E’ in libreria un libro dal titolo che – si legge nella premessa stessa – “sembra una belinata”: Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita.
Scambiamo due parole con l’autore, Giulio Cesare Giacobbe,
psicoterapeuta e docente all’Università di Genova. Un titolo
coraggioso…
Be’, se uno fa una marmellata buonissima e la chiama “marmellata”
non se ne accorge nessuno. Se invece la chiama “elisir
delizioso”…
Vero. E poi in effetti questo libro è un po’ un elisir…
contro i pensieri negativi, le “seghe mentali”. Chiariamo che una
“sega mentale” è un pensiero non agganciato alla
realtà, da cui non nasce niente se non inazione, non
fertile. Ma, leggiamo, esistono anche “seghe mentali”
buone?
Sì, quelle che ci allontanano dalla realtà ma che ci
fanno stare bene, una consolazione verso una situazione frustrante,
traumatizzante, fughe dalla realtà. Una risposta per la
sopravvivenza, biologicamente sano.
Ci sono anche dei pensieri che hanno una ricaduta sulla
realtà non immediata, ma ad essa attinenti: se dipingo un
quadro io mi estraneo dalla realtà, ma il quadro può
poi trasmettere agli altri qualcosa di positivo e rientrare
così nella dimensione positiva della realtà.
Ma le seghe mentali sono per lo più malefiche…
Sono incubi mentali: “avrò il cancro”, “lei mi tradisce”,
“avrò successo”, “sono un fallito”… pensieri che nascono
da un nona.
Perché ce ne facciamo così tante?
La grande scoperta esposta nel libro è che non siamo noi a
concepirle volontariamente, ma sono il risultato di traumi e
tensioni nella nostra memoria che producono questi pensieri
autolesivi.
Ed entriamo in una spirale autolesiva da cui non usciamo
più. Come psicoterapeuta posso dire che il mondo è
pieno di persone che si rovinano la vita con pensieri fabbricati
nella propria mente. Ed è la memoria che espelle la tensione
che ha dentro…
Cosa si può fare per non cadere in questa
spirale?
Uscire… nella realtà. Vivere nella realtà. Il mondo
della realtà è reale. Il mondo della mente non
è reale. Fondamentalmente la tecnica che si può usare
per smettere di vivere “dentro la mente” è una tecnica zen.
Non stare chiusi nella mente, ma uscire nella realtà.
Cito dal libro: “la presenza mentale nella realtà
è il segreto per godersi la vita”…
E’ un insegnamento antico, ma attuale. Talmente attuale che ce ne
dimentichiamo.
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