Drogata e stuprata per anni, Gisèle Pelicot ha trasformato il processo sulle violenze che ha subìto in un j’accuse “a una società machista e patriarcale che banalizza lo stupro”.
La battaglia di Racca, in Siria, alle fasi finali. Si arrendono centinaia di jihadisti
La battaglia di Racca, in Siria, entra nella fase finale. Raggiunto un accordo per l’evacuazione dei civili e la resa dei combattenti Isis non stranieri.
L’assalto finale per la liberazione degli ultimi quartieri della città siriana di Racca che risultano ancora in mano agli jihadisti dello Stato Islamico sta per essere lanciato. Le Forze democratiche siriane – alleanza di combattenti arabi e curdi che da tempo assedia il centro urbano – sono riuscite a portare a termine nel corso del fine settimana le operazioni di evacuazione di numerosi civili che fino ad ora erano stati utilizzati dall’Isis come scudi umani.
https://www.youtube.com/watch?v=wzfaogkU-vY
A Racca rimangono 250-300 combattenti dello Stato Islamico
“Siamo ormai giunti alla fase finale della battaglia”, ha dichiarato Jihan Cheikh Ahmed, secondo quanto riferito dalla stampa internazionale, aggiungendo che “i combattimenti proseguiranno finché non saranno stati sconfitti tutti i terroristi che rifiutano di arrendersi”. Il numero di integralisti islamici presenti a Racca è tuttavia sempre meno importante: nella giornata di sabato è stato raggiunto un accordo con gli jihadisti siriani, sulla base del quale a chi depone le armi sono stati garantiti corridoi sicuri per uscire dai quartieri assediati. I miliziani sono potuti quindi salire a bordo di autobus e hanno lasciato l’area in direzione della provincia di Deir Ezzor, nella quale l’Isis controlla ancora alcuni territori.
Depuis le 1er février ; la bataille de Rakka en 59 cartes, ou la défaite annoncée de l’organisation État islamique https://t.co/znXSvscrNk pic.twitter.com/jHi6Bl7sSR
— Les Décodeurs (@decodeurs) 16 ottobre 2017
Secondo quanto affermato da Talal Sello, portavoce della coalizione, “ad aver rifiutato l’intesa, scegliendo di continuare a combattere, sono solamente 250-300 terroristi”. Circa 275 miliziani, invece, hanno abbandonato la città, assieme alle loro famiglie. L’accordo, tuttavia, non riguarda gli jihadisti stranieri: la preoccupazione manifestata soprattutto dai paesi occidentali è infatti che essi, di fronte alla sconfitta dell’Isis in Siria, possano trovare il modo di rientrare in patria, organizzando azioni terroristiche.
“Ora l’Isis dovrà cambiare strategia”
L’esclusione dei “foreign fighters” è stata confermata anche dalla coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti, che sostiene alcuni gruppi anti-jihadisti: i responsabili hanno annunciato sabato la partenza di un convoglio partito da Racca, sottolineando a loro volta come gli accordi non si applichino agli integralisti islamici provenienti dall’estero.
Le Forze democratiche siriane hanno fatto il loro ingresso nella città nello scorso mese di giugno. I combattimenti sono proseguiti per tutta l’estate ed oggi quasi la totalità dei quartieri è stata liberata.
Perdendo Racca, suo ultimo baluardo in Siria, l’Isis continua la propria ritirata, dopo aver perso numerosi territori. Hasni Abidi, direttore del Centro di studi e ricerca sul mondo arabo e mediterraneo, ha osservato ai microfoni dell’emittente francese France Info che “probabilmente a questo punto lo Stato Islamico evolverà gradualmente verso un movimento diverso, non più fondato sull’esistenza di importanti bastioni”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
I ribelli che hanno preso il potere in Siria stanno smantellando la produzione di captagon, la droga che arricchiva il regime di Assad.
Il 15 dicembre una petroliera russa si è spezzata a metà e un’altra è rimasta incagliata, riversando combustibile nello stretto di Kerch.
Nel campo profughi di Burj al-Barajneh, le donne palestinesi preparano pasti e distribuiscono aiuti alle persone in difficoltà nella città di Beirut.
Israele ha approfittato della caduta di Assad in Siria per espandere la sua occupazione del Golan, altopiano dove è presente illegalmente dal 1967.
Un’offensiva dei ribelli in Siria ha rovesciato nel giro di 11 giorni il regime di Assad. Ora si cerca una transizione pacifica del potere.
La scarcerazione di Narges Mohammadi è avvenuta per motivi di salute e durerà tre settimane. Cresce la pressione sul regime dell’Iran per renderla definitiva.
Migliaia di persone sono scese in strada contro la decisione del governo di sospendere i negoziati per l’adesione all’Unione europea fino al 2028. Violenta la reazione delle forze dell’ordine. La presidente della Georgia rifiuta di lasciare il mandato finché non verranno indette nuove elezioni.
Il 28 novembre a Nuuk è atterrato il primo volo diretto internazionale. Un evento storico che ha acceso un dibattito sui rischi del turismo di massa.