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La bellezza circolare del riciclo della plastica
L’uso della plastica post consumo permette al Made in Italy di centrare l’obiettivo dell’economia circolare. L’intervista a Maurizio Mezzelani di Fratelli Guzzini sulla linea Circle.
Conoscenze, tecnologie e creatività. La messa a sistema di questi valori rende il Made in Italy capace di vincere la sfida della sostenibilità, nella sua più trasversale accezione legata alla società, all’ambiente e all’economia. Nella città dell’infinito, a Recanati in provincia di Macerata, la sede di Fratelli Guzzini diventa un esempio di produzione manifatturiera che, attraverso la ricerca estetica e le sperimentazioni innovative, arriva al risanamento ambientale e alla creazione di occupazione sul territorio.
Con i piedi piantati nel forte senso civico e gli occhi puntati al futuro buono, l’azienda produce con plastica post consumo la collezione Circle di oggetti e complementi d’arredo per la casa e la vita all’aperto. Una risposta concreta al bisogno di ridurre l’uso di risorse derivanti da fonti non rinnovabili e per stimolare il recupero delle materie prime, nella piena applicazione dei principi alla base dell’economia circolare. LifeGate intervista Maurizio Mezzelani, responsabile ricerca e sviluppo nei materiali riciclati in Guzzini.
Innovazione, passione e colori. Quali sono i tratti distintivi del progetto Circle di Guzzini?
Il nostro impegno a favore dell’ambiente arriva da lontano: già nel 1987 siamo stati i promotori del Design Memorandum, documento frutto del confronto tra un gruppo di studiosi e teorici sulla tematica dell’etica del design in relazione all’impatto del fine vita dei prodotti. Per favorire l’avvento di un’economia più naturale abbiamo deciso di dotarci del programma di lavoro Circle che nasce dalla voglia di contribuire alla causa ambientale dando nuova vita ai materiali di scarto. Gli oggetti non sono più chiusi nella filiera risorsa-trasformazione-uso-rifiuto, ma diventano strumenti al centro delle relazioni tra uomo e ambiente, tra utilizzo e riuso. Il programma Circle si differenzia sul mercato grazie alle migliorate prestazioni dei materiali che rendono i prodotti idonei al contatto con il cibo e resistenti agli stress termici.
Cosa vi ha spinto fino all’utilizzo della plastica post consumo?
La necessità di sottrarre ingenti quantità di plastica dalla termovalorizzazione o, peggio ancora, dallo smaltimento in discarica e, al contrario, la possibilità di attingere agevolmente con basso impatto ambientale, mediante riciclo meccanico, a “nuove” risorse alternative a quelle fossili classiche, per la realizzazione di nuovi manufatti.
Perché proprio la plastica riciclata, quali sono i vantaggi?
Fratelli Guzzini trasforma il granulo di resina termoplastica riciclata da altre aziende. È asseribile che la trasformazione di un polimero termoplastico, che avviene a temperature tra i 190 e i 270°C, è decisamente meno impattante della trasformazione di altri materiali riciclati di largo impiego, come vetro ed acciaio, che richiedono temperature oltre i 1.000°C, o l’alluminio, al di sopra dei 600°C. Ciò detto sotto il punto di vista del riscaldamento globale, dell’esaurimento delle fonti fossili e di elementi naturali, della scarsità di acqua e dell’eutrofizzazione dei mari e dei laghi, dell’assottigliamento dello strato di ozono, dell’acidificazione degli oceani, etc.
Quanto è stato importante nella creazione del progetto Circle di Guzzini l’attenzione al design circolare e alla bellezza del recupero? Ancor più alla radice, quanto incide l’adozione di un pensiero sistemico che prevede la scomparsa del rifiuto e la continua re-immissione nel ciclo produttivo del manufatto?
Lo scopo del programma Circle è proprio quello di diffondere oggetti di design circolare e di adottare una serie di norme di comportamento che permettano il miglioramento delle condizioni ambientali, avendo ben presente l’obiettivo di rispetto e rigenerazione delle risorse naturali.
Quanto la responsabilità sociale d’impresa, in particolare del Made in Italy, è importante nel percorso di rinsaldamento del legame tra uomo e natura e di sviluppo simbiotico tra impresa e ricerca?
Da tempo si sta lavorando alla costituzione di networks per abbattere le distanze di trasporto dei rifiuti da riciclare e, soprattutto, fare in modo che in loco il rifiuto di un processo produttivo possa rappresentare una risorsa per un altro. In questa ottica ben si inserisce la fattiva collaborazione della nostra azienda alla costituzione di un laboratorio regionale, Marlic. Qui convergono esperienze, conoscenze e necessità provenienti da svariati settori industriali della regione come dalle diverse realtà di ricerca e cultura scientifica, legate a istituti nazionali come Enea e Cnr e, chiaramente, a poli universitari con specificità che spaziano dalla chimica, alla biologia, all’ingegneria. Un laboratorio che ha fissato, tra gli altri obiettivi, quello di farsi carico di realizzare una mappatura delle disponibilità e della tipologia degli scarti/rifiuti prodotti all’interno del ciclo produttivo delle imprese marchigiane.
Del resto, il consumatore è sempre più attento ad acquistare prodotti realizzati nel rispetto dell’ambiente…
Da alcuni anni, soprattutto alla luce del particolare momento storico in cui siamo immersi, i consumatori sono sempre più attenti all’acquisto di prodotti realizzati nel rispetto dell’ambiente. Ognuno è chiamato a fare la propria parte per tutelare il pianeta.
Il modello di economia circolare ha quindi un impatto positivo sulla crescita del business e sullo sviluppo del territorio?
Il mercato delle materie prime seconde esiste da decenni come economica alternativa a quella delle materie vergini. Negli ultimi anni, però, la rinnovata consapevolezza ambientale, solleticata e stimolata anche dai vari movimenti d’opinione transnazionali, ha offerto una valida opportunità di rilancio di questo mercato. Nel corso del 2021, infatti, la brusca impennata del prezzo di tutte le materie prime, la loro scarsità, stanno accelerando il passaggio da un’economia lineare a un modello circolare in cui, giocoforza, risulta più facile reperire le risorse di produzione attraverso un’efficacia azione di riciclo di buona parte dei rifiuti prodotti dalle nostre società opulente.
Se dovesse riassumere il progetto Circle in tre parole, quali userebbe?
Riduci, riusa e ricicla.
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