Il lavoro punta a sfatare le bugie che in questi anni hanno frenato lo sviluppo dell’auto elettrica e la transizione ecologica. In anteprima, solo su LifeGate
Bibop Gresta. Hyperloop non è un treno superveloce, ma una nuova modalità di trasporto
Intervista a Bibop Gresta, fondatore di Hyperloop: “Da Roma a Milano in 30 minuti. L’Italia ha le caratteristiche giuste per questa tecnologia”.
Bibop Gresta ne è convinto: Hyperloop non è solo un treno da oltre mille chilometri all’ora, ma un quinto mezzo di trasporto di massa. Una capsula avveniristica nella quale sarà possibile viaggiare da Roma a Milano in mezz’ora, ma non solo: sarà in grado di generare fino al 30 per cento di energia in più di quella che consuma, e di raggiungere zone del Paese impervie e attualmente mal collegate. Fondatore di Hyperloop transportation technology e fondatore e Ceo di Hyperloop Italia, Gresta ci spiega anche le caratteristiche infrastrutturali uniche che fanno del nostro Paese una nazione strategica per lo sviluppo di questa tecnologia.
Alla fine dello scorso anno, in Nevada, è stata effettuata con successo la prima corsa di prova con passeggeri. A che punto è lo sviluppo della tecnologia nel mondo e in quali Paesi vedrà la luce prima?
La tecnologia Hyperloop è stata dimostrata in tutte le sue singole componenti e sono stati effettuati test in scala ridotta in Nevada e in scala reale a Tolosa. Ora siamo pronti a realizzare una linea commerciale vera e propria. In varie nazioni – America, Brasile, Europa, Emirati Arabi, India, Cina ed Australia – sono stati condotti studi di fattibilità in che hanno dimostrato la superiorità di questa tecnologia rispetto a tutti i sistemi di trasporto tradizionali. Dopo una brusca interruzione lo scorso anno dovuta all’emergenza pandemica, stiamo assistendo alla ripresa di numerosi progetti in diverse parti del mondo. Sicuramente gli Emirati e l’Arabia Saudita sono in pole position per implementare uno dei primi progetti, ma con la nascita di Hyperloop Italia anche il nostro Paese potrebbe avere una chance.
Siamo di fronte semplicemente a un nuovo mezzo di trasporto?
Innanzitutto Hyperloop non si può definire un treno. L’innovazione portata da questa tecnologia è tale che dobbiamo per forza definirla una nuova modalità di trasporto. Dopo treni, navi, aerei ed auto, esiste un nuovo modo di trasportare beni e persone, e questo quinto mezzo di trasporto si chiama Hyperloop: il nuovo paradigma che introduce avvia una vera e propria rivoluzione nel mondo dei trasporti di massa.
Cosa differenzia Hyperloop dalle altre novità che in questi anni si sono affacciate nel mondo della mobilità?
Quello che colpisce è sicuramente l’incredibile velocità che può raggiungere con l’utilizzo di una frazione di energia rispetto ai sistemi tradizionali. Infatti, basta mettere una capsula di 30 persone dentro un tubo, e rimuovere l’aria dal tubo con delle pompe a vacuo e, con una minima spinta di un motore elettrico, si possono raggiungere i 1.223 chilometri all’ora di velocità massima, senza grandi resistenze e consumi. Considerando poi l’impiego di una tecnologia di levitazione passiva che, al contrario dell’alta velocità giapponese, non utilizza elettricità per indurre la levitazione, il risultato è il sistema di trasporto più efficiente e sostenibile mai concepito. Questa efficienza si traduce in costi più bassi per la sua costruzione e costi iper-competitivi a favore dei passeggeri. Pensate che per produrre energia installiamo pannelli solari sopra tutta la superfice del tubo e li combiniamo con sistemi eolici e geo-termici. Anche l’energia sprigionata dai freni viene recuperata per aumentarne l’efficienza energetica. La combinazione di queste soluzioni totalmente sostenibili sono in grado di generare fino al 30 per cento di energia in più di quella che consumiamo. Su una tratta di 145 chilometri possiamo produrre energia in eccesso per alimentare 3.000 case.
A quali altre novità state lavorando?
A una nuova esperienza per i passeggeri. Oggi nei sistemi di trasporto tradizionali ci dividono in classi ma il risultato è che finiamo per viaggiare stivati in mezzi che non si adattano alle diverse esigenze che il passeggero ha durante le diverse ore della giornata. Quando vado al lavoro ho bisogno di cose diverse di quando sto tornando a casa, giusto? Bene, ogni passeggero Hyperloop potrà iniziare il suo viaggio tramite un’app che attiverà un token in una blockchain che riconoscerà il suo profilo e i servizi da lui desiderati in quel preciso momento, mentre il centro di controllo attiverà la flotta di auto/avio taxi teleguidati che lo porteranno nel minor tempo possibile al più vicino Hub Hyperloop. Da lì dopo essere passato da una serie di scanner passivi, si imbarcherà in una delle capsule in partenza ogni 40 secondi direttamente verso la sua destinazione prestabilita, dove un’altra auto/avio taxi teleguidati lo porteranno a destinazione, il tutto con il minimo impatto ambientale possibile.
Nei giorni scorsi a Bologna avete presentato il “Dipartimento Tecnologie Hyperloop”. Quali scenari si aprono in Italia per questa tecnologia, e in che tempi?
Dopo aver guidato HyperloopTT come fondatore e presidente, mi sono reso conto che era giunto il momento di certificare ed implementare la prima linea Hyperloop in scala reale. Tra le varie candidate abbiamo seriamente guardato all’Italia per una caratteristica davvero unica e poco conosciuta delle sue infrastrutture: al contrario di molti altri Paesi, l’Italia dispone di un corridoio chiamato “relitto” lungo la maggior parte delle dorsali ferroviarie e autostradali; un corridoio di 20 metri che è potenzialmente perfetto per ospitare una linea Hyperloop in forma di viadotto sopraelevato o sotterrato appena sotto la superficie. Questa unicità rende l’Italia un candidato ideale per la nascita di un nostro network che potrebbe sfruttare i diritti di passo già disponibili lungo le autostrade e le ferrovie, annullando di fatto i complicatissimi processi che rendono i tempi di queste infrastrutture generalmente insostenibili. È per questo che ho deciso di lanciare Hyperloop Italia, la prima azienda al mondo che ha acquisito in esclusiva le tecnologie HyperloopTT per la realizzazione della prima linea commerciale nel nostro Paese. La nascita del Dipartimento tecnologie va esattamente in questa direzione, per organizzare le competenze necessarie per l’implementazione di questo progetto in Italia; accanto a questo abbiamo lanciato il “Partnership program” per permettere alle aziende italiane di candidarsi a collaborare alla realizzazione del progetto.
Su questo mezzo sarebbe possibile andare da Roma a Milano in 30 minuti. L’Italia, soprattutto al Sud, sconta un gap infrastrutturale che da anni non riesce a colmare. Come potrà contribuire questa tecnologia?
Hyperloop può veramente rappresentare una svolta nel settore delle infrastrutture proprio in regioni meno servite dai sistemi di trasporto tradizionali. Guardiamo a quello che è successo nei paesi meno avanzati, dove nel giro di un decennio si è passati da una situazione di totale mancanza di sistemi di telecomunicazioni alle linee 5G di nuovissima generazione. L’assenza di infrastrutture potrà permetterci di sviluppare delle nuove soluzioni senza i vincoli e le diseconomie del passato. Una volta le infrastrutture venivano realizzate risolvendo un problema, ma al tempo stesso, creandone altre dieci: oggi abbiamo la possibilità di implementare da subito una tecnologia veloce, sicura e sostenibile e capace di generare profitti senza ricorrere a continui sussidi come i sistemi tradizionali. E’ chiaro, Hyperloop costa diversamente a seconda del terreno su cui viene implementato, ma l’alta efficienza e i bassi costi di mantenimento fanno sì che, a lungo termine, c’è la possibilità di recuperare l’intero investimento in pochi anni di esercizio anche nei territori più impervi.
Che tipo di evoluzione del trasporto terrestre dobbiamo aspettarci nei prossimi anni?
L’80 per cento degli incidenti nei trasporti avviene per causa umana. Nei prossimi anni, questo problema sarà risolto con l’introduzione di sistemi a guida automatica di nuova generazione. Questa sarà una vera rivoluzione che avrà un impatto positivo in tutta la nostra società. Se sommiamo queste tecnologie al veloce avvento delle auto elettriche, è evidente che il futuro della mobilità inizia ad andare nella giusta direzione. Questo cambiamento ci costringerà a rivedere come organizziamo e gestiamo le nostre città, e a ridefinire completamente il concetto di auto di proprietà in favore di modelli innovativi e di car sharing. Questa innovazione, unita alle prime implementazioni di linee Hyperloop di corta e media distanza, rappresenteranno una vera rivoluzione nel trasporto terrestre.
Quali sono stati i principali impatti della pandemia sulla mobilità? Resterà qualcosa alla fine dell’emergenza o torneremo a spostarci come e più di prima?
Abbiamo milioni di “auto-immobili”, ferme nei garage o nei parcheggi per il 90 per cento del tempo, che per la maggior parte vengono utilizzate in orari di punta creando ingorghi e inquinamento in quasi tutte le città del mondo. Con la pandemia questo problema si è addirittura amplificato davanti ai vari lockdown, e quindi potrebbe essere stata la grande occasione per ridefinire molti di questi assunti. Si è iniziato a parlare di smart working, e gli uffici si sono spopolati in favore di modelli di lavoro in remoto e prediligendo soluzioni di videoconferenza. Questo nuovo paradigma è destinato ad avere un impatto di lungo termine sul nostro sistema di trasporti che avrà enormi benefici per le generazioni future. Ci saranno aziende tradizionali che tenderanno a far tornare le cose come erano, ma la maggioranza delle realtà produttive, se vorranno dire la loro in questo nuovo mercato, dovranno ripensare al loro modello di lavoro adeguandosi a questi nuovi cambiamenti.
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