A Beirut, capitale del Libano, si sono verificate due esplosioni devastanti nella zona del porto, poco dopo le 17 (ora italiana) del 4 agosto. Una colonna di fumo a forma di fungo, la stessa che si vede in occasioni di esplosioni nucleari, si è alzata sopra la città mediorientale. La gente è scesa in strada, cercando di allontanarsi tra le macerie dei palazzi circostanti. Al momento non si conoscono le cause delle esplosioni.
Il bilancio provvisorio è di 100 morti e 4mila feriti
Le immagini che giungono dal Libano mostrano scene di devastazione. La zona del porto è gravemente danneggiata, numerosi edifici sono andati completamente distrutti. Ma le esplosioni hanno coinvolto l’intera città, che è densamente popolata. Per comprende la potenza della deflagrazione, basti pensare che i vetri delle finestre delle abitazioni si sono frantumati a numerosi chilometri di distanza. I mezzi d’informazione internazionali parlano di porte strappate via e di automobili rovesciate dalla forza d’urto.
La Croce Rossa ha fornito attorno alle 23:00 di martedì un bilancio che parla di almeno 100 morti e 4mila feriti (tra questi ultimi ci sarebbe anche un militare italiano). Si tratta tuttavia di cifre che con ogni probabilità saranno riviste nel corso della notte. Intanto, sui social network vengono pubblicati numerosi video che documentano quanto accaduto a Beirut. Uno dei più incredibili è stato pubblicato dal giornalista e corrispondente internazionale dell’Independent Borzou Daragahi.
Probabile esplosione di un deposito di nitrato d’ammonio
Laure Stephan, corrispondente del quotidiano francese Le Monde nella capitale libanese, ha spiegato alle 20 che “da due ore le sirene delle ambulanze risuonano di continuo nella città. Attorno al porto regna la devastazione.
Sono ancora in corso degli incendi e il fumo che si sprigiona dalle fiamme evoca la combustione di prodotti chimici. È ormai notte e la città è in ginocchio. Le esplosioni colpiscono una capitale già tramortita dalla più grave crisi economica della storia del Libano e dagli effetti di una lunga crisi politica e dell’epidemia di Covid-19”. Benché non sia ancora nota l’origine della seconda esplosione, la più potente delle due, l’emittente Al-Mayadeen ha ipotizzato che a deflagrare possano essere state migliaia di tonnellate di nitrato d’ammonio, composto altamente esplosivo nonché tossico.
Circondata e inaccessibile l’area del porto di Beirut
Il settore del porto, intanto, è stato circondato dalle forze dell’ordine. Soltanto soccorritori, militari e pompieri possono accedere all’area. Un elicottero è al lavoro nel tentativo di spegnere l’incendio.
BREAKING: Massive explosion in Beirut. Footage from the daily star office now in Lebanon pic.twitter.com/2uBsKP5wCH
Lina Sinjab, corrispondente nel Medio Oriente dell’emittente britannica Bbc, ha parlato di un’esplosione che ha fatto pensare ad un potente terremoto. I media libanesi riferiscono invece di ospedali, le cui strutture hanno subito importanti danni, sommersi dai feriti. Una giornalista dell’agenzia Afp e un corrispondente della televisione Al Jazeera riferiscono che alcune strutture sanitarie non sono più in grado di accogliere le vittime. A complicare la situazione c’è poi il buio, con le linee elettriche che sono state gravemente danneggiate, secondo quanto riferito dalla televisione Al Manar.
Il presidente libanese Michel Aoun ha convocato una riunione urgente del Consiglio superiore di difesa e ha decretato una giornata di lutto nazionale per mercoledì 5 agosto.
Continua l’assedio israeliano su Gaza nord, dove per l’Onu l’intera popolazione è a rischio morte. Nuovi missili contro l’Iran, mentre in Libano uccisi tre giornalisti.
Attaccare deliberatamente le missioni di peacekeeping è un crimine di guerra. Ne parliamo con Luigi Daniele, docente di diritto internazionale umanitario.
L’esercito israeliano ha sparato contro diverse basi dell’Unifil, la missione Onu in Libano. Cresce la tensione tra la comunità internazionale e Israele.