Il porto annunciato da Biden servirà per facilitare l’arrivo degli aiuti umanitari a Gaza, ma serviranno settimane perché l’opera veda luce.
- Il 7 marzo il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha tenuto il consueto discorso sullo stato dell’Unione.
- Tra le altre cose ha parlato di Gaza, definendo straziante la situazione in cui versa il popolo palestinese.
- Per aumentare il flusso degli aiuti umanitari, Biden ha detto che gli Usa costruiranno un porto sulla costa di Gaza.
Joe Biden ha annunciato la costruzione di un porto temporaneo davanti alla Striscia di Gaza. Come spiegato nel discorso sullo stato dell’Unione, la struttura servirà per facilitare l’arrivo e la distribuzione degli aiuti umanitari, in un momento in cui la situazione nel territorio palestinese si fa sempre più drammatica.
Al momento non sono stati forniti dettagli da parte del presidente Usa sui tempi e il funzionamento del porto temporaneo, ma da indiscrezioni da parte di funzionari Usa l’operazione sembra lunga e complessa e potrebbero volerci settimane.
Il discorso sullo stato dell’Unione
La sera del 7 marzo il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha tenuto il consueto discorso sullo stato dell’Unione, quello in cui ogni anno si fa il punto al parlamento sulla situazione nazionale. Biden ha parlato del tema dell’immigrazione, uno di quelli su cui si gioca la partita elettorale di novembre per l’elezione del presidente, così come di aborto. Poi un focus importante è stato sulla questione mediorientale.
“Questa guerra ha avuto il costo più alto per i civili innocenti rispetto a tutte le precedenti guerre a Gaza messe insieme. Sono stati uccisi più di 30.000 palestinesi, la maggior parte dei quali non appartenevano ad Hamas”, ha sottolineato il presidente statunitense. Biden ha parlato di migliaia e migliaia di donne e bambini innocenti morti, ragazze e ragazzi rimasti anche orfani. “È straziante”, ha aggiunto, parlando della soluzione a due stati come l’unica possibile per garantire “la sicurezza e la democrazia di Israele” e “ai palestinesi di vivere in pace e dignità”.
Cosa sappiamo del porto umanitario
Parlando della situazione nella Striscia di Gaza, Biden ha annunciato il piano di costruzione di un porto temporaneo lungo la sua costa.
“Gli Stati Uniti stanno guidando gli sforzi internazionali per fornire maggiore assistenza umanitaria a Gaza. Stasera darò istruzioni all’esercito americano di condurre una missione di emergenza per stabilire un porto temporaneo nel Mediterraneo, sulla costa di Gaza, dove possano arrivare grandi spedizioni, portando cibo, acqua, medicine e rifugi temporanei”, ha dichiarato il presidente. “Non ci saranno soldati statunitensi sul campo. Il porto temporaneo consentirà un massiccio aumento della quantità di assistenza umanitaria che arriva ogni giorno a Gaza”. Non sono stati forniti dettagli sulle modalità in cui l’opera verrà implementata. Potrebbe trattarsi di una piattaforma galleggiante collegata con la terraferma da una passerella, o che verrà messa in comunicazione con la Striscia da una flotta di navi più piccole.
Anche sui tempi di esecuzione non sono state date indicazioni, ma presumibilmente potrebbero volerci diverse settimane, per quanto già oggi il 100 per cento della popolazione gazawi viva in condizione di insicurezza alimentare e la situazione umanitaria sia al collasso. Peraltro quello degli aiuti umanitari non è solo un problema di quantità, ma anche di distribuzione. Fuori dal valico di Rafah ci sono centinaia di camion pronti a entrare, ma l’assenza di polizia e altri addetti all’interno della Striscia a causa della distruzione bellica non rende possibile l’ingresso. A questo si aggiungono gli ostacoli e gli attacchi di Israele alle carovane umanitarie. Tutte queste problematiche che si riproporrebbe anche con gli arrivi via mare dal porto temporaneo.
Proprio nella mattina dell’8 marzo, a poche ore dall’annuncio di Biden, cinque palestinesi sono morti travolti dagli aiuti umanitari lanciati dal cielo dagli Stati Uniti. I paracadute delle casse non si sarebbero infatti aperti in modo corretto, come documentato anche da alcuni video girato dal terreno.
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