Ben-essere e ben-avere: perché siamo così in ritardo

“Ben-essere” e “ben-avere” sono stati confusi: il consumismo e il materialismo producono solo avidità. Serve un cambio di direzione, serve consapevolezza.

Da tempo abbiamo bisogno di un grande cambiamento, di fare un passo avanti. Perché questo avvenga occorre innanzitutto che cambi la nostra percezione del benessere. In tutto il Pianeta l’uomo è ossessionato dal possedere ed è convinto che l’accumulo di beni materiali possa condurlo verso la felicità; non si rende conto della sterilità e dell’aridità di questo concetto, anzi lo estende a più campi della vita, convinto di agire rettamente, giustamente e in maniera proficua.
Ma finora “ben-essere” e “ben-avere” sono stati confusi erroneamente: il consumismo e il materialismo producono solo avidità, un desiderio bulimico, incapace di autogestirsi senza ferire: il materialismo compulsivo di cui siamo schiavi non porta benessere.

Tuttavia si avverte la nascita del bisogno di una nuova consapevolezza, di una nuova spiritualità legata alla crescita della consapevolezza, perché si inizia a comprendere che un nuovo stile di vita è positivo ed è conveniente. Ma come e quando avverrà? Il grande cambiamento potrà avvenire nell’uomo innanzitutto e successivamente in tutti i sistemi organizzativi e culturali, nel momento in cui si comprenderà che il vero benessere è dato dallo stare bene: la maggior parte delle persone desidererà vivere con sentimento, dare un senso alla propria vita, consumare in modo consapevole, rispettare l’ecosistema e tutte le forme di vita. Vorrà cercare un lavoro gratificante, l’onestà con se stessi e con gli altri, le vere amicizie, allontanare il dolore, la paura, la rabbia e vivere la vita con gioia.

Alla fine del secolo scorso sembrava che il cambiamento potesse essere più rapido: ma allora perché siamo così in ritardo? Perché l’uomo, il bipede, è cannibale, individualista, è schiavo del lato peggiore della sua brutalità, fa fatica a sollevarsi, a divenire spirituale. In più, osservando la situazione da lui creata, gli ultimi 50 anni di materialismo compulsivo hanno azzerato la sua spiritualità e hanno reso il cammino verso la realizzazione del cambiamento ancora più lungo.

Il cambiamento è necessario, ma lo capiscono in pochi: i più sono molto a fondo, e molto lenti. Si realizzerà, ne sono convinto, ma ci vorrà del tempo: ce la faremo, ma dobbiamo prendere coscienza che partiamo da più lontano da quel che poteva sembrare.

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