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D’ora in poi saranno vincolanti per la nostra politica economica gli indicatori del Bes, che parlano di salute, ambiente, legalità ed equità sociale.
L’indice di povertà assoluta, le diseguaglianze nel reddito, l’incidenza dell’obesità. Anche questi parametri, alla pari del pil, saranno vincolanti per la legge di bilancio del 2019, e quindi anche per il Def che verrà presentato in primavera. È quanto stabilisce il decreto ministeriale per individuare gli indicatori del Bes (Benessere Equo e Sostenibile), che è stato appena trasmesso alle Camere per il parere.
Quattro indicatori, in via sperimentale, erano già stati inseriti nel Def 2017: il reddito medio disponibile, l’indice di diseguaglianza, il tasso di mancata partecipazione al lavoro e le emissioni di CO2 e di altri gas clima alteranti. Già questa era una novità assoluta, sia per l’Unione europea sia per il G7. Ma a partire dal 2019 i dati sul benessere delle persone non saranno soltanto linee guida di riferimento, ma saranno decisivi per la definizione delle politiche sulle finanze pubbliche.
I parametri che entreranno nella nostra programmazione economica sono 12. Alcuni riguardano il benessere economico, come il reddito medio disponibile pro capite, l’indice di diseguaglianza del reddito disponibile e quello di povertà assoluta. Altri, invece, sono legati alla salute (speranza di vita in buona salute alla nascita, eccesso di peso) e all’ambiente (emissioni di Co2 e altri gas clima alteranti). C’è spazio anche per l’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione e il tasso di mancata partecipazione al lavoro (con approfondimenti specifici sul confronto tra le donne con e senza figli), per la sicurezza (indice di criminalità predatoria) e per la legalità (abusivismo edilizio ed efficienza della giustizia civile).
Elaborato dall’Istat e dal Cnel, il Bes è il tentativo tutto italiano di superare il pil. Il Benessere Equo e Sostenibile è calcolato sulla base di dodici dimensioni: salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, ricerca e innovazione, qualità dei servizi. Ciascuna di esse, a sua volta, è suddivisa in una serie di indicatori. Il risultato è un rapporto, che nel 2016 ha tagliato il traguardo delle quattro edizioni, che fotografa il benessere dell’Italia e di chi la abita.
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