Il nostro pianeta attraversa una crisi profonda, ma due corposi rapporti dell’Ipbes indicano alcune vie di uscita.
Bergamo dichiara l’emergenza climatica e ambientale
Bergamo aderisce alla Dichiarazione per l’adattamento climatico della Green City e al terzo sciopero mondiale di Fridays For Future contro i cambiamenti climatici del 27 settembre.
Siamo in uno stato di emergenza climatica e ambientale; a dichiararlo questa volta è il Comune di Bergamo, con un ordine del giorno approvato ieri sera in Giunta Comunale con 21 voti a favore e 8 astenuti.
Bergamo arriva dopo Acri – primo comune in Italia ad aver dichiarato l’emergenza climatica -, Milano, Napoli, Maglie, Lucca, Torchiarolo, Siracusa e Torino. Siamo solo all’inizio, una piccola goccia nel mare, visto che i comuni italiani sono 7.914 e perfino il governo italiano non ha approvato lo stato di emergenza climatica in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente.
“Le città sono una parte molto rilevante nella questione dei cambiamenti climatici, si stima di arrivare al 2050 con due terzi della popolazione mondiale residente nelle aree urbane. È evidente quindi quanto le città pesino a livello globale e il loro ruolo nelle politiche per contrastare la crisi climatica”, ha commentato Stefano Zenoni assessore all’Ambiente del Comune di Bergamo.
L’impegno di Bergamo
Con la decisioni di ieri sera il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, ha dichiarato l’emergenza climatica e ambientale e con lui la giunta si impegna ad aderire alla “Dichiarazione per l’adattamento climatico delle Green City”, in vista della 2^ Conferenza nazionale delle green city che si tiene a Milano il prossimo 16 luglio.
La città darà vita a un osservatorio ambientale, in collaborazione con le associazioni ambientaliste e di settore presenti a Bergamo, e con il supporto di esperti e tecnici, affinché si valutino politiche e azioni operative che vadano in direzione degli obiettivi indicati dal Clean energy package della Commissione europea, da attuare nel mandato amministrativo compatibilmente con le azioni che un’amministrazione può svolgere.
“Da sempre le città sono il luogo dell’innovazione, della conoscenza e delle sfide. È dalle città che partono i modelli culturali e i cambiamenti. Le città hanno un ruolo attivo e quindi devono portare avanti le politiche di stretta competenza cittadina, come l’aspetto energetico, la questione della mobilità e dei trasporti, la qualità dell’ambiente urbano e non ultimo quello della gestione dei rifiuti. Ma alle città spetta anche il compito di adattamento ai cambiamenti climatici, si tratta quindi di concepire l’ambiente urbano in modo molto differente rispetto a come sia stato concepito fino a ora”, ha spiegato Zenoni.
Sono previste anche campagne di sensibilizzazione dei cittadini attraverso percorsi condivisi di educazione ambientale sul tema dei cambiamenti climatici in collaborazione con la Provincia, ATS, l’Università di Bergamo e con le società partecipate del Comune che operano in ambito ambientale ed energetico (Aprica, A2A).
Bergamo aderirà anche al terzo Global climate strike di Fridays For Future per il 27 settembre 2019.
Il lavoro fatto fino a ora
Negli anni scorsi Bergamo ha aderito al Patto dei Sindaci che promuove l’attuazione di un Piano di azione per l’energia sostenibile e negli ultimi cinque anni ha promosso la mobilità sostenibile raggiungendo il 65 per cento di trasporto collettivo a basso o zero impatto ambientale; a questo si aggiungono le 32 colonnine di ricarica dei veicoli elettrici sparse per la città, che nei prossimi cinque anni dovrebbero arrivare a quota 120. Bergamo, inoltre, è tra i comuni italiani ad essersi impegnato sin da ora a diventare #plasticfree.
Per contrastare la crisi climatica il Comune ha piantato 7.300 nuovi alberi e ha realizzato l’accorpamento di 2,5 milioni di metri quadri di terreni agricoli a sud della città nel Parco dei Colli di Bergamo, ampliando così la superficie del parco all’interno della città. In fine, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2, Bergamo ha stanziato 170mila euro per le vecchie caldaie a gasolio.
La dichiarazione dello stato di emergenza climatica non è un punto di arrivo, ma solo l’inizio di un percorso che porterà Bergamo e si spera molte altre città a contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici e a eliminarne le cause.
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