Il clima che cambia sta delineando una nuova geografia del cibo con l’agricoltura chiamata a rispondere alle sfide ambientali e di sicurezza alimentare.
Bibite alla frutta, ma solo sulla lattina
La frutta c’è… solo nella foto e nelle immagini sull’etichetta. Davanti a una bibita “al gusto di arancia”, già siamo indotti a pensare che dentro ce ne sia un po’, di arancia. Se poi è di un bell’arancione, ancor di più. Se poi c’è anche una bella foto di un’arancia… sarà certamente aranciata. Invece no.
La frutta c’è… solo nella foto e nelle immagini
sull’etichetta.
Davanti a una bibita “al gusto di arancia”, già siamo
indotti a pensare che dentro ce ne sia un po’, di arancia. Se poi
è di un bell’arancione, ancor di più. Se poi
c’è anche una bella foto di un’arancia… sarà
certamente aranciata. Invece no. Solo aromi e coloranti.
Il ministero delle Attività Produttive dà il via
libera in questi giorni a una circolare che abroga l’attuale
normativa che prevede(va) che su lattine e bottiglie di aranciate,
nelle bevande, nelle bibite in lattina e in bottiglia non potessero
esservi immagini di frutta poi non presente tra gli ingredienti. La
Circolare abroga questo divieto.
In effetti la Circolare prende atto di una realtà che ognuno
può verificare leggendo l’etichetta di una bibita “esotica”
di una celebre marca d’aranciata o al supermarket di fronte al
bancone delle bevande “sportive” con dentro sali, aromi e coloranti
artificiali, tutte al “gusto” arancia, mora viola, flash lemon,
super strawberry, exotic, che non contengono la benché
minima traccia di vera frutta. Ma ora s’autorizza anche l’uso di
foto e immagini in etichetta.
I dubbi ora non riguardano solo la salute, per il o contenuto
nutritivo di bevande fatte solo di acqua, zucchero, aromi e
coloranti artificiali.
I dubbi riguardano la correttezza e la coerenza delle informazioni
per chi acquista una bevanda col nome, le immagini, le suggestioni
di frutti presenti solo nei colori dell’inchiostro
dell’etichetta.
I dubbi riguardano il rapporto tra i vantaggi commerciali dei
produttori e i danni economici che subiranno i coltivatori e i
frutticoltori, che si vedono tagliar fuori da un importantissimo
canale di vendita.
Ma quando si ha vera sete, non è meglio dissetarsi con una
bibita vera?
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Secondo un’indagine dell’Irccs Neuromed, consumando elevate quantità di cibi ultra-processati le persone diventano biologicamente più vecchie rispetto all’età cronologica.
Ricercatori australiani hanno osservato che il consumo quotidiano di verdure crucifere abbassa la pressione sanguigna, riducendo del 5 per cento il rischio di infarto o ictus.
Un’indagine dell’Istituto superiore di sanità rivela una scarsa aderenza degli italiani alla dieta mediterranea: “scelte sempre più occidentalizzate e globalizzate”.
Delicato, confortevole, profumato, il risotto zucca, latte e tartufo accoglie le delizie dell’autunno, scaldando il cuore come il focolare di un camino.
Secondo i risultati di uno studio su 39mila adulti francesi, un consumo di cibi ultra-processati è associato all’insonnia cronica.
Se ne è discusso a un evento a Roma, a partire dalla proposta di legge per andare oltre gli allevamenti intensivi. Gli interventi di produttori, medici, veterinari, studiosi e politici.
Il governo è al lavoro sul decreto “contaminazioni” per l’agricoltura biologica che prevede limiti di tolleranza più elevati per i residui accidentali. Un testo che fa discutere.
La Giornata mondiale dell’alimentazione 2024 punta a sensibilizzare sul tema del diritto al cibo che non è ancora garantito a tutti, nonostante si sprechino grandi risorse per produrlo.