tornare a distribuire l’acqua nei rubinetti delle case della popolazione. Ma si tratterà davvero di acqua sicura e potabile?

La crisi idrica in Basilicata e la soluzione Basento

Dal 17 ottobre scorso, nei 29 comuni della Basilicata interessati l’acqua viene razionata con chiusure programmate dalle 18:30 alle 6:30 del mattino, escluso il sabato, quando lo stop inizia alle 23:00. Questa decisione, ritenuta necessaria per completare i lavori di recupero della diga del Camastra, ha scatenato il malcontento di cittadini e studenti, che il 16 novembre hanno manifestato nel centro di Potenza. “Abbiamo diritto alla doccia”, uno degli slogan più efficaci tra quelli usati. La mobilitazione, organizzata dal Comitato Acqua Pubblica e supportata da alcuni dei principali sindacati come Cgil, Uil e Usb, ha portato all’attenzione tre richieste fondamentali: acqua pulita, trasparenza nella gestione delle risorse idriche e rispetto per i diritti dei cittadini colpiti. Una delegazione di manifestanti è stata ricevuta dal prefetto di Potenza, Michele Campanaro, per discutere le criticità della gestione dell’emergenza.

Nel tentativo di arginare la crisi, la Regione Basilicata ha completato una condotta che da oggi porterà l’acqua del fiume Basento verso la diga del Camastra, rimasta a secco a causa delle poche piogge delle scorse stagioni. I lavori – finanziati da 1 milione e 180mila euro che derivano dai fondi legati al riconoscimento dello stato di emergenza – hanno portato alla realizzazione di una condotta temporanea, lunga circa 4 chilometri. L’impianto di sollevamento che è stato realizzato sarà in grado di trasferire 400 litri al secondo di acqua dal Basento alla diga.

Dubbi e rischi per la salute dei cittadini

Tuttavia, l’idea è al centro di un acceso dibattito perché il Basento è classificato come Sito di interesse nazionale, uno di quei luoghi individuati dalle istituzioni come bisognosi di bonifica urgente, a causa dell’alto livello di contaminazione da scarichi industriali e reflui chimici. L’idea della Regione è quella di utilizzare dei potabilizzatori per eliminare le sostanze tossiche presenti nel fiume prima di immettere l’acqua nelle condotte e farla arrivare nelle case di cittadini tramite i rubinetti. Nella relazione letta ieri in Consiglio regionale, il presidente della Basilicata Vito Bardi ha assicurato che sulle acque del fiume “ci saranno i campionamenti dell’Arpab, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, prima di essere immesse nel depuratore di Masseria Romaniello. Dopo nove ore del processo di potabilizzazione saranno fatti ulteriori campionamenti che richiedono un processamento di circa 48 ore. Soltanto all’esito positivo di queste analisi l’acqua entrerà in circolo per arrivare nelle case dei cittadini garantendo assoluta sicurezza”.

Io ho la responsabilità di salvaguardare la salute e la sicurezza della comunità lucana. A questa non verrò mai meno.

Posted by Vito Bardi on Friday, November 15, 2024

Soltanto all’esito positivo di queste analisi – ha assicurato Bardi – l’acqua entrerà in circolo per arrivare nelle case dei cittadini garantendo assoluta sicurezza. “Dai primi campionamenti effettuati da Arpab risulta che la qualità delle acque del Basento non si discosta da quelle di qualsiasi altro invaso o sorgente prima dell’iter di potabilizzazione. Quasi tutti i parametri presi in esame risultano inferiori alla concentrazione massima ammissibile e per i due leggeri superamenti legati a tensioattivi e fosfati va detto che si tratta di sostanze che comunque potranno essere trattate dal potabilizzatore. Alla luce di quanto rilevato, l’acqua viene classificata in A2” ovvero che può essere destinata al consumo umano dopo un normale trattamento fisico e chimico. “In qualità di commissario ho chiesto ad Arpab, Acquedotto lucano e Asp di effettuare controlli quotidiani per garantire la massima sicurezza ai cittadini, i cui risultati saranno resi noti tempestivamente sul sito internet della Regione”. Una relazione che però non tranquillizza tutti. Il sindaco di Potenza, Vincenzo Telesca, ha espresso preoccupazioni: “L’acqua del Basento ci spaventa, potrebbe essere inquinata”. Con conseguenti seri rischi non solo per chi consuma l’acqua, ma anche per chi vi entra in contatto.

Lo stato disastroso delle infrastrutture 

Ieri Bardi ha attaccato l’inerzia passata delle gestioni precedenti, nel più classico dei rimpalli di responsabilità, spiegando ad esempio che la diga del Camastra, completata nel 1968, non è mai stata collaudata, come le altre dighe presenti in Basilicata, con forti limiti nella sua capacità di invasamento, e che a questo si aggiungono gravi carenze manutentive e di efficientamento della diga, che hanno compromesso l’effettiva capacità volumetrica dell’invaso: per esempio sedimenti sul fondo, mai dragati, che ne comportano una notevole riduzione della sua capacità ricettiva. Le proteste dei giorni scorsi, guidate da giovani e comitati cittadini, hanno posto l’accento però sulla necessità di strategie a lungo termine che garantiscano la sostenibilità ambientale e la salute pubblica, dal momento che per stessa ammissione della Regione, la condotta realizzata è una soluzione provvisoria, probabilmente in aattesa delle piogge invernali. Ma non solo, perché anche i dati dell’Istat inchiodano la Regione Basilicata: nel 2023 infatti, la dispersione idrica degli acquedotti lucani era del 65,5 per cento del totale, con punte anche più alte per la provincia di Potenza, rispetto a una media nazionale del 42,2 per cento.

 

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

L'autenticità di questa notizia è certificata in blockchain. Scopri di più
Articoli correlati
Osmosi inversa, pH ottimale

I depuratori a osmosi inversa consentono, attraverso un sistema di filtraggio, di purificare l’acqua del rubinetto. Ecco come funzionano.

Fitodepurazione

Si tratta di una tecnica naturale ed ecocompatibile che permette di depurare le acque reflue con l’impiego di alghe e piante superiori.