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Batterie al litio, l’Europa lancia la sfida sul riciclo
Al via il progetto Acrobat per il recupero delle materie critiche dalle batterie al litio, attraverso un processo di estrazione innovativo e sostenibile.
Sul riciclo delle batterie l’Europa intende giocare un ruolo da protagonista. L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) parteciperà in rappresentanza del nostro paese al progetto europeo Acrobat: l’obbiettivo è recuperare oltre il 90 per cento delle materie critiche contenute nelle batterie litio-ferro-fosfato attraverso un processo di estrazione innovativo, a basso costo e a ridotto impatto ambientale, da trasferire all’industria del continente.
L’Enea partecipa al progetto per il nostro paese
Oltre all’Enea per l’Italia, prenderanno parte al progetto il Fraunhofer institute for laser technology e l’azienda specializzata nel riciclo di batterie Accurec Recycling GmbH per la Germania e, per il Belgio, l’azienda Vito e l’Università Cattolica di Lovanio. Il nuovo processo di riciclo permetterà di estrarre dalle batterie litio, fosforo e grafite. “Noi di Enea – spiega la ricercatrice Federica Forte, responsabile del progetto per l’Agenzia – ci occuperemo, in particolare, del processo di estrazione e di recupero dei materiali elettrolitici, come ad esempio i sali conduttori e i solventi organici”.
Le batterie litio-ferro-fosfato non contengono cobalto e nichel, materiali che stanno diventando estremamente preziosi anche a fronte del crescente sviluppo della mobilità elettrica: sono quindi meno costose rispetto ad altre tipologie di accumulatori, oltre a garantire ottimi livelli di sicurezza e di stabilità. Di conseguenza stanno guadagnando una quota crescente di mercato, salita negli ultimi anni fino al 36 per cento. Oltretutto il loro utilizzo è destinato ad aumentare, alla luce della loro centralità nel percorso verso la transizione ecologica e la decarbonizzazione dell’economia a livello globale.
Dove vengono utilizzate le batterie al litio
Al momento le batterie litio-ferro-fosfato vengono utilizzate soprattutto nei sistemi di accumulo stazionario e nel campo della mobilità elettrica, mentre le applicazioni domestiche nell’elettronica di consumo sono ancora in fase di sperimentazione. Questa tipologia di accumulatori, continua Federica Forte, “contiene materie critiche che rendono il loro riciclo un imperativo strategico; tuttavia, in Europa non esiste ancora una realtà industriale”. Attraverso il progetto Acrobat si cercherà proprio di unire le competenze del mondo della ricerca e dell’industria per mettere a punto un processo economico e sostenibile per l’estrazione di materie critiche, da destinare poi a nuove produzioni.
Ogni singola cella di una simile batteria è composta per il 16 per cento di grafite, per il 2,5 per cento di fosforo e per lo 0,8 per cento di litio. Entro il 2030 il progetto Acrobat punta a raggiungere un target complessivo di recupero annuale di 5.400 tonnellate di materiale catodico (litio-ferro-fosfato), 6.200 tonnellate di grafite e 4.400 tonnellate di elettrolita. Dare vita a un processo di riciclo su scala industriale permetterà inoltre di risolvere un’importante questione ambientale: le batterie agli ioni di litio contengono sostanze pericolose, che potrebbero essere gestite in maniera opportuna e valorizzate durante le stesse operazioni di riciclo.
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