Non soltanto batteri fecali, la Senna è anche piena di Pfas

La presenza di Pfas non è stata considerata dalle autorità francesi per decidere sulla balneabilità della Senna in occasione dei Giochi olimpici.

I batteri fecali sono stati al centro di tutte le attenzioni nella città di Parigi nelle ultime settimane. Non soltanto la loro presenza nella Senna ha provocato lo spostamento di prove e gare di nuoto nell’ambito delle Olimpiadi, che erano state programmate nel celebre fiume che attraversa la metropoli. Non soltanto quelle che si sono svolte non hanno mancato di suscitare polemiche poiché alcuni atleti si sono ritrovati contaminati nei giorni successivi. Soprattutto, la vicenda ha fatto toccare con mano quale sia il livello di inquinamento dei grandi fiumi: nonostante un programma di bonifica titanico avviato dalle autorità francesi, e malgrado un investimento mostruoso da 1,4 miliardi di euro, la situazione, di fatto, è soddisfacente soltanto a momenti (anche in ragione delle condizioni meteorologiche). Ma i batteri non sono l’unica forma di inquinamento presente nella Senna: se ne è parlato molto meno durante i Giochi, ma ci sono anche altri elementi tossici nel fiume: parliamo dei Pfas. Di cui si sa anche molto, molto meno in termini di impatti sulla salute umana.

In primavera le analisi sui Pfas in 23 grandi fiumi in Europa, Senna inclusa

La presenza di sostanze per- e polifluoroalchiliche, Pfas appunto, è stata certificata nella scorsa primavera da un rapporto curato dalle associazioni della Rete europea d’azione contro i pesticidi (Pan Europe), che ha prelevato campioni di acqua in ventitré grandi corsi d’acqua e sei falde acquifere di dieci nazioni. Le analisi sono state poi affidate al Centro tecnologico per l’acqua di  Karlsruhe, in Germania. E i risultati sono stati senza appello: i Pfas sono stati ritrovati nella totalità dei fiumi, e in particolare l’acido trifluoroacetico (Tfa) è risultato presente nel 98 per cento dei campioni.

Parigi Senna
Parigi e la Senna visti dall’alto © Guillaume Baptiste/Afp/Getty Images

La Senna fa parte dell’elenco, ma la sua balneabilità nell’ambito dei Giochi è stata basata unicamente sulla presenza di Escherichia coli e Enterococcus. Proprio il Tfa era nell’elenco dei Pfas rinvenuti nel fiume parigino, che in generale presentava una concentrazione di 2.900 nanogrammi per litro, mostrando così come il secondo corso d’acqua più inquinato tra quelli analizzati, dopo l’Elba.

“Non conosciamo l’impatto sul nostro sistema immunitario”

Parlando al quotidiano Le Monde, tuttavia, un tossicologo dell’università Vrije di Amsterdam aveva spiegato che “nuotare di tanto in tanto nella Senna non procurerà problemi, ma non raccomanderei di farlo regolarmente”. Che però ammetteva: “Non sappiamo ancora se il Tfa provochi effetti tossici sul nostro sistema immunitario, e qualora fosse così, avremmo un problema serio”.

Le gare, in ogni caso, si sono svolte ormai. E gli atleti si sono immersi nelle acque della Senna, rassicurati dai livelli sufficientemente bassi di batteri fecali. I Pfas però costituiscono, per lo meno, una grande incognita allo stato attuale, sia dal punto di vista ambientale che sanitario. L’applicazione di un sano principio di precauzione da parte delle autorità pubbliche sarebbe oggettivamente auspicabile.

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